L’ambiente era completamente al buio.
La presenza di forme viventi si poteva solo intuire, ma era impossibile distinguerne la fisionomia.
I respiri erano regolari, le sagome immobili.
Il fetore, invece, si percepiva distintamente.
Avrebbe dovuto indossare una maschera antigas.
Purtroppo non ci aveva pensato, per cui si ritrovava costretta a procedere turandosi il naso con un fazzoletto.
Le veniva il sospetto che, da qualche parte, in un anfratto a lei sconosciuto, fosse stipata la carogna in putrefazione di chissà quale animale, mai neanche menzionato nei trattati di zoologia.
Costretta a procedere in quell’ecosistema, che già aveva visitato altre volte, sapeva che la sua unica salvezza era rappresentata dalla fonte di luce e dall’aria, ma in quel buio pesto sembrava un’impresa ai limiti del possibile.
Procedeva a tentoni, avendo cura di scansare le insidie che quell’ambiente ostile, nella più totale oscurità, nascondeva alla sua vista.
L’aria, satura all’inverosimile di anidride carbonica, era irrespirabile, al punto da farle temere di perdere i sensi da un momento all’altro.
Avanzando avvertiva distintamente i respiri delle tre creature che popolavano l’area.
Vincendo la nausea, che le annunciava un imminente svenimento, riuscì a raggiungere il suo obiettivo.
E aprì la finestra.
Un’ondata di luce e aria fresca si diffuse nell’ambiente e l’ossigeno tornò a circolare nei suoi polmoni.
I suoi tre figli erano lì, che dormivano beatamente nel caos della loro stanza disseminata di scarpette da ginnastica maleodoranti all’inverosimile, calzini sporchi, che emanavano una puzza nauseabonda e felpe sudate, che sembravano essere state immerse in un concentrato liquido di cipolle andate a male.
Restò ancora qualche minuto a prendere aria dalla finestra aperta prima di procedere alla bonifica dell’ambiente.
Raccolse in una cesta quelli che, non molto tempo prima, erano stati capi di abbigliamento puliti e ben stirati e, per qualche attimo, restò indecisa fra il tornare a lavarli, restituendogli la dignità perduta o dargli fuoco, per mettere fine alla loro agonia.
Con quel fardello in braccio, uscì dalla stanza dei suoi figli, maschi e adolescenti, e per un attimo si voltò a guardare quei tre alieni, che amava più della sua vita.