Con il suo terzo impegno letterario Daniela Merola si addentra nel mondo del thriller, che aveva sfiorato nei precedenti romanzi, puntando ancora una volta l’attenzione sul mondo femminile sempre di più bersaglio di barbara violenza.
«Giugno 2021 – Assente, scomposta, quasi priva di linfa vitale giaceva lì come una bambola a cui avevano strappato la bella gonna di cotone azzurra. Fradicia di sudore, il rimmel colato, il rossetto sbavato, le scarpe rosse scorticate.»
L’incipit cattura immediatamente l’attenzione del lettore e, come su uno schermo, fa scorrere le immagini del misfatto; in una notte di luna piena una giovane donna, Dora Neri, viene braccata, violentata sulla spiaggia e stranamente risparmiata dall’aggressore. Da qui prenderà avvio tutta l’intricata, intrigante e amara storia che si snoda nella bella città di Castellamare di Stabia, adagiata in una conca del golfo di Napoli. Il serial killer che sconvolgerà i ritmi della quotidianità di tutti i cittadini ha un nome che lui stesso sibila alle orecchie delle sue vittime “Io sono il Cobra”.
A condurre le indagini sarà la squadra del Commissariato di Via Alcide De Gasperi, diretto dalla dottoressa Giulia Cangiato, amica di Dora Neri che è l’unica testimone ad aver visto in volto il Cobra. Tra ricordi confusi, angosce, paure e squarci di realtà, sarà in grado di collaborare per dipanare la matassa, che in un crescendo diventa sempre più aggrovigliata tra intrighi, legami e segreti?
Man mano che scorrono le pagine entrano in scena nuovi personaggi, ciascuno con il carico del proprio vissuto e come su un proscenio, illuminati da un cono di luce, si presentano al lettore. Sono donne giovani e mature, uomini insospettabili e loschi figuri che, volontariamente e non, complicheranno le indagini non concedendo tregua agli uomini della squadra che impareremo a conoscere da vicino, con i loro pregi e difetti, uno per tutti il vicecommissario, l’ispettore Manuele Basilio. Sarà lui a condurre in porto le indagini, quando il suo capo Giulia Cangiato uscirà di scena per sopravvenute e serie implicazioni personali e professionali.
Lungo la narrazione, l’Autrice dissemina indizi e sospetti a ogni piè sospinto, facendo crescere con maestria la tensione ad ogni nuovo omicidio, ma senza concedere alle scene di violenza atmosfere cruente superflue e sterili.
La penna di Daniela Merola si fa scandaglio, scende nei meandri più impervi dell’animo umano al fine di individuare in ciascun personaggio la sua parte in ombra. Il romanzo assume così i tratti di un vero e proprio noir psicologico.
Ciò che giace nel profondo verrà a galla attraverso i dialoghi, i comportamenti, i ricordi dolorosi, le gioie, le sofferenze patite, le cicatrici incancellabili. Senza giudicare e al contempo senza compiacere, giustificare o fare sconti ai suoi personaggi, la scrittrice affronta il tema dell’eterno dualismo tra bene e male con lucidità ed equilibrio. Quando c’è l’assenza totale del positivo, il negativo prevale e prende il sopravvento fino alle estreme conseguenze. Il male diventa tristemente l’unica modalità per la soluzione di drammi e di problemi irrisolti.
Il romanzo, che si snoda nell’arco di un anno, avvincerà il lettore con i continui colpi di scena che lo incateneranno alle pagine fino all’ultima, quando un finale inaspettato scompiglierà le carte del gioco narrativo.
«Giugno 2022 – Le indagini erano andate come meglio non si poteva… Il caso si riteneva chiuso.»
Daniela Merola lavora da venticinque anni nel campo della comunicazione, è promoter culturale, sceneggiatrice per fiction e teatro, organizzatrice di eventi e molto altro. Ha pubblicato il primo romanzo, Marta, un soffio di vita, nel 2019, il secondo, La giusta via, nel 2021, entrambi per LFA Publisher. È stata scelta tra i cinque finalisti al prestigioso premio letterario nazionale “Sanremo Writers” 2023, sezione miglior testo per fiction TV, tratto dal secondo romanzo, con il quale ha vinto una “menzione d’onore speciale” per la sceneggiatura originale.
Recensione molto interessante e accurata a un romanzo che si presenta con notevole spessore letterario e introspezione psicologica. Certamente lo leggerò.