Diario di un vaccinato che spera di sopravvivere: 29 novembre 2021

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pagina di diario

Per mantenere la naturale disposizione d’animo all’allegria e ad un moderato ottimismo occorrerebbe tenere rigorosamente spenti i televisori. Dai notiziari mandati in onda e dagli immancabili corollari non arrivano che sciagure, guerre, civili e non, femminicidi, violenze e tutto il campionario delle peggiori manifestazioni dell’umana bestialità. Oltre che deprimente, la cronaca nera è diventata anche monotona. La caccia a chi si è reso colpevole dei crimini più efferati ha perso ogni interesse: li acchiappano tutti grazie soprattutto alle intercettazioni telefoniche, alla videosorveglianza e all’esame del DNA, tutte misure che aggirano meritoriamente la tanto osannata privacy: altro che le impronte digitali del Paleolitico. Anche i reati di corruzione non fanno più notizia e non ne faranno fin quando questi astuti corruttori, corrotti e collusi affideranno le loro inconfessabili trame al cellulare o al computer.

La sensazione, triste se vogliamo, è che non ci sono più i criminali di una volta, travolti anche loro dal rincretinimento generale o dalla nebbia dell’indifferenza. Per non parlare dell’ormai insostenibile martellamento sul Covid e suoi derivati nonché, da un mese a questa parte, sulla corsa al Quirinale. Solo quest’ultimo argomento lascia un po’ di spazio al buonumore, se si esclude l’ostinazione puerile con cui i conduttori, nessuno escluso, chiedono a tutti gli ospiti, nessuno escluso, chi sarà il prossimo presidente della Repubblica.

Nella lunga litania degli eleggibili figura anche Berlusconi la cui autocandidatura, ammettiamolo, fa sorridere. L’occupante di Villa San Martino ad Arcore sta facendo di tutto per rosicare agli avversari e agli stessi alleati i voti necessari a cambiare residenza: esibisce la sua entusiastica vaccinazione in una diretta televisiva, ammette la validità del reddito di cittadinanza, lasca intendere che non scioglierà le Camere, consentendo quindi di maturare il vitalizio a tutti i senatori e deputati che dovrebbero tornare alla loro vita privata. Cos’altro non farebbe: rinnegare la pluridecennale amicizia con Putin? Manifestare rispetto per la Magistratura, anche se la condizione in cui versa ultimamente potrebbe dar luogo a qualche frainteso? Senza però rinunciare ai suoi abituali e collaudati strumenti di persuasione, si immagina.

Non si può neppure escludere che tra qualche settimana, allineandosi anche sotto il profilo letterario ai suoi alleati storici, Salvini e Meloni, e a quello prossimo venturo, Renzi, dia alle stampe le memorie della sua vita privata, politica e giudiziaria: una rievocazione dei bei tempi in cui “patteggiava a Champagne”: il titolo potrebbe essere “Il libro-paga di Berlusconi: come spendere soldi un po’ a vanvera”

Rispetto alla commovente perseveranza con la quale si sta spendendo (e quando Berlusconi si spende, si sa, si spende), verrebbe voglia di lanciare una sottoscrizione popolare per scoraggiarlo, un appello del tipo “Silvio, il Colle non è in affitto”, come alcuni suoi fedeli gli avranno fatto credere. Ma chi sa, può darsi che qualcuno gli faccia capire che il suo sogno è un incubo per milioni di italiani e una farsa per centinaia di milioni di cittadini europei.

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