Altra giornata e, come avevamo previsto e scritto in articoli precedenti, ancora una delle tre che si ferma. L’Inter pareggia in casa con la Fiorentina e il Napoli, pur con una partita in più, la distacca di tre punti. Stesso e immutato distacco dal Milan che è ancora prima. Spalletti, contro la discreta Udinese e come già aveva fatto a Verona, schiera un 4-3-3 ancora senza Zielinski e con Insigne che torna al suo posto. A centrocampo Anguissa, Lobotka e un misterioso Fabian Ruiz sostituito poi e giustamente. Primo tempo con l’Udinese in vantaggio e neanche tanto immeritatamente e secondo tempo, con il ritorno al collaudato 4-2-3-1 e con Mertens in campo, la partita cambia e il Napoli la fa sua con una doppietta, dovremmo dire ormai, del solito Osimhen. Bene dunque cambiare modulo in corsa se poi, come è successo, entra un Mertens che, sia chiaro, non ha fatto sfracelli ma ha sicuramente dato fiducia alla squadra azzurra e preoccupato non poco la difesa avversaria. Un secondo tempo quindi che, con la doppietta del centravanti, è scivolato fino a fine gara senza darci più preoccupazioni. Peccato per l’infortunio a Di Lorenzo e per le ammonizioni a Raahmani e Osimhen che salteranno la partita con l’Atalanta.
Ma, a proposito dell’ammonizione della nostra punta, ci sono da fare alcune considerazioni. L’ammonizione non c’era perché il nigeriano era in scivolata e con il braccio in appoggio a terra e dietro il corpo. In questa situazione non è mai fallo…figuriamoci se doveva essere ammonito. Ma, se è vero come è vero che, da alcuni anni possiamo, con la prova televisiva, comminare giornate di squalifica a chicchessia per falli non visti dal giudice di gara, perché non rendere possibile annullare un cartellino non dovuto? Perché non si potrebbe correggere l’errore di un arbitro che non applica il regolamento? Certo, se l’arbitro espelle un giocatore commettendo un errore non corretto neanche dal var, non sarebbe possibile riparare all’errore ma se lo stesso commette, come si è visto nel caso della nostra punta, un errore di interpretazione delle regole, perché non provvedere a correggerlo post gara? Abbiamo chiesto la moviola in campo per anni e non capivamo perché, con le tecnologie di cui disponevamo e disponiamo, non si provvedeva a renderla agibile. Ora passeremo anni a chiedere perché non correggere errori “riparabili” a fine partita, perché non concedere alle panchine la possibilità di chiedere l’ausilio del var per due o tre episodi a partita, perché non ci è data la possibilità di ascoltare quanto si dicono giudice di gara e giudice di var in occasioni dubbie? Sembra ci sia una resistenza strenua alla “trasparenza”. Ma, se così fosse, perché?
Intanto andremo a Bergamo, a giocarcela con la sempre insidiosa Atalanta, senza l’uomo che sta trascinando gli azzurri in questo finale di stagione senza alcun motivo, e meglio, a seguito di un errore interpretativo dell’arbitro, non corretto come si potrebbe.
Ma andiamo avanti e continuiamo a crederci e ad aspettare che il Milan rallenti perché, se dovesse succedere, dovremo necessariamente trovarci proprio lì, dove siamo.