Sfogliare quotidiani di informazione è diventato un vero strazio: morti sul lavoro, femminicidi, disastri metereologici a catena, incidenti aerei e marinari, stragi di ciclisti e pattinatori, incidenti frontali, aggressioni sanguinarie tra bande di minorenni, decessi di scalatori imprudenti, tanto per citare quelli più frequenti. Conviene quindi rifugiarsi nella cronaca politica, dove i fatti sono spesso artefatti e dove hai tutto il diritto di considerare le parole come slegate dalla verità e viceversa.
La destra è maestra nel creare pseudofatti che le permettano di essere presente tutti i santi giorni nelle cronache. Molte di queste affermazioni, per lo più esagerate e quasi sempre gratuite, suscitano commenti critici dalle opposizioni che contribuiscono a creare il “caso”, cioè l’occasione alla destra per poter trasformare semplici critiche in “insulti”. Ne sono specialisti Salvini e Meloni (Berlusconi docebat) con l’ausilio della stampa “amica” guidata da noti amplificatori come Mario Sechi, Alessandro Sallusti, Maurizio Belpietro ma anche Pietro Senaldi, l’intramontabile Vittorio Feltri e assistita dai vari e spigolosi Francesco Borgonovo, Mario Giordano, Daniele Capezzone, Fabio Dragoni, Filippo Facci e i più pacati ma non meno insidiosi Francesco Specchia e Stefano Zurlo, tutti volti noti in tv perché ospiti anche sulle emittenti “avverse”. Dai primi tre, che sono anche direttori responsabili, sorprende che, da persone indubbiamente colte e professionalmente qualificate, possano sortire interpretazioni così distorte della realtà, spesso espresse in toni, quelli sì, irriguardosi nei confronti di chi critica il Governo ed, in particolare, Lega e FdI. A che punto può spingere il pieno convincimento politico dei giornalisti! Oppure conta il peso di quella “amicizia” di cui sopra? In entrambi i casi la collocazione politica è comune a tutti i giornali diretti da questi professionisti indipendentemente dall’editore.
Così abbiamo visto Sallusti, direttore de “Il Giornale”, proprietà del deputato leghista Angelucci, agitare lo spettro di un complotto tra stampa nemica, partiti di opposizione e magistratura, contro la Meloni per il tramite della sorella Arianna. Cioè, per essere più chiari, un quotidiano leghista e per definizione salviniano dà una robusta mano propagandistica all’alleato di governo dal quale tante tematiche lo dividono, a partire dalla diversa collocazione nell’europarlamento ma anche su questioni di politica interna. Tutto ciò nonostante i ventilati dissidi che vedono oggi Meloni e Salvini preoccupati per certe prese di distanza di Tajani, tant’è che l’invenzione del complotto ha dato l’occasione alla Premier di rilanciare con forza la separazione delle carriere dei magistrati, tanto cara agli eredi del “Grande Statista Perseguitato”. Il polverone mediatico coprirà la difficoltà di trovare la quadra del bilancio 2025. Poi magari, sotto sotto, questa ulteriore dose di vittimismo occorre per portare avanti qualche progetto tipo, ad esempio, la vendita all’insaziabile Angelucci dell’agenzia di stampa AGI. Il quale Angelucci sta tentando di acquistare anche “La Verità”, benché in larga misura il quotidiano di Belpietro sia già allineato, dopo aver preso in carico anche “Il Tempo”, affidandolo alle cure di Tommaso Cerno, girovago del giornalismo (ha diretto per breve tempo l’Espresso ed è stato anche condirettore di Repubblica) ma un po’ anche della politica (senatore eletto nelle liste del PD, già in precedenza candidato al comune di Udine con Alleanza Nazionale).
Ed è il vittimismo, a volte creato artatamente, la cifra comune non solo alla destra italiana ma a quella che potremmo definire “l’internazionale vittimista e complottista” alla quale possiamo ascrivere, senza tema di sbagliare, Putin che si sente minacciato dalla Nato, Trump che vede congiure a sfondo giudiziario nei suoi confronti ed i capi dei partiti di estrema destra europea come Le Pen, Orban e soci. Ne dànno prova le prime pagine e gli editoriali di tutti i quotidiani destrorsi che oltre ai titoloni contro l’opposizione e la magistratura, talvolta di sapore eversivo, riservano quasi ogni giorno apprezzamenti per Trump e ironiche considerazioni prima su Biden e oggi su Kamala Harris, per non parlare della costante denigrazione di Macron, colpevole di aver fermato l’avanzata della Le Pen.