Innocenti evasioni

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Prosegue la marcia appena iniziata, si spera non lunga, del governo Meloni. Dopo l’elezione tutt’altro che pacificatrice dei Presidenti dei due rami del Parlamento, prendono corpo i primi provvedimenti concreti e divisivi. Certo, il giudizio sull’operato di un Governo, specie se espressione di una svolta politica, deve essere prudente: qualcuno sostiene che contano solo i fatti, mentre i più attenti ritengono vadano considerate anche le omissioni. Si possono quindi esprimere valutazioni sull’inerzia del Governo in merito al comportamento a dir poco sbrigativo delle forze dell’ordine in occasione della manifestazione studentesca davanti all’Università “La Sapienza” così come sullo stop all’attracco delle navi Ong piene di naufraghi, tanto per fare degli esempi. Ma forse il modo più opportuno sarà quello di quantificare i danni provocati dai fatti e dalle omissioni.

Allo stato è difficile cogliere aspetti positivi nell’azione del nuovo Governo mentre quelli negativi sono di un’evidenza palmare. Le prime mosse suonano come un “ringraziamento” a frange consistenti dell’elettorato che ne ha determinato la nascita: i no-vax e gli evasori fiscali. È prevedibile che entrambe avranno effetti deleteri. La riammissione anticipata in servizio del personale medico e sanitario che si è sottratto alla vaccinazione contro il Covid appare come un pugno nell’occhio a tutti i colleghi, la stragrande maggioranza, che si sono attenuti alle regole, una sorta di condono simbolico che significa “il governo è con voi”. Come saranno accolti nei vari reparti ospedalieri questi ineffabili trasgressori? Le Direzioni Sanitarie li metteranno subito a contatto con gli ammalati, i fragili per antonomasia? Staremo a vedere, ma intanto sono sospese fino al prossimo mese di giugno anche le multe a chi ha evaso l’obbligo di vaccinarsi.

Sarà graziata anche la storica, classica evasione fiscale attraverso “la tregua”, una sorta di “cessate il fuoco” tra lo Stato e i contribuenti non in regola, preludio forse della “pace fiscale” salviniana, pudicamente messa da parte per il momento. Né il Governo sembra essersi dimenticato di chi corrompe, di chi si lascia corrompere e di chi agisce nell’ombra, elevando la soglia del contante a 5.000 euro pur contenendo, ancora una volta, l’estremismo del salvifico Salvini che la proponeva, com’è noto, nella misura di 10.000 euro. Sulle misure volte a favorire le predette tipologie sociali è spontaneo formulare alcune ipotesi: sono dirette a depotenziare i messaggi elettoralistici dell’irrequieto segretario leghista o costituiscono il prezzo dell’appoggio elettorale degli evasori, corrotti e corruttori che hanno votato a destra? Viene da chiedersi: che differenza c’é tra l’acquisto in contanti di un singolo voto e il prospettare vantaggi economici in caso di vittoria a ben individuate categorie di elettori? Si dirà: il primo è un comportamento penalmente rilevante, il secondo no! Ovvio, eppure, mentre la spesa per un singolo voto è a carico del candidato, quella per sdebitarsi con gruppi sociali ai quali sono stati lanciati chiari messaggi durante una campagna elettorale graverà sui contribuenti che pagano le tasse e magari si sono pure vaccinati.

Non si può infine non rilevare come, per la Meloni e il suo team, lo Stato debba essere intollerante con immigrati, Ong e organizzatori di rave-parties e, viceversa, tollerante con chi evade norme di ben altro impatto sociale perché riguardano le entrate di bilancio e la salute degli italiani. Gli evasori, fiscali e no-vax, si possono mettere tranquillamente sotto i piedi la “Nazione”, la “Patria”, con buona pace di Giorgia Meloni. La quale, tanto per capirci, non esita a ricorrere a forzature strumentali e talvolta clamorose della realtà per giustificare le “magnifiche sorti e progressive” del Governo da lei presieduto. Per negare l’indiscussa validità dell’azione dei precedenti governi nel contrastare la pandemia, la ha inquadrata in una inesistente matrice ideologica negandole ogni base scientifica. Altrettanto mistificatorio è stata l’argomento portato dalla Meloni a sostegno dell’elevazione della soglia dei pagamenti in contanti: si è limitata alla citazione di una frase pronunciata dell’ex ministro dell’Economia Padoan a favore dell’elevazione, poi pubblicamente smentita dallo stesso, che ne ha attribuito la causa ad una imposizione dell’allora premier Matteo Renzi.

In conclusione, pur volendo ispirare ad un principio di prudenza la valutazione sull’attuale Governo, non si può sorvolare né sull’opportunismo di molte delle sue scelte né sul ricorso a giustificazioni campate in aria.

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