Nel recente articolo intitolato “Gli imprenditori e la politica” osservavo, in conclusione, che la natura libera e l’insofferenza ai vincoli, propri degli imprenditori, li spingono (attrazione fatale) a schierarsi politicamente a destra. Qualcosa di interessante si può aggiungere se si evidenzia il più recente campione di questa ineluttabile tendenza e cioè Stefano Bandecchi. Questo esuberante omaccione, riconducibile quanto ad imponenza fisica, al suo omologo Crosetto, imprenditore e politico anche lui, è attualmente sindaco di Terni e nel contempo presidente dell’Università telematica “Niccolò Cusano”.
Wikipedia è prodiga di dettagli sulla sua carriera politica che lo vede all’inizio sostenitore del Movimento Sociale Italiano e poi finanziatore di Forza Italia. Nel 2013 fonda un suo partito, il Movimento Unione Italiana, a conferma di quanto il suo spirito sia indipendente, con il quale affianca Alemanno alle elezioni comunali di Roma nello stesso anno. Forte delle risorse economiche che gli fornisce la “sua” università partecipa anche finanziariamente a molte iniziative politiche di destra approdando poi ad “Alternativa Popolare”, formazione politica fondata da Angelino Alfano, in qualità di coordinatore nazionale. Nel 2023 viene eletto sindaco di Terni, carica dalla quale dichiara di volersi dimettere nel febbraio di quest’anno ritirando poi le dimissioni. Affiancherà le formazioni di destra nelle prossime elezioni amministrative in Liguria, Emilia Romagna ed Umbria.
Questa in sintesi la sua attività politica alla quale possiamo aggiungere il servizio militare prestato coerentemente nei paracadutisti della Brigata Folgore partecipando anche ad operazioni in Libano. Nulla di particolarmente interessante dunque, ma la figura di Bandecchi si segnala per una truculenza che non si era mai riscontrata nella categoria dei politici imprenditori. Berlusconi si esprimeva spesso in termini offensivi (la magistratura è un cancro, le allusioni volgarmente ironiche sulla Merkel). Il suo gesto più eclatante fu la sprezzante pulizia col fazzoletto della sedia appena lasciata libera da Travaglio nella trasmissione Anno Zero di Santoro. Cose comunque ben lontane dal fair play che si addice a chi occupa o aspira a cariche istituzionali.
Da Bandecchi, fondatore dell’università “Cusano”, ci si sarebbe in realtà attesi un comportamento se non garbato almeno calmo e serio. Non che le facoltà on line, come quella da lui fondata, meritino particolare rispetto sotto il profilo culturale essendo, in linea di massima, una filiazione deprimente degli istituti superiori paritari che in molti casi, non senza ragione, vengono definiti “diplomifici”. Ciò che lo caratterizza e lo rende unico è l’aggressività non solo verbale ma anche fisica. Su YouTube sono visionabili due episodi inequivocabili. Nel primo (Stefano Bandecchi rissa) assistiamo a una seduta del consiglio comunale di Terni durante la quale il sindaco, spazientito da un consigliere che accoglie ostentando un sorriso irridente una sua invettiva, lo minaccia di fargli cadere tutti i denti e poi si alza irato dal suo seggio scagliandosi verso l’avversario col chiaro intento di passare dalle parole ai fatti. Lo fermano per tempo alcuni degli astanti. Bisognerà, per inciso, che ci si abitui all’uso della violenza fisica nelle aule delle assemblee istituzionali: non dimentichiamo gli esagitati che alla Camera volevano strappare il tricolore dalle mani dell’on. Bonelli.
L’altra vicenda (Stefano Bandecchi sputo) è forse più inquietante della prima. Vede Bandecchi per strada che si avvicina con in mano una bottiglietta di acqua ad un cittadino di Terni “colpevole” di avergli rotto le…. scatole su internet e al quale il sindaco aveva evidentemente promesso di “sputargli” se lo incontrava. Cosa che ha puntualmente fatto e ripetuto prelevando l’acqua dalla bottiglietta per poi spruzzarla dalla sua bocca quasi in faccia al suo bersaglio, sorprendentemente paziente anche difronte agli insulti verbali connaturati all’eloquio di Bandecchi. L’episodio si conclude con un Bandecchi falsamente conciliante che riaccompagna a casa il suo incauto oppositore. Più di recente il sindaco di Terni, che mostra peraltro poca fantasia anche nel turpiloquio attestato stancamente su “rompere i coglioni” e “che cazzo vuoi”, è balzato alle cronache perché risulta indagato per evasione fiscale in quanto sospettato di aver utilizzato fondi dell’Università Cusano, università non statale legalmente riconosciuta e pertanto beneficiaria di un regime fiscale agevolato, per scopi del tutto estranei all’attività universitaria e quindi ricadenti sotto il regime fiscale ordinario. Segnaliamo la cosa, consapevoli della presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, solo perché la condizione di indagato ha sortito l’effetto di “bonificare” il linguaggio di Bandecchi che alle interviste sull’argomento risponde con inusitata compostezza. La stessa conversione che avevamo rilevato, non a caso, nell’eloquio della Santanché che versa in una situazione per molti versi simile.