Elena Ethel Schlein, detta Elly, è la nuova segretaria del PD. Primarie, elezione plenaria del leader, coinvolgimento degli elettori oltre che degli iscritti al partito. Sembrerebbe il trionfo di un sistema democratico, di una democrazia che si rinnova sostituendo, cambiando, i suoi protagonisti. È già accaduto proprio nel PD con l’elezione di Matteo Renzi, è accaduto in modo diverso anche nel centro destra, nella destra, con la Meloni capo del Governo. Noi non ne siamo convinti e proveremo a spiegarlo.
Siamo stati abituati, anche per la ricchezza delle fonti, a considerare la Storia come il susseguirsi di condottieri in capo ad eserciti di guerrieri pronti a sacrificare la propria vita in nome e per conto del loro re o imperatore. La costruzione di imperi e il loro dissolversi, la nascita di nuovi piccoli e grandi stati sono descritte come processi determinati dalla capacità dell’imperatore, del re, del capo di stato che ha conquistato il potere disarcionando e trucidando l’avversario avvalendosi della fedeltà dei suoi subalterni.
Con la costruzione degli stati moderni, con lo sviluppo e il consolidamento dei sistemi parlamentari e democratici si è tentato di mettere al riparo il presente e il futuro dei cittadini dalla furia di un potere conquistato con la forza, insensibile ai diritti degli oppositori. La democrazia si fonda, giuridicamente e sostanzialmente, sul consenso dei cittadini elettori e il potere si articola e suddivide tra i portatori di interessi diversi, in una dinamica di mediazione. Il che non significa immobilismo e rinuncia alla possibilità di prefigurare percorsi di sviluppo tra loro alternativi che mai possono contemplare l’annientamento dell’avversario, piuttosto prevedere livelli di compensazione per chi da certi processi è danneggiato o escluso. Questa dinamica può attivarsi solo se tutti gli interessi trovano una loro appropriata forma di rappresentanza, possono organizzarsi in forze politiche, organizzazioni di categoria, sindacati, associazioni, dove linee di azione, progettazione ed elaborazione di strategie e tattiche vengono condivise dai diversi gruppi. Questa non è teoria ma un sistema codificato in leggi e regolamenti in tutti i paesi democratici. Eppure, nelle democrazie, i diversi gruppi di interesse sono sempre alla ricerca di un leader, di un capo che in qualche modo incarni la figura dell’antico condottiero mostrandosi così incapaci di attivare dinamiche di partecipazione attiva.
La Schlein è certamente persona che ha mostrato capacità e intelligenza nello svolgere la sua attività politica nelle istituzioni rappresentative europee e nazionali, oltre che regionali. Ha convinzioni chiare, il suo posizionamento progressista non è in discussione e in più occasioni si è mostrata determinata nel difendere le sue posizioni. Per questo il fatto che è stata scelta e non nominata da occulti centri di potere come segretaria nazionale di una formazione politica in continua definizione, ma pur sempre di rilevanza nazionale, è un dato certamente positivo. Opinioni, visioni strategiche, interessi troppe volte costretti al silenzio e alla marginalità, con lei a capo del partito potranno ritrovare visibilità. C’è però da chiedersi su quali gambe camminerà il suo progetto. Tutti sembrano essersi messi alla finestra e, a parte qualche conservatore che ostinatamente pretendeva e pretende di sedere nei banchi a sinistra dell’emiciclo delle aule parlamentari, che ha annunciato la sua fuga al “centro” o a “destra”, tutte le carte sono ancora da giocarsi.
Sta di fatto che il mondo del lavoro è imprigionato in logiche e politiche sindacali che poco o nulla hanno di progressista, poco rappresentano gli interessi dei più deboli e/o dei più qualificati e si mostrano incapaci di una visione politica generale. La dinamica politica e sociale è bloccata dal sovrapporsi di veti posti dai gruppi di potere annidati in tutti i gangli dello Stato e dell’associazionismo. Il mondo dell’imprenditoria è ricattato da una finanza sovranazionale strozzina. L’università, il mondo della ricerca, della formazione e della scuola non riesce ad esprimersi con la necessaria autonomia, perdendo ogni autorevolezza. In troppi si sentono in pericolo e si sono rinchiusi nel difendere i loro privilegi che tentano di trasferire ai loro eredi, naturali o acquisiti.
Dell’elezione della Schlein alla segreteria certo ne beneficeremo per ora più come spettatori televisivi che come cittadini, visto che probabilmente l’informazione si arricchirà di qualche tono diverso, non sarà più monolitica, accondiscendente al potere. Minore legittimità avranno addormentatori professionisti o piagnucolosi sconfitti. Siamo però ancora lontani dalla riattivazione di una dinamica politica visto che proprio nel PD in pochi sembrano disposti a mollare le posizioni conquistate nelle istituzioni politiche ed economiche, europee, nazionali e regionali.
Insomma, per ora più che ad un avvicendamento, ad una dinamica tra linee politiche diverse, abbiamo assistito ad un avvicendarsi nel panorama politico, e non solo nell’area progressista, tra corpi senza teste e teste senza corpi. Ora una testa c’è, bisognerà capire se la Schlein riuscirà a ridar ossigeno a quelle poche parti non ancora imputridite o marcescenti presenti nella società italiana, nell’area progressista, nelle organizzazioni sociali. Noi prima che alla segretaria, facciamo gli auguri alla Democrazia e alla Politica.
Si il Capo c’è, con idee più chiare, più condivisibili anche per chi non ha mai votato PD ma si colloca nel campo progressista. Adesso bisogna vedere se riuscirà a mettere insieme un blocco sociale, come si diceva una volta, e costruire quella rete di alleanze nella società a partire dalla rivitalizzazione dei corpi intermedi e dell’associazionismo. Dobbiamo dare alla nuova segretaria del PD un po’ di credito. Certo davanti a sé ha lo scoglio della posizione sulla guerra che deve saper sciogliere a favore di un atteggiamento più decisamente pacifista; ma anche per questo, che è la priorità assoluta per ricostruire una politica di sinistra e un campo largo progressista c’è bisogno di tessere intelligentemente le trame.
Condivido quanto esposto nell’articolo, auguro alla nuova segretaria del PD di lavorare in modo proficuo per la classe sociale meno abbiente. Abbiamo grossi problemi nella sanità, nella scuola, nei trasporti, ci sarà da lavorare molto. Spero solo che i suoi compagni di partito non le mettano i bastoni fra le ruote.
Si, auguri alla nuova segretaria del partito, ma soprattutto auguri alla Democrazia e alla Politica, come dice Giuseppe Capuano.