Diario di chi vorrebbe capire: 18 gennaio 2023

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Trovare spunti distensivi in una informazione che ci propone quasi esclusivamente catastrofi, violenza, fanatismo, corruzione, volgarità e ignoranza diventa sempre più difficile. È quasi impossibile evadere dai guai che imprigionano ciascuno di noi come in una serie di sfere concentriche sempre più ampie, a partire da quella del nostro condominio per allargarsi poi progressivamente a quelle del quartiere, della città, dell’Italia, dell’Europa e del pianeta tutto. Per nostra fortuna proprio gli eventi terribili che ci vengono proposti dalla cronaca ne offrono spesso l’occasione. Ad esempio, restando nella prima sfera, ci si può chiedere se sia opportuno andare a una riunione di condominio senza giubbotto antiproiettile dopo la strage di Roma del dicembre scorso, nella quale trovarono la morte tre donne.

Nelle sfere del quartiere e della città non ci sono stati eventi tali da meritare un’elaborazione in senso ironico. Per la sfera italiana c’è invece soltanto l’imbarazzo della scelta perché non passa giorno senza che qualche politico, specialmente se del governo, non presti il fianco a un commento sarcastico o a una notazione umoristica. La cosa avviene spesso a seguito di eventi rilevanti come, ad esempio, la cattura di Matteo Messina Denaro dopo trent’anni di latitanza. Cosa gli succederà? Gli daranno il carcere duro che affronterà virilmente con un bel po’ di viagra? Il Governo cambierà nuovamente il decreto sull’ergastolo, in via di conversione in legge, che scarica sui magistrati l’onere di valutare caso per caso se esistono le condizioni per comminare la pena maggiore? Sarebbe l’ennesimo passo indietro di questo Governo (dopo rave, immigrati, condono, soglia dei pagamenti in contanti, POS, flat tax per partite IVA, intercettazioni) e si direbbe che la Meloni sta riducendo la seconda parte dell’eroico motto mussoliniano (Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi) in un più ragionevole “…se indietreggio… abbiate un po’ di comprensione, in fin dei conti io sono una donna, sono una madre sono pure cristiana”.

Comunque si concluda la vicenda dell’ergastolo l’obiettivo del Governo è stato però raggiunto: escludere dall’ergastolo ostativo i reati contro la pubblica amministrazione che sono, tanto per intenderci, peculato, corruzione, concussione ecc. reati che, anche se ci collocano tra gli Stati più corrotti nella classifica mondiale, non sono poi tanto gravi secondo il Governo. Ma poi cos’è lo Stato nella visione e soprattutto nell’azione politica di Giorgia Meloni? Lo Stato è quella struttura persecutrice che, se non paghi le tasse, ti dichiara una guerra senza quartiere dalla quale ti può salvare solo la mediazione della Destra che riesce sempre a ottenere una “pace fiscale” decorosa per gli evasori. Lo Stato è quel covo di inguaribili pessimisti della Banca d’Italia e dell’Ufficio Parlamentare del Bilancio, che vedono nell’elevazione della soglia dell’uso del contante uno stimolo all’evasione e ai pagamenti in nero. Lo Stato è infine quello che ti insegue con la siringa in mano per iniettarti una sostanza misteriosa chiamata vaccino. No, meglio lasciar perdere lo “Stato” e parlare di “Nazione” o forse un giorno di “Patria”, concetti non solo più elevati ma che soprattutto lasciano che gli italiani, patrioti e non, curino i propri affari in piena libertà (dando corpo allo “Stato liberale” così come se lo immaginano i partiti di destra).

Sarebbe interessante conoscere l’opinione di Dante anche su questa tematica. Il Ministro della Cultura Sangiuliano, che lo ha evocato dopo averlo studiato a fondo, potrebbe dare una mano in questo senso, facendosi aiutare dagli esegeti con i quali ha collaborato nella sua carriera di giornalista e di direttore di rete, come Vittorio Feltri, Giuliano Ferrara e Augusto Minzolini. O, meglio ancora, dalla leghista Lucia Borgonzoni, oggi sottosegretaria nel suo stesso dicastero, posizione miracolosamente conseguita malgrado le sue gaffe, tra le quali spicca quella in cui sostenne che l’Emilia confina col Trentino e con l’Umbria fallendo clamorosamente sia il confine settentrionale che quello meridionale. Ma, quanto a gaffe, Sangiuliano non è secondo a nessuno: nei primi cento giorni di governo ne ha totalizzate almeno tre o quattro. Gli piace parlare. Andrebbe pedinato per non perdere nessuna delle sue esilaranti uscite.

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