Diario dell’inquietudine: 10 maggio 2022

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pagina di diario

Per sottrarci ai desolanti servizi ed annessi approfondimenti sulla guerra in Ucraina dirottiamo la nostra dose quotidiana di televisione su argomenti più distensivi. La stessa politica interna, con tutte le sue pochezze, ci sembra più digeribile di quanto non lo fosse prima del conflitto: c’è un che di stantio nella sua eterna campagna elettorale. Quali spunti satirici possono suscitare il crescente e goffo declino di Salvini, l’agitarsi scomposto di Conte o la via crucis della Meloni verso una improbabile investitura di governo?

Ci sorprendiamo invece di fronte al coraggio con cui il nuovo sindaco di Roma, Gualtieri, che, mantenendo il suo incancellabile sorriso, ha annunciato la costruzione di un inceneritore suscitando le proteste dei 5Stelle e qualche tiratina di orecchie dalla sinistra ambientalista. Ma lui ha sorriso ed è andato avanti, giocondo. Già ce lo immaginiamo impegnato nel contenimento della peste suina che, pare, richieda l’inesorabile abbattimento di un bel po’ di quei cinghiali che grufolano nella monnezza capitolina. Gualtieri tirerà dritto: abbatterà i cinghiali, infetti e non, e, se insisteranno nelle loro proteste, anche gli animalisti, infetti e non. Insomma dietro la maschera dolce e rassicurante dell’ex ministro del governo Conte 2, amante ed esecutore alla chitarra di delicate melodie brasiliane, si nasconde un insospettato decisionista.

Di tanto in tanto ci cade sotto gli occhi qualche frammento di trasmissioni televisive che non abbiamo mai seguito, come “Chi l’ha visto?” o che abbiamo seguito da buoni napoletani, tutte le sere per qualche lustro, come “Un posto al sole”. Per entrambe riteniamo necessari degli aggiustamenti. Considerato che sembrano moltiplicarsi i casi in cui la Sciarelli si occupa di rintracciare i familiari di persone smarrite, non sarebbe fuori luogo aprire una rubrica ad hoc, chiamandola “Chi l’ha perso?”. Per la celeberrima soap opera ambientata a Napoli da oltre vent’anni, nella quale persiste la presenza visibilmente declinante di protagonisti ormai invecchiati, spesso sull’orlo della pensione, rinviata tenacemente rinfrescandosi di tanto in tanto il colore dei capelli, suggeriremmo, ai primi segni di decrepitezza, semplicemente un nuovo titolo proiettato verso il futuro: “Un posto al Nuovissimo”. La rassegna delle nostre osservazioni televisive non può non ricondurci alla guerra: protagonista il compagno Bergoglio che si è superato quando, in maniera poco, anzi per niente, ortodossa, ha esortato il patriarca Kirill a non fare il chierichetto di Putin. Magnifico!

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