Quella giusta

tempo di lettura: 2 minuti

La ragazza girava scalza per casa, coperta solo da una canotta che non lasciava troppo spazio all’immaginazione, facendo intuire la generosità di forme a malapena celate.

Lei gli abbozzò un timido sorriso vedendolo seduto al tavolo della cucina intento a sorseggiare il primo caffè della giornata.

Nessuno dei due ricordava come si chiamasse l’altro e questo rendeva l’atmosfera alquanto surreale.

Le presentazioni erano avvenute a tarda notte e in maniera frettolosa: di certo c’era solo che avessero dormito entrambi in quella casa.

Mentre lei trafficava fra i mobili della cucina alla ricerca di una tazza in cui versare il latte preso dal frigo, lui si rese conto che in quel momento indossava solo un paio di boxer oversize e una t-shirt extralarge: il meglio per dormire comodi, ma certo non il massimo al cospetto di una bella ventenne!

Ripensandoci, però, si rese conto che prima di lei, la mattina dopo, erano state in tante a vederlo così, in déshabillé, e nessuna aveva mai trovato nulla da ridire.

Intanto la giovane donna, con fare disinvolto, gli si era seduta accanto per bere il suo caffelatte, in cui inzuppava generosamente quei biscotti che lui avrebbe volentieri mangiato di lì a poco, se solo ne fosse rimasto qualcuno.

Il dispendio di energie durante la notte probabilmente esigeva di essere compensato in qualche modo e poi, pensò, la colazione è il pasto più importante della giornata, specie per i giovani: peccato che lui si sarebbe dovuto accontentare solo del caffè.

Pazienza, almeno i valori glicemici non ne avrebbero risentito, per la gioia del suo diabetologo.

Dopo aver macinato l’abbondante colazione, la ragazza uscì dalla cucina e gli sembrò che, allontanandosi, ondeggiasse volutamente il bacino; ma forse la malizia di quello sculettamento era solo nei suoi occhi di sessantenne e nel retaggio di un’educazione sessuale consumata sulle foto di biancheria intima dei cataloghi Vestro e Postal Market degli anni Settanta.

Intanto dall’altro lato della casa, nel silenzio di quelle prime ore del mattino, poté sentire lo sciacquone del wc e poi, in rapida successione, la porta del box doccia che si apriva, una prima e dopo poco una seconda volta, l’acqua che scrosciava a lungo, molto a lungo, e alla fine qualcuno che usciva dalla cabina doccia, il rumore del fon e i passi di due persone.

Quando un quarto d’ora dopo suo figlio si presentò sulla porta della cucina insieme a quella bella ragazza, che poco prima aveva divorato i suoi biscotti, salutò entrambi con il sorriso rassegnato del padre che spera sempre che l’ennesima sia la ragazza giusta.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto