Al termine dell’incontro con i vertici europei dei primi di novembre Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione perché ha avuto occasione di spiegare che il Governo da lei presieduto non è composto da “marziani ma da persone in carne ed ossa”.
La parola “marziano” è entrata nel nostro linguaggio comune all’inizio degli anni ‘50 soprattutto a seguito del successo che ebbero nelle nostre sale cinematografiche alcuni film americani di fantascienza che trattavano di extraterrestri provenienti in particolare da Marte, il pianeta a noi più prossimo. Il primo di questi film, “Ultimatum alla Terra”, del 1951, parlava dell’arrivo sul nostro pianeta di un extraterrestre saggio ma i film che lo seguirono, “La guerra dei mondi” e “Destinazione Terra”, entrambi del 1953, mettevano invece l’umanità difronte a prospettive inquietanti.
Gli abitanti del pianeta Marte furono definitivamente acquisiti alla nostra cultura da Ennio Flaiano, scrittore, sceneggiatore, giornalista particolarmente stimato ed amato negli ambienti culturali della capitale: il suo sottile sarcasmo ha partorito aforismi tuttora circolanti come, ad esempio, “La situazione politica italiana è grave ma non seria”; “In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”; “Gli italiani corrono sempre in soccorso dei vincitori”. Nel 1954, proprio sull’onda della popolarità dei film di fantascienza, Flaiano pubblicò un breve racconto dal titolo “Un marziano a Roma” che descriveva la sorpresa e lo stupore con cui un alieno scopre un mondo che non conosce, ma anche l’atteggiamento con cui gli ospiti reagiscono all’incontro con l’ignoto.
L’affermazione della Meloni innanzi citata intendeva evidentemente dissipare ogni sospetto sull’affidabilità di un Governo politicamente inedito. Temiamo però che la Premier abbia indebitamente esteso a tutta la compagine governativa una qualità, il non essere marziano, valida forse solo per lei. In effetti nel Governo non mancano i marziani nell’accezione più semplice, cioè di soggetti del tutto estranei alla realtà del pianeta in cui sono capitati, cioè del governo di un paese democratico.
La maggioranza che sostiene il Governo ha avuto modo, sin qui, di esibire più di un marziano, a cominciare dal presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana (da non confondersi con Attilio, anche lui leghista ma di provenienza più incerta a giudicare dallo sguardo rivolto ad orizzonti lontani): la visione dell’intransigente Lorenzo è lontana anni luce, altro che Marte, dalla coscienza prevalente nella parte più civile del nostro pianeta in materia di matrimonio e di rapporti genitoriali.
Il presidente del Senato La Russa invece è un marziano di seconda generazione al quale hanno spiegato che il 25 aprile è la festa dei comunisti. Un altro marziano è Piantedosi, già prefetto di ferro, oggi Ministro dell’Interno di metallo più duttile (forse una lega?), ma nato in effetti dal suo predecessore e sponsor Salvini per gemmazione, come avveniva per gli alieni nel famoso film “L’invasione degli ultracorpi”, tanto per restare nel mondo della fantascienza. E, a proposito di gemmazioni, su Marte deve essere nato e vissuto per un bel po’ anche il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato: benché farmacista di professione, ha messo in discussione candidamente l’effetto delle vaccinazioni sulla pandemia da Covid. Sarà il caso che alla prossima epidemia le farmacie vengano messe in condizione di incassare, oltre alle vagonate di euro delle mascherine e dei tamponi, anche quelle dei vaccini: chissà, può darsi che il sottosegretario ne apprezzi finalmente l’utilità.
È nota anche la vocazione marziana di Pichetto Fratin, titolare per qualche ora del dicastero per la Pubblica Amministrazione poi consegnato al fratello minore del dottor Zangrillo senza alcuna protesta da parte di nessuno dei due, forse perché entrambi fieramente incompetenti in materia. Pichetto Fratin è stato poi insediato in quello per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica. La sua provenienza extraterrestre è emersa in occasione del COP27 tenutosi in Egitto: totalmente a digiuno della lingua inglese, ha conversato col suo omologo statunitense per mezzo di un interprete. Per fortuna aveva ben poco da dire sul tema capitale del meeting. Il Ministro della Cultura Sangiuliano ha invece dato un chiaro segno di doppia personalità: poiché non è normale che un ministro si dia ragione da solo su Twitter, è ragionevole pensare che l’essere che ne ha condiviso l’affermazione iniziale provenga da un altro pianeta. Staremo a vedere.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito merita una menzione speciale. Ha esordito inviando agli studenti, per la prima volta in Italia, una lettera di celebrazione della caduta del muro di Berlino e della sconfitta del comunismo (iniziativa che presuppone una visione degli avvenimenti mondiali accessibile soltanto a chi guarda la sfera terrestre da un altro pianeta – Marte? – col rischio di perdersi qualche insignificante evento nazionale, come il 25 aprile e, chissà, forse anche il 1° maggio e il 2 giugno). Non contento si è poi spinto fino a suggerire che il reddito di cittadinanza deve essere negato a chi non ha rispettato l’obbligo scolastico: insomma il reddito di cittadinanza bisogna meritarselo con l’istruzione, giustificando così la nuova denominazione da lui imposta al suo dicastero.
Ma il più marziano di tutti, e non da oggi, è Salvini il quale vive ormai da anni nella via Lattea, sistema solare compreso e Marte incluso. Alla Lega lo lasciano ancora fare, non si sa cosa, ma soprattutto dire tutto quello che gli passa per la testa: misteriose, indecifrabili onde magnetiche gli suggeriscono le più imprevedibili sparate. Gli ultimi esempi dello scollamento totale di Salvini dalla realtà terrena sono la richiesta di uno scostamento di bilancio di 50 miliardi di euro, la ripresa del progetto per la costruzione del mitico ponte sullo stretto “in unica campata di tre chilometri” ed ultimamente un bonus di 20.000 euro alle coppie che si sposano in chiesa.
Saranno state queste affermazioni di Salvini a spingere Elon Musk a chiedergli di incontrarlo? Avrà forse il supermiliardario americano riconosciuto in esse l’impronta del “pianeta rosso” di cui lui stesso è innamorato al punto di voler finanziare viaggi turistici per miliardari desiderosi di dargli un’occhiata? Che compito vorrà affidare Musk al nostro marziano padano? O viceversa, cosa vorrà scroccargli il leader leghista?
E sin qui siamo soltanto al primo mese di vita di questo Governo incautamente definito “non marziano” dalla sua leader. Chissà quante altre “balle spaziali” dovremo ascoltare quando verrà alla luce anche la natura “aliena” delle ministre Roccella, Locatelli e Santanché, nonché di sottosegretari come Sgarbi e la Rauti. Possiamo solo augurarci che Kunt, il marziano del racconto di Flaiano, a quasi tre quarti di secolo di distanza abbia ancora ragione e che gli italiani si sottraggano presto al fascino di questo Governo, così come avvenne per il suo sbarco a Roma e per tanti altri fenomeni eccezionali.