Diario di un vaccinato in serena attesa della terza dose: 19 ottobre 2021

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pagina di diario

Dopo l’incursione nella sede CGIL a Roma seguiamo con viva preoccupazione le manifestazioni dei no-vax. Ci indispone non poco che un numero ristretto di oltranzisti minacci di paralizzare porti, autostrade e non si sa cos’altro. Ci sentiamo ricattati e ci piacerebbe che la nostra maggioranza vaccinata non restasse silenziosa e organizzasse invece una manifestazione oceanica contro queste testarde prede dell’ignoranza e dell’estremismo. Potremmo chiedere compatti che soprattutto i lavoratori venissero costretti in qualche maniera a vaccinarsi. Quindi minacciarli di licenziamento, non prima di averli informati, ove mai fosse sfuggito alla loro attenzione, che ci sono centinai di migliaia di disoccupati pronti a farsi inoculare senza batter ciglio un mix di Pfizer, Moderna e AstraZeneca pur di essere assunti al loro posto.

È pur vero che occorrerebbe, magari con l’aiuto di un questionario, stabilire una gerarchia delle varie componenti che costituiscono il meraviglioso mondo dei no-vax per tentare di graziarne qualcuna più giustificabile. La categoria più intollerabile è quella di chi dice che il virus non esiste o, se esiste, non è diverso dalla comune influenza. A costoro bisognerebbe innanzitutto rivolgere il seguente, fraterno invito: “Non provocate il virus perché, anche se di dimensioni infinitesime, è un essere vivente e può vendicarsi”. Poi ci sono i complottisti: che sia semplicemente Big Pharma o la cospirazione del Grande Reset andrebbe loro riconosciuta l’attenuante dell’immaginazione sfrenata, non diversa da quelli che credono nelle scie cosmiche e nelle congiunzioni astrali. Ingiustificabili sono anche quelli che furbescamente credono che dopo averla fatta franca per quasi due anni, attraversando indenni la pandemia, sono giunti alla conclusione di essere “esenti” dal virus nel quale credono di non aver suscitato alcun interesse. Resta la categoria di chi, pur sentendosi esposto al contagio, ha più paura del vaccino che del virus. A questi soggetti basterebbe ricordare quotidianamente quante persone, e con quali sofferenze, sono finite a causa del Covid in Italia e nel mondo, invitandoli a confrontarne il numero con quello delle rarissime vittime del vaccino. Bisognerebbe poi spiegare che frequentano compagnie discutibili, neofascisti e neonazisti tra i quali ci sono probabilmente molti vaccinati “abusivi”, e che le manifestazioni alle quali partecipano possono far male esponendoli anche al rischio di essere sottoposti a fermo di polizia, come è capitato, meritatamente, ad alcuni dei partecipanti all’assalto alla sede della CGIL.

In proposito è stato istruttivo leggere, su Repubblica del 15 ottobre, le dichiarazioni rese al Gip da alcuni dei personaggi sottoposti agli arresti. Paola Testa, organizzatrice del sit in “No Green Pass”, ha chiarito che la sua presenza all’interno della sede della CGIL era finalizzata ad “evitare che venisse invasa e distrutta”. Salvatore Lubrano ha invece sostenuto “di non aver alzato un dito” contro i poliziotti, malgrado i filmati dicano l’esatto contrario. Giuliano Castellino chiarisce a sua volta che “volevamo solo interloquire con il segretario Landini”. Roberto Fiore, fondatore di “Forza Nuova”, ha infine precisato di non essere mai stato un sostenitore della violenza, aggiungendo che il partito è fermo da mesi e le sue posizioni sono espresse da altri partiti (cosa della quale non dubitiamo affatto).

Siamo curiosi di sapere che piega prenderà l’inchiesta giudiziaria anche perché è entrata in scena una figura leggendaria: l’avvocato Carlo Taormina, che ha assunto la difesa di Fiore, Castellino, Aronica, Paola Testa e Biagio Passaro, fondatore del movimento “Io apro” (ed infatti ha aperto anche la sede della CGIL filmandosi mentre ne ispezionava, compiaciuto, i locali).

La carriera forense di Taormina è costellata di patrocinati illustri, come abbiamo appreso da Wikipedia. Si parte con gli accusati di tangentopoli, Craxi incluso, e si passa poi a Muccioli (San Patrignano) e Andreotti. In ambito politico si segnala come estensore del testo della famosa legge Cirami, voluta da Berlusconi e promulgata nel corso della legislatura 2001-2005 che lo vedeva deputato eletto nelle liste di Forza Italia.

Ma la sua attività sembra misteriosamente attratta dagli eventi più drammatici e truculenti. Difende gli ufficiali e i sottufficiali accusati di aver occultato elementi utili a scoprire le cause del disastro aereo di Ustica. Partecipa al collegio difensivo del capitano delle SS Erich Priebke, responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Prende parte anche al processo per l’omicidio di Marta Russo, presentando un esposto contro i magistrati inquirenti pur non figurando tra i difensori degli imputati Scattone e Ferraro. Segue poi il delitto di Cogne subentrando nella difesa di Annamaria Franzoni dopo l’abbandono del precedente difensore. Non manca un’incursione nell’oscuro mondo del neofascismo degli anni ‘70 difendendo Franco Freda nel processo per la dissoluzione del Fronte Nazionale. Esiste dunque una vocazione per la tragedia forse dovuta al suo cognome che evoca la cittadina famosa nel mondo per il suo Teatro Greco, sede in epoca classica di chissà quante rappresentazioni delle tragedie di Eschilo e di Sofocle. Sarebbe ben triste se cotanto retaggio dovesse scadere in una farsa. Non ci sorprendemmo se la difesa degli assalitori si attestasse su argomenti del tipo: “Volevamo semplicemente andare tutti a iscriverci alla CGIL perché si era dichiarata contraria all’obbligo del green pass per i lavoratori, ma di fronte ad un incomprensibile rifiuto abbiamo dovuto reagire”.

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