La Giorgia “nazionale” è donna, è pure evidentemente madre, per la qualifica di cristiana si tratta di questioni che riguardano i teologi e, si sa, il richiamo religioso e le interpretazioni di un qualsiasi credo, compreso quello cristiano, sono tali e tante che tutti possono trovare uno spiraglio in cui infilarsi, quindi anche lei. Certo però che come essere umano e come esponente politico non può certo dichiararsi pubblicamente immortale, almeno fin quando esisteranno medici psichiatri competenti.
Questo richiamo al realismo politico/biologico è d’obbligo quando si intraprendono battaglie pro o contro percorsi di modifica dell’assetto istituzionale italiano che si attua o si contrasta con le modalità previste dalla stessa nostra Costituzione; una Costituzione che prevede la sua modificabilità, leggi costituzionali (art. 138), ma che può avvenire solo attraverso una procedura rafforzata rispetto all’iter previsto per le leggi ordinarie. Una Costituzione che sancisce altresì, all’articolo 139, che “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.
Facendo i conti, calendario alla mano, è semplice prevedere che l’eventuale approvazione definitiva del disegno di legge n°935 per iniziativa del Presidente Meloni (“Modifiche agli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica”, approvato il 18 giugno con il nuovo titolo: “Modifiche alla parte seconda della Costituzione per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica”) non avverrà prima di due anni, cioè non prima dell’estate del 2026. Considerando che l’attuale XIX legislatura è iniziata il 13 ottobre 2022 e che, salvo eventuali spaccature nella maggioranza di governo, durerà fino all’ottobre del 2027, non è assolutamente scontato che Giorgia Meloni riuscirà a diventare il primo Premier eletto direttamente dai cittadini. Noi non ne siamo affatto sicuri. Quindi stia attenta la Presidente del consiglio dei ministri perché probabilmente sta offrendo su un piatto d’argento ad altri un “super potere” che aspira ad ottenere per sé. Lei, la Presidente, ha legittimamente scelto una strada costituzionalmente ineccepibile per cambiare la natura del potere politico in Italia, quindi le opposizioni – invece di gridare “Al lupo! Al Lupo!” – farebbero bene a entrare nel merito politico della questione.
Prima di lei ci han provato in tanti, in modo legittimo e in modo illegittimo. Tentativi di colpi di mano parlamentari, come la famosa “legge Truffa” che assegnava un super premio di maggioranza a chi arrivava primo alle elezioni, azzerando nei fatti la rappresentanza parlamentare delle opposizioni, andò male ai proponenti. Poi il potere politico si è autolegittimato ad oltranza abolendo il diritto degli elettori di esprimere preferenze di voto a diversi candidati tanto che gli attuali parlamentari sono tutti “nominati” dai vertici delle rispettive formazioni politiche. I più furbi, ma anche i più sfortunati perché in fondo stupidi e vigliacchi, ci han provato con tentativi di colpi di Stato come quello Borghese, con le stragi terroristiche di innocenti da Piazza Fontana a Milano, ma anche prima e dopo. E poi le intemerate di Renzi, vittima del suo stesso ego.
Insomma Repubblica e Costituzione Italiana ne hanno subiti di attacchi e tanti altri ne subiranno. E non sempre ne sono uscite indenni. Oggi si grida allo scandalo dell’Autonomia differenziata e si dimentica che la peggiore riforma della Costituzione c’è stata con la modifica del Capo V della Costituzione, riforma che ha ampliato a dismisura i poteri delle Regioni regalando loro la gestione della Sanità Pubblica con tutte le conseguenze che gli italiani di tante zone del Paese conoscono bene. Quello di Giorgia è per noi l’ennesimo pasticciato tentativo autoritario, un tentativo parolaio e contraddittorio che mostra tutti i lati deboli di questa Destra. È già accaduto in governi precedenti quando le manie di grandezza del ministro della Lega Salvini collisero con i poteri delle Forze Armate, che oggi si tenta di corteggiare con l’elezione del generale Vannacci, che proprio le Forze Armate hanno disconosciuto. Giorgia stia attenta prima di tutto sé stessa. Non si governa con le parole d’ordine. Adesso per lei, e ahi noi, per l’Italia in Europa saranno anni difficili. Stiano attente le opposizioni. Giorgia è mortale, ma poi chi le succederà che vorrà farsene dell’Italia e degli Italiani, giovani (pochi) e vecchi (tanti), sani e malati, occupati e disoccupatati, precari e non, studenti e analfabeti?
Esiste una emergenza politica ed istituzionale in Italia, certo. Le idee e le scelte politiche ed economiche della destra italiana vanno contrastate. Vanno contrastate abitudini, culture e comportamenti delittuosi come la corruzione, l’evasione fiscale, l’abuso edilizio, le morti sul lavoro, la precarietà occupazionale e i salari di fame, la deturpazione dell’ambiente e del paesaggio. Per far questo una sola manifestazione di piazza non può bastare. Va organizzata la protesta sociale, vanno recuperati alla partecipazione politica quelli che per necessità e condizione economica ne sono stati esclusi. E per far questo bisogna saper cogliere nella ignavia degli altri la loro maggiore debolezza. Bisogna, dall’opposizione, saper utilizzare le tecniche di antiche arti marziali facendoli rotolare su sé stessi. Oggi, non domani.
Ai fini di un cambiamento dello spazio politico diventa essenziale la capacità di leader che sappiano suscitare entusiasmo e speranza togliendo dal sonno della partecipazione decine di migliaia di persone che con il loro supporto potrebbrro realizzare quello che rebus sic stantibus appare quasi impossibile