È stato un attimo

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Il disincanto con cui osservava e commentava ciò che gli accadeva intorno cominciava a essere preoccupante, specie quando la sua compagna di una vita gli faceva notare che stava diventando cinico.

Di sicuro il trascorrere degli anni e l’età che avanzava avevano inciso sulla trasformazione del suo carattere, senz’altro deciso ma naturalmente propenso alla ricerca della mediazione in ogni situazione di conflitto.

Non che ora cercasse la rissa, ma non era più conciliante come in passato e gli bastava poco per infervorarsi in discussioni che in altri tempi avrebbe brillantemente gestito con quella sophrosyne tanto cara ai filosofi greci.

In definitiva, sulla soglia dei sessant’anni, si stava trasformando in un rompicoglioni, o forse lo era sempre stato e se ne stava accorgendo solo adesso?

Assorto in questo dubbio amletico, nel pigro risveglio di un sabato mattina uguale a tanti altri che l’avevano preceduto, fu scosso dall’improbabile suoneria che aveva associato alle notifiche dei messaggi ricevuti tramite WhatsApp.

La cacofonia di quel suono doveva essere stata la scelta maturata in uno di quei periodi di depressione che, da un po’ di tempo, rendevano particolarmente pesante da sopportare la routine giornaliera.

Quell’effetto acustico, così fastidioso, il più delle volte aveva la conseguenza, che tutto sommato non gli dispiaceva, di indurlo a glissare sulla lettura del messaggio, rimandandola a un altro momento.

Fu però l’identificazione di un mittente a lui caro a indurlo a vedere di cosa si trattasse.

Non c’era un testo, solo una foto.

L’immagine lo ritraeva ancora giovane, in riva al mare, con la ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie, in compagnia degli zii materni.

In un attimo quei volti sorridenti, specie di chi non c’era più, lo commossero fino alle lacrime, facendogli ripercorrere all’inverso lo scorrere degli anni.

Era il tempo dei sogni e delle speranze e non c’era spazio per le inevitabili delusioni che gli avrebbe riservato la vita.

L’assenza di certezze materiali non gli procurava alcun disagio, perché la misura delle cose gliela davano gli ideali e i sentimenti: e questo gli bastava.

Quando venne il tempo di ridefinire gli obiettivi, e rinunciare ai sogni, lo fece serenamente, con l’aiuto della donna che aveva accanto da sempre.

La nascita dei figli sovvertì definitivamente l’ordine delle sue priorità e gli diede nuovi e più forti stimoli.

Intanto qualcuno era venuto meno, lasciando vuoti incolmabili fatti di parole non dette o di abbracci non dati.

Riguardando quello scatto di più di trent’anni prima, gli sembrò che quella parte della sua vita fosse trascorsa in un attimo.

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