Si parla sempre più di metaverso, un mondo parallelo fruibile attraverso internet e con l’ausilio di altre diavolerie tecnologiche. Non un gioco ma uno spazio virtuale che ha già la sua valuta, il suo mercato, le sue leggi. Per ora un universo “altro” per super ricchi annoiati, in un futuro non tanto remoto sicuramente un nuovo problema globale con cui il consorzio umano dovrà fare i conti. Quello che fino a trent’anni fa sembrava materia di fantascienza da romanzo cyber punk, sta velocemente diventando una nuova forma di speculazione per lobby di privilegiati. Tanti tycon (Jeff Bezos, Bill Gates, Mark Zuckerberg ecc.) con la sindrome del demiurgo che, non contenti di aver accelerato la distruzione della nostra Gaya, stanno creando un nuovo territorio a loro immagine e somiglianza. Anche l’arte non sarà esclusa dal metaverso.
La formulazione di brevetti a protezione delle opere digitali NFT (acronimo di Non fungible Token) che sono, per farla semplice, dei file non replicabili e non interscambiabili, è stata creata non solo per il mondo fisico ma soprattutto per quello virtuale. È di pochi giorni fa la notizia che i nipoti di Pablo Picasso hanno lanciato l’offerta di un’opera inedita del maestro, digitalizzata e protetta da NFT, esclusivamente per il mercato definito della Cripto-Arte. Gli NFT stanno suscitando molto clamore nel mondo dei mercanti d’arte, di fatto tagliato fuori dalle vendite. Il sistema di scambio infatti si può eseguire solo su siti specializzati e pagando in criptovaluta (tipo Bitcoin), generando implicitamente quotazione di milioni di dollari per artisti per lo più sconosciuti.
Gli NFT consentono, inoltre, agli artisti digitali di riscuotere cospicue percentuali ogni volta che una loro opera d’arte cambia di mano. Il tutto sembrerebbe un meccanismo finanziario piuttosto che una nuova espressione artistica. L’esempio più eclatante è quello di “Everydays: The First 5000 Days”, opera digitale di un grafico di cui conosciamo solo il nickname, Beeple. Il fortunato acquirente si è aggiudicato all’asta, per 69,3 milioni di dollari, un file costituito dal collage di cinquemila immagini con una risoluzione pari a 21069×21069 pixel. Per uno strano paradosso lo sconosciuto Beeple è divenuto il terzo artista vivente più costoso mai andato all’asta.
Molti Paesi, non vedendoci chiaro in queste transazioni milionarie, stanno legiferando in merito per scongiurare eventuali operazioni di riciclaggio. In l’Italia è alla firma un decreto legge che impone agli intermediari di servizi finanziari che operano con criptovaluta la compilazione di un registro trimestrale dei clienti (e della loro disponibilità economica) da inviare alla Banca d’Italia. Il metaverso appare allora come un virtuale mondo vergine ancora da costruire ma già inquinato da rischiosa contiguità col mondo del malaffare.