Si sa che la verità non sempre sta da una parte sola e che su tutto si può discutere, preferibilmente in maniera civile, soprattutto sulle questioni che ci riguardano da vicino. In questi giorni stiamo assistendo a delle scene veramente penose da parte di persone probabilmente indottrinate o istigate ad arte da frange politiche estreme che, in nome di un malinteso desiderio di libertà, protestano contro le decisioni di un Governo che in tutti i modi, forse anche commettendo qualche errore, sta tentando di traghettarci fuori da una catastrofe naturale che mai ci saremmo aspettati di dover vivere, dalla quale siamo stati raggiunti per primi in Europa.
È pur vero che ognuno ha il diritto di manifestare le proprie idee, ma dovrebbe farlo nel rispetto delle regole (un ateo può non credere in Dio, ma certamente non ha il diritto di andare in chiesa ad impedire una funzione religiosa), mai dimenticando che “la tua libertà finisce dove inizia la mia” e sempre partendo da presupposti reali. Ora, un presupposto reale non può essere, ad esempio, la religione o la fede politica, che si dimostrerebbero sempre discutibili; può invece esserlo sicuramente la scienza che, per sua stessa natura, da almeno tremila anni è espressione di studio, ricerca, sperimentazione, acquisizione e condivisione di procedure e risultati. Va da sé che anche in questo campo può esserci una limitata alea di errore (nessuno ci ha fatto credere che una vaccinazione a tappeto ci avrebbe protetti per sempre da infezioni future o che, anche se vaccinati, avremmo avuto la certezza al 100% di non contrarre la malattia), ma se gli studi sperimentali e le statistiche evidenziano che un vaccino ci protegge al 95% dalla possibilità di infettare noi stessi e gli altri, o di contrarre la malattia in maniera severa rischiando di finire in terapia intensiva, perché dobbiamo pensare che non sia vero? Perché una forma di controcultura diffusa in rete vocifera che ci stanno invadendo con le scie chimiche, il 5G, oppure dobbiamo stare a sentire un comico sul viale del tramonto (che forse sta pensando di riciclarsi in politica) quando pubblicamente afferma che ci stanno iniettando i nano robot e i microchips allo scopo di renderci degli alieni o schiavi del potere, ma poi … schiavi di chi? Chi sarebbero questi personaggi che in qualche modo non precisato si sarebbero messi d’accordo per creare una dittatura del terzo millennio? Capi di stato e di governo? Multinazionali del farmaco? Massoni? Bill Gates o il Dalai Lama?
Il virus purtroppo c’è e ancora non ci è chiaro come sia nato, ma è pur sempre un virus, non un essere intelligente e cattivo, bensì un insieme di acidi nucleici e proteine: un piccolo abilissimo laboratorio chimico che, grazie a dei procedimenti perfettamente ricostruibili, è in grado di riprodursi e mutare a nostro danno e possiamo stare sicuri che, anche a seguito dello sviluppo di nuove varianti, continuerà ad assillarci per un bel po’, rendendo necessari continui richiami vaccinali. Cosa fa dunque uno Stato che vede contagiare e decimare la propria popolazione? Non può che attuare delle misure contenitive, dei compromessi che, se da una parte limitano la libertà individuale, dall’altra garantiscono la sopravvivenza della comunità e la ripresa economica, nell’interesse di tutti. La campagna vaccinale in Italia è un successo, pur non essendo stata inizialmente esente da errori di valutazione e di comunicazione riguardo al prodotto anglo-svedese che ci ha disorientati. Si sa che in campo scientifico le certezze si acquisiscono solo col tempo, a seguito di lunghe sperimentazioni; ebbene, quando sono stati messi a punto i vaccini il tempo d’aspettare non c’era e, nonostante le nuove metodologie ci abbiano fornito sufficienti garanzie, abbiamo dovuto immediatamente fare una scelta fra la certezza di contagiarci tutti, vedendo moltiplicarsi le famose tristi scene dei camion militari a Bergamo, oppure fidarci e sottoporci alla vaccinazione di massa. Mi sembrano perciò fuori luogo le affermazioni secondo cui avremmo “fatto da cavie”; penso invece che, documentandoci presso fonti serie e parlandone con i medici, abbiamo deciso di accettare di correre un rischio statisticamente limitato.
Gli esiti positivi ci hanno fatto capire che le scelte governative sono state giuste; i numeri parlano chiaro, la situazione è abbastanza sotto controllo, pur non mancando nuovi focolai innescati dagli assembramenti di cui alle manifestazioni di piazza, o da atteggiamenti menefreghisti nel corso di avvenimenti sportivi di grande richiamo o delle varie “movide” cittadine, delle feste incontrollate e dei rave party. Le successive misure di sicurezza, come l’introduzione del green pass anche nei luoghi di lavoro, ci stanno portando a dei livelli che altri paesi oggi ci invidiano e si apprestano a copiarci. L’Italia infatti viene additata da importanti scienziati e politici come un esempio da imitare, invece i signori inneggianti al “no green pass” sostengono che sia una misura dittatoriale e liberticida, adottata solo da noi.
A questi signori chiederei alcune cose: a quali paesi espressione di libertà dovremmo uniformarci? Stati Uniti? Gran Bretagna? Francia? Germania? Russia? Romania? Bulgaria? Non mi pare siano messi meglio di noi (che poi sarebbe anche il caso di smetterla di pensare che gli altri siano migliori di noi). Sono tutti alle prese con una nuova ondata di contagi (con rapidi incrementi del numero di vittime) ben più seria della nostra, con gli ospedali in sofferenza, e stanno per adottare misure forse anche più restrittive di quelle in vigore da noi (si parla di adozione del green pass sempre più allargata, lockdown applicato a chi non si vaccina, addirittura negazione del ricovero in ospedale). Come fate a non rendervi conto che il vostro atteggiamento di sfida alle istituzioni, le varie sfilate senza distanziamento e mascherine, stanno creando delle situazioni pericolose che portano all’aumento delle ospedalizzazioni? Non vedete che le attività commerciali nelle zone da voi occupate stanno subendo gravissimi danni economici con la prospettiva di chiusure e licenziamenti? Non vi pare che la vostra pretesa libertà limiti sensibilmente la loro? Che cosa credevate di fare sfilando vestiti da prigionieri dei lager nazisti: paragonare il Governo italiano al regime più folle e crudele che mai si sia visto nella Storia, dalle cui idee non mostrate certo di prendere le distanze? Oppure non avete ancora ben compreso cosa sia realmente una dittatura? Forse vi aiuterebbe a chiarirvi le idee una breve permanenza in paesi come la Bielorussia, la Turchia, l’Egitto, o sotto i Talebani!
Mi dispiace vedere che i vari appelli alla responsabilità puntualmente cadano nel vuoto e ancor di più sentire nei dibattiti televisivi onorevoli poco onorevoli che istigano alla disobbedienza civile, o psichiatri bisognevoli di psichiatri che, con atteggiamento di sfida, affermano candidamente di non essersi vaccinati perché “il vaccino è un siero genetico sperimentale di cui non conosciamo gli effetti” e che “la pandemia è un pretesto per imporre il nuovo ordine mondiale”. A me sembra che le vostre argomentazioni siano un continuo arrampicarsi sugli specchi e che non trovano riscontro in nessuna evidenza scientifica. Vorrei chiedervi se le manifestazioni, peraltro molto ben organizzate, sono davvero una spontanea iniziativa di gente comune, tesa a salvaguardare il diritto al lavoro, o se dietro non si celano manovre strumentali che mirano a ben altri obiettivi. Vi domanderei se vi rendete conto dei problemi che state causando alla società, e delle lamentele contro le forze dell’ordine che fanno al meglio il loro lavoro resistendo alle provocazioni. Mi piacerebbe sapere poi, visto che affermate di essere dei dimostranti pacifici, se i criminali che distruggono le sedi sindacali fanno parte del vostro gruppo o se sono i soliti infiltrati, ed in tal caso come mai non riuscite a contenerli e ad isolarli, dandogli invece modo di esternare la loro cieca violenza. Soprattutto, se vi incontrassi, vi inviterei a chiarirmi quali sono le scelte politiche attuate che ritenete ingiuste; in cosa, secondo voi, i nostri ultimi due governi hanno sbagliato? E se foste stati voi al loro posto che cosa avreste fatto, in che modo avreste garantito salute pubblica, lavoro, economia e rispetto dei diritti civili? Ma vi ricordate le condizioni iniziali, quando nei primi mesi del 2020 abbiamo cominciato (primi in Europa) ad essere investiti dal problema? Una scarsa o nulla conoscenza di questo maledetto virus solo da poco identificato e quindi dei medicinali adatti alla cura; non esistevano le mascherine, abbiamo scoperto che le producevano soltanto in Cina; non avevamo respiratori artificiali; un sistema sanitario nazionale disastrato per aver dovuto fare i conti con i tagli, effetto di un infelice e deleterio piano di rientro varato una decina d’anni addietro. Fu necessariamente imposto il confinamento (lockdown) per circa due mesi (quella sì, una vera limitazione delle libertà personali, ma accettata di buon grado dalla stragrande maggioranza della popolazione impaurita), durante il quale si riuscì comunque a garantire lo svolgimento delle attività essenziali, dei trasporti e degli approvvigionamenti: i supermercati erano regolarmente forniti di tutto anche se poche settimane prima la psicosi di ciò che sarebbe potuto succedere aveva spinto la gente a fare incetta di generi alimentari, con carrelli pieni e negozi svuotati. Vennero riconvertiti interi ospedali e costruiti ospedali da campo, garantiti la cassa integrazione ed i ristori alle attività in sofferenza; fu dato un grande impulso al lavoro agile (smart working) ed introdotta la didattica a distanza (DaD), che ha consentito a molti docenti di interagire finalmente con le nuove tecnologie informatiche con le quali, fino a qualche giorno prima, avevano sistematicamente rinunciato a confrontarsi. La DaD stessa fu osteggiata, si diceva che i ragazzi perdevano la socialità (e sicuramente gli ultimi due saranno stati anni perduti dal punto di vista della crescita intellettiva e morale), o era forse meglio perdere la salute o la vita continuando a tenere le scuole aperte? L’epidemia avanzava, i morti arrivavano addirittura ad 800 in un giorno, gli ospedali in una sofferenza esponenziale, il personale sanitario era sempre più stressato da superlavoro in condizioni critiche, eppure siamo sopravvissuti! A seguito di un rallentamento della curva epidemiologica vennero introdotte le zone a colori, che cominciarono parzialmente a dare un po’ di respiro dopo il lockdown. Poi finalmente la svolta dei vaccini, che ci ha consentito di abbattere in maniera più che soddisfacente i livelli di contagio; ma – attenzione – non è stato introdotto l’obbligo vaccinale che proprio le organizzazioni sindacali stanno invece proponendo.
Siamo un paese democratico, mai penseremmo di adottare un “trattamento sanitario obbligatorio” in questi casi e non vedremo certo i carabinieri accompagnare di forza un “no vax” a fare la punturina; eppure, riflettendoci, quanti obblighi esistono in Italia? I bambini sono obbligati alle vaccinazioni contro morbillo, poliomielite, tetano, difterite ed altre pericolosissime malattie che, proprio grazie a questo, stanno quasi sparendo del tutto e se a scuola non viene consegnato il relativo certificato non possono frequentare. Nei cantieri vige l’obbligo di indossare caschetto e calzature di sicurezza. Si può svolgere una professione senza il prescritto titolo di studio, si può insegnare senza un’abilitazione, qualcuno oggi si sognerebbe di fumare in teatro o al cinema (ricordo le sale “nebbiose” di quando ero ragazzo) dacché è stato imposto il divieto? Abbiamo l’obbligo di andare a scuola e poi mandarci i nostri figli e fino a pochi anni addietro c’era anche l’obbligo del servizio militare. Se guardiamo alla mobilità, tanto per esempio, abbiamo l’obbligo di conseguire la patente per poter guidare, l’obbligo di rispettare il codice della strada, i semafori, i sensi vietati, l’obbligo del casco in motocicletta, l’obbligo di cinture in auto o quello dei seggiolini per i bambini, adesso anche quelli antiabbandono … e così continuando! Tutte norme che non ci siamo mai sognati di mettere in discussione. È stato invece imposto l’obbligo di esibire il green pass, da voi tanto contestato, prima per poter entrare nei locali di ristoro e di svago, quindi anche per accedere al luogo di lavoro. Orbene, grazie a questa misura, ristoranti, bar, teatri e cinema hanno ripreso a vivere perché è evidente che, se io vado in un posto del genere, voglio sentirmi tutelato e non essere a contatto con potenziali fonti di contagio; lo stesso dicasi per i luoghi di lavoro, dove ognuno ha il diritto di svolgere la propria attività in sicurezza. Poiché in alternativa al green pass è previsto il tampone effettuato non oltre le 48 ore, alcuni ne reclamano la gratuità. Bella trovata! Lo Stato già ci mette a disposizione gratis i vaccini per i quali, essendo state finora acquistate centinaia di milioni di dosi, sono stati spesi fior di quattrini (nostri, della comunità) e voi che rifiutate il vaccino pretendereste di andare avanti a tempo indeterminato facendo un tampone ogni due giorni a spese nostre, della comunità? A parte il costo, la non piacevolezza di un test leggermente invasivo e le file all’alba presso le farmacie, bisogna ribadire, come continuamente ci informano, che green pass e tampone non sono la stessa cosa. Il primo ha lunga validità ed essendo collegato ad una piattaforma informatica è sempre in aggiornamento; quindi, se malauguratamente dopo le vaccinazioni dovesse comunque diagnosticarsi un’infezione da Covid, questa verrebbe subito registrata dal SSN e da quel momento il green pass risulterebbe non più valido. Il tampone negativo, invece, ci dice che al momento non si è affetti dal virus; ma, se subito dopo si viene a contatto con un positivo rimanendone contagiato, l’incubazione si sviluppa e si rende visibile al test in un periodo di tempo convenzionalmente valutato in circa 48 ore, per cui va ripetuto dopo tale intervallo. A mio modesto avviso, la misura del tampone periodico dovrebbe essere applicata sì, ed anche gratuitamente, ma solo a chi, per comprovate patologie, non è effettivamente nelle condizioni di potersi vaccinare…ma so che poi anche in questo caso ci sarebbero le false attestazioni di medici compiacenti, così come sono state individuate diverse centrali di fabbricazione di green pass falsi.
Sento spesso dire, principalmente da qualche partito di centro destra (non si capisce se stanno con il governo di cui adottano le misure o se stanno con chi protesta), che bisognerebbe trovare altri modi per convincere i manifestanti, garantendo loro le libertà costituzionali violate e bla bla bla…ma in che modo convincerli? Da circa due anni su tutte le reti televisive non si parla d’altro che di pandemia e di vaccini, con interventi di politici, medici e soprattutto virologi che ci informano in continuazione, tanto che taluni parlano di overdose di virologi, di nuove star e quant’altro. Ognuno ha il diritto di informarsi come vuole, però se si limita a prendere per oro colato esclusivamente ciò che legge frequentando i social, si rischia solo un lavaggio del cervello! Vorrei tanto che rifletteste, che foste grati alla stragrande maggioranza degli italiani che si sono vaccinati e che con il loro gesto stanno proteggendo anche voi che invece rischiate di portarci alla deriva. Raccogliete le idee e provate a valutare le cose senza preconcetti, smettendola di inscenare pericolose pagliacciate; convincetevi a vaccinarvi, le dosi ci sono per tutti e vi garantiranno la possibilità di continuare a vivere e a lavorare in questo nostro meraviglioso Paese che, tante volte dileggiato e vituperato, alla fine poi si conferma sempre il posto migliore in cui stare. Se invece, ostinandovi a cullare i vostri fantasmi, un giorno non lontano vi ammalerete, sapete già che ci sarà sempre un ospedale che non si sottrarrà a prestarvi le cure: magari in quei momenti di sconforto e di paura avrete modo di riflettere.
In questo Paese fortunatamente democratico, dove ognuno ha il diritto di essere libero senza però violare la libertà degli altri, dove si può essere di qualsiasi orientamento politico senza pretendere di imporre le proprie idee, dove la regola principale dovrebbe essere semplicemente “vivi e lascia vivere”, in un momento difficile di crisi mondiale in cui le certezze vengono a mancare, io credo che l’unica certezza ce la possono dare i numeri, che nella loro fredda sincerità – non essendo schierati politicamente – possono dirci la verità, e la verità è che solo le vaccinazioni di massa e il rispetto delle regole possono salvare l’umanità. È dimostrato dai fatti. Tutto il resto è fumo negli occhi!
Lucido, appassionato ed esaustivo appello che purtroppo raggiungerà solo quelli per i quali è superfluo. Social e dibattiti televisivi remano contro e rendono sempre più arduo il rispetto delle regole democratiche da parte delle istituzioni. Bisognerà che qualcuno riveda il concetto di democrazia alla luce di questa pandemia e di quelle che immancabilmente la seguiranno. Grazie, Adriano.