Come tutte le sere Aldo percorreva, con la solita andatura regolare, il breve tragitto che separava il suo piccolo negozio di libri dalla stazione ferroviaria, per prendere il treno che lo avrebbe riportato a casa.
Anche quel giorno aveva venduto un solo libro e si era chiesto se valesse la pena continuare o lasciar perdere e chiudere i battenti.
Salito sul treno, viaggiava sconsolato verso casa e rifletteva sul da farsi, quando un anziano signore seduto al suo fianco cominciò a parlargli dei suoi nipotini e di come riuscisse a catturare la loro attenzione leggendo libri.
Dapprima distratto, poi sempre più interessato, Aldo seguiva con attenzione il racconto di quel vecchio che ogni sera tirava fuori, da grossi volumi, le storie giuste per i suoi piccoli ascoltatori.
Modificando la voce e interpretando le varie parti, dava vita ai personaggi, fino a farli divenire figure reali, che si muovevano intorno ai suoi giovani spettatori.
Principi, maghi, fate, contadini, soldati, animali parlanti, streghe, folletti e i mille altri protagonisti della letteratura dell’infanzia si materializzarono nel vagone ferroviario, seguendo l’orchestrazione impartita dall’anziano signore seduto al suo fianco.
Aldo ascoltava, rapito, il racconto dell’uomo che narrava storie e dei suoi personaggi, che prendevano vita al suono delle sue parole.
Continuò ad ascoltarlo per tutta la durata del viaggio e quando arrivò a destinazione si rammaricò di non abitare più lontano e di dover già scendere dal treno.
Nel salutare il vecchio, Aldo si rese conto che la sua fantasia gli aveva fatto vivere un’esperienza forse irripetibile, a meno che non avesse recuperato quel piacere di leggere che lo aveva spinto, tanti anni prima, ad aprire il suo negozio di libri, per condividere quell’innata passione per la lettura.
Chissà se l’allegra comitiva dei personaggi evocati nei racconti in treno, che come d’incanto avevano preso forma e lo seguivano verso casa, sarebbe riuscita a restituirgli fiducia e passione nel lavoro di libraio che tanto amava.