Di tutti i negazionismi che affliggono la triste realtà che stiamo attraversando quello ambientalista è senza dubbio il più stupido. Possiamo infatti ammettere che chi nega lo sbarco degli americani sulla luna possa coltivare il sospetto che sia stata tutta una messa in scena ambientata nel deserto dell’Arizona, come qualcuno azzardò all’epoca, affidata alla regia di uno Stanley Kubrik nell’improbabile veste di falsificatore della realtà.
Anche le ipotesi più maligne sulla diffusione del Covid, voluta dalla Cina per colpire l’Occidente (pur sacrificando cinicamente la vita di qualche milione di cinesi), o dalla sete di profitti di Big Pharma o, ancora, causata da un incidente di laboratorio, possono offrire uno spiraglio, ancorché minimo, di dubbio.
Già con l’Olocausto, oggetto da sempre di un assurdo negazionismo ideologico, si va nell’incredibile. Come si possa concepire un’organizzazione così gigantesca e impenetrabile da costruire concreti e tangibili campi di concentramento, ossari, montagne di divise a strisce dei deportati, una documentazione ingente di filmati, fotografie e altri reperti? Per non dire dei milioni di testimonianze personali, di contributi storici, giornalistici e letterari per inventare i quali ci vorrebbe una cospirazione di dimensioni planetarie. E a spese di chi, poi? Dei ricchissimi ebrei superstiti? E, soprattutto, a che scopo? Per screditare dittatori riconosciuti tali già in vita e prima dello sterminio degli ebrei, come Hitler e Mussolini? Beh, in qualche mente affetta da una gravissima mania di persecuzione, un filo, sia pure irrisorio, di sospetto che l’Olocausto sia un mastodontico falso storico può essere, in teoria, tollerabile.
Il solo terrapiattismo appare totalmente destituito di ogni possibile giustificazione. Non conosco gli argomenti addotti a sostegno di questa bislacca tesi, ma basterebbe che chi la sostiene, da solo o in “lieta schiera”, intraprendesse un viaggio dall’Alaska alla Siberia per convincersi dell’assurdità. Ma anche, più semplicemente, un giro in tondo dell’Antartide potrebbe bastare. Verrebbe voglia di fare una colletta se ci fosse speranza di raccogliere qualche centesimo per una missione così demenziale.
Il negazionismo ambientale condivide col terrapiattismo l’immanenza, cioè l’esistenza concreta e presente: la terra esiste così come esistono i fenomeni climatici estremi cui stiamo assistendo da qualche anno. Chi nega che sia in atto un mutamento climatico, non può comunque sottrarsi alla constatazione dei gravissimi danni provocati in Cina, in California, in Canada, in Turchia, in Germania, in Grecia, oltre che qui da noi, da alluvioni, incendi e siccità. E deve fare oggettivamente i conti con le temperature abnormi, sia in estate che in inverno.
Quindi, mentre non sorprende che nel Governo e nella maggioranza che lo sostiene ci siano, eccome, quelli che negano l’Olocausto o lo sbarco sulla luna, sconcertano le esternazioni di numerosi esponenti tese ad oscurare o a ridimensionare il problema del mutamento climatico in atto: è emblematico al riguardo l’uso da parte della Meloni dell’espressione “fanatici ambientalisti” per stigmatizzare il comportamento dei giovani che hanno protestato imbrattando i monumenti e che, passata l’estate, ricominceranno meritoriamente in qualche modo.
Ma ciò che fa rabbrividire, aldilà di ogni sospetto di malafede, è l’assenza di qualunque iniziativa del Governo in proposito. E non ci riferiamo soltanto all’obbiettivo di ridurre le emissioni di CO2, in merito al quale la posizione di retrovia dell’Italia è condivisa da altri Paesi, ma anche a quello, ineludibile, di proteggere il territorio nazionale e chi ci vive con interventi di natura idrogeologica, con piani di rimboschimento e di piantumazione, tutte iniziative di cui c’è bisogno da tempo ma che oggi appaiono improcrastinabili se si vogliono ridurre i danni alle persone, alle cose ed alle attività produttive.
Il nostro Governo invece, ignorando gli appelli sempre più pressanti del Papa e del Presidente Mattarella, procede fieramente sottraendo risorse anche ai piani di intervento già avviati e si trastulla sprecando le risorse presenti e quelle future in favore degli evasori fiscali grandi, medi e piccoli per scopi biecamente elettoralistici. Quale altra catastrofe dovrà succedere perché l’allegra brigata di Giorgia Meloni si accorga che governare significa anche occuparsi dei problemi veri della gente e non solo divagando con l’istituzione di commissioni parlamentari di inchiesta, costituzionalmente discutibili, al solo scopo di colpire le opposizioni?