Scegliendo “fior da fiore” segnalo i fatti meno degni di nota della politica italiana degli ultimi giorni.
Chiuse le liste elettorali spiace dover constatare che una parte dei leader e delle leader di partito, tra le quali, ahinoi, Elly Schlein, sono presenti nelle liste ma non andranno mai in Europa tradendo di fatto la volontà degli elettori. Berlusconi, presente nel simbolo di Forza Italia, ci andrà in effigie. Non possiamo non prendere atto che Giuseppe Conte ha invece rinunciato a candidarsi dimostrando che non intende ingannare gli italiani. Continuerà quindi a portare avanti la sua lotta politica in Italia. Contro Chi? Probabilmente ancora contro la Schlein, almeno fino alle elezioni. Anche Salvini non si è candidato, ma onorevolmente si è fatto sostituire dalla sua controfigura, il generale Vannacci. Renzi invece è stato onesto, si è candidato chiarendo però che, se dovesse essere eletto, andrebbe effettivamente in Europa per non truffare gli italiani. Essendosi collocato all’ultimo posto nelle liste, sembra difficile immaginare che la cosa possa verificarsi e quindi ci si domanda com’è possibile che si sia prestato semplicemente a dare una mano. Non dimentichiamo che l’unica volta che Renzi ha regalato qualcosa di valido agli italiani è stato quando, in un momento di evidente distrazione, avviò Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Del tutto comprensibile la candidatura di Sgarbi nelle liste di FdI il partito che, da quando è al governo, non ha mai negato la protezione a chi ha qualcosa da farsi perdonare (evasori fiscali, titolari di concessioni balneari, tassisti oltre alla Santanchè). Lo spettacolo della presentazione delle liste si è però chiuso con una straordinaria performance della Premier che, rivolgendosi agli elettori, ha dichiarato: “Io sarò sempre una del popolo, quindi votate Giorgia”. Ecco, la Meloni vorrebbe che tutti gli elettori la chiamassero Giorgia, come fanno la sorella, il cognato, l’ex compagno e, naturalmente, il suo caro Viktor. Chissà che non sia stata tentata di aggiungere: “Se mi coprirete di preferenze avrò modo di ringraziarvi tutti, uno per uno. Sulla scheda elettorale segnate il vostro nome, il cognome e il numero di cellulare. Andate tranquilli, tanto l’amico al Viminale dirà che quelle pacifiche e cordiali notizie non sono motivo di annullamento del voto”.
La dirigente scolastica del liceo Leonardo da Vinci di Firenze è stata sommersa da lettere di insulti e minacce per aver diffuso tra gli studenti, in occasione del 25 aprile, una lettera circolare di chiaro tenore antifascista. Tra le altre missive ce n’era una con dello sterco. Peccato che non ne abbiano approfondito l’esame: con un po’ di applicazione si sarebbe forse potuto capire di quale partito fosse elettore il fantasioso mittente.
In perfetta consonanza con la sua visione politica la Schlein si oppone con fermezza (a sinistra da un po’ di tempo ci si oppone con fermezza ma senza grandi risultati) ad ogni tentativo di discriminazione nella scuola pubblica. Dove ricorra la compresenza consistente di più etnie, sarà lasciata ai consigli di istituto l’autonoma scelta di sospendere le attività scolastiche per consentire il rispetto di ricorrenze di altre religioni. La Schlein sta valutando l’opportunità di inserire nel simbolo del PD la scritta, attualissima ma di sapore nostalgico, “Falce e Pioltello”.
Incredibile! La stampa libera ci informa che Adolfo Urso possiede ben due “Suv”. Uno dei due è tedesco e lo si può comprendere: un omaggio alla terra che dette i natali al suo più gigantesco omonimo. Ma l’altro “Suv” è giapponese, come mai? Forse il nostro italianissimo ministro pensava di ricostruire nella sua memoria patriottica il “Roberto”, acronimo dell’Asse Roma-Berlino-Tokio costituitosi nel lontano 1940 col famoso Patto Tripartito? Se così fosse dovrebbe affrettarsi ad acquistare un terzo “Suv”, questa volta made in Italy sempreché se ne costruiscano ancora qui da noi. Oppure rivendere gli altri due per ovvi motivi di coerenza.
Dopo lo scandalo barese dei voti comprati a soli 50 euro l’uno, la destra più acuta (esiste anche la meno acuta per non dire di quella ottusa, come d’altronde negli altri partiti: è solo questione di proporzioni) ha scoperto perché il PD e la sinistra in generale insistono da anni per l’introduzione della cittadinanza italiana in base allo “ius soli”: un figlio di genitori immigrati divenuto cittadino italiano, una volta compiuti i 18 anni nella periferia degradata di una grande città degradata, sarà disposto a vendere il proprio voto anche per soli 30 o addirittura 20 euro. Sarà degradante ma una bella convenienza per il PD.
Tra qualche giorno sarà approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata: facile che alle regioni meridionali capiti l’”umido”.