Fuga dalla realtà

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Non che i notiziari televisivi fossero in passato tutti rose e fiori: non mancavano gli omicidi di mafia, gli episodi di terrorismo e, di tanto in tanto, qualche disastro tipo Moby Prince e Costa Concordia nonché, a intervalli più o meno regolari, vere e proprie catastrofi sismiche o idrogeologiche. Da un po’ di tempo in qua i notiziari sono invece diventati un incubo. La sera ci si appresta ad accendere il televisore già molto preoccupati. Non c’è nessun àmbito della vita sociale che non produca notizie brutte, allarmanti o tragiche.

È chiaro che le sventure da cui siamo circondati non lasciano spazio al buonumore e forse neppure alla più blanda ironia. Se si vuole esercitare il diritto di guardare il mondo da un punto di vista più sereno e tranquillizzante non rimangono che il sarcasmo, magari dissacrante, oppure il “nonsense”, che esemplifica perfettamente la mancanza di senso del nostro tempo.

Cominciando dallo scenario mondiale, che senso ha l’aggressione dell’Ucraina in un mondo che si avvicina alla sua dissoluzione? Cosa avrà concluso Putin dopo aver conquistato un pezzo quasi desertificato dell’Ucraina? Potrà finalmente raggiungere il Mediterraneo, un tempo solcato dalle navi fenicie, per portare il suo petrolio o il suo gas liquefatto a paesi che non hanno i soldi per acquistarli o che, pur avendoli, mirano allo sviluppo delle energie rinnovabili? L’unico risultato sarà, a voler essere cinici (e la cosa non richiede un grande sforzo), di aver alleggerito il pianeta di alcune decine di migliaia di anime, anche russe: poca cosa rispetto all’esplosione demografica che affligge e forse condanna il pianeta. Meno male che a questo pallido tentativo di riequilibrio demografico concorrono almeno altri cento conflitti in corso, sui quali però non sono puntati i riflettori di noi europei.

E poi, sull’altro fronte, quello occidentale, che senso ha proclamare la ferma volontà di ridurre le emissioni di anidride carbonica se poi, causa il taglio delle forniture di gas russo, Germania, Italia ed altri paesi tornano frettolosamente al carbon fossile? In questo scenario l’unica cosa che avrebbe un senso sarebbe la scomparsa dalla scena di Putin.

Guardando poi al patrio suolo, che senso hanno gli incredibili e ormai frequenti casi di figli che uccidono i genitori, di madri che ammazzano i figli e di padri che, di preferenza, ammazzano moglie e figli? Un tempo, quando si diceva che una donna era uscita a pezzi da una relazione sentimentale ci si riferiva ai risvolti psichici. Oggi la stessa espressione va intesa nella sua macabra fisicità. Questi crimini avvengono per lo più in luoghi videosorvegliati e gli autori vengono puntualmente beccati quando non si sono già tolti la vita. Ed anche il senso di tanta crudeltà appare incomprensibile: se un marito non riamato vuole porre fine ad una realtà che ritiene insostenibile, la prima cosa che dovrebbe venirgli in mente dovrebbe essere un onesto suicidio. Invece no: prima di suicidarsi è necessario fare una strage, forse proprio perché ne parlino i telegiornali.

Altra cosa è l’omicidio della nonna ricca e avara da parte del nipote indebitato, per droga o per altro. Sarà scovato anche lui, grazie alla videosorveglianza e ai sistemi di localizzazione dei cellulari, ma almeno c’è un movente “sensato”. Anche i delitti comuni come, ad esempio, gli scippi cadono sotto l’occhio della videosorveglianza. Verrà il momento in cui le signore applicheranno sulle loro borse una bella etichetta con la dicitura “Questa borsetta è videosorvegliata”? Sarebbe un bell’esempio di assurdità perfettamente in linea coi tempi. Ma se i telegiornali parlassero di scippi e di altri reati minori anche lì ci si imbatterebbe nella mancanza di senso ormai dilagante; che senso ha acquistare un Rolex da 15.000 euro per esibirlo (e perché se no?) ben sapendo che, specie se l’incauto possessore viene a Napoli, gli sarà probabilmente sottratto e poi, direttamente o tramite un ricettatore, passerà su un altro polso dal quale sarà nuovamente strappato? Per quanti polsi passa un Rolex a Napoli?

Ma i notiziari non si perdono in questioni marginali. Una realtà tragica li sovrasta e si concretizzerà in uno dei tanti disastri ambientali o l’ennesimo incidente mortale sul lavoro. Ultimamente preoccupa la siccità nel settentrione d’Italia, mentre è altrettanto allarmante la possibile carestia nei paesi nordafricani se non arriva il grano ucraino. E poi c’è lo strazio, ormai endemizzato, dei naufragi degli immigrati. 

Cosa dire poi degli incidenti di chi si avventura in imprese sportive rischiose (scalare montagne, lanciarsi nel vuoto con apparecchiature innovative)? Vorremmo, noi comuni mortali, trovare un senso anche in questa esagerata ricerca di sensazioni forti. Siamo invece tenuti a soccorrerli e a sprecare risorse pubbliche per rimediare al loro gusto per il rischio. Stipulassero invece una bella polizza di assicurazione evitando di sottrarre fondi all’assistenza di persone ammalate che magari non hanno tanti grilli nella testa.

E così i notiziari sono diventati, oltre che la vetrina di tante disgrazie, anche la rivelazione della mancanza di senso che sta sconvolgendo molte attività umane, a partire dalla politica. Ma poiché non è facile evitare i telegiornali, diventa consigliabile fuggire dalla realtà, isolarsi in una bolla di serenità artificiale con i soli parenti (non tutti, per carità) ed avere di tanto in tanto contatti con altre bolle similari o almeno compatibili. Oppure ci rifugeremo nel Metaverso?    

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