Settimana, quella appena conclusa, ricca di spunti simpatici che hanno ravvivato le nostre conversazioni, familiari e non. Spicca fra tutte la reazione sdegnosa di Berlusconi all’ipotesi della perizia psichiatrica nei suoi confronti che la procura di Milano si accingeva ad attivare per accertare l’esistenza degli impedimenti sanitari più volte invocati dall’ex cavaliere per “marinare” le udienze e provocarne lo slittamento, prassi ormai adottata da anni per far maturare le prescrizioni. Richiesta più che legittima perché l’ottimo Berlusconi si è sempre mostrato in buona salute una volta guadagnato il rinvio. La sua reazione sarebbe stata, secondo gli analisti, particolarmente stizzita perché vede forse sfumare la sua aspirazione a succedere al Presidente Mattarella.
Scrive in proposito Pietro Colaprico su Repubblica del 18 settembre: “Era uno dei suoi tre desideri, espressi ad alta voce da giovane e in parte mantenuti: costruire città, diventare il più ricco imprenditore, diventare presidente della Repubblica: due su tre ce l’ha fatta, ma a 85 anni Berlusconi si ritrova non tra gli agognati corazzieri ma tra i più plausibili carabinieri, ancora imputato e immerso nel catastrofico processo Ruby-ter”.
Per la verità c’è chi chiede clemenza: ospite della Gruber su La7, Lina Palmerini, cronista del Sole24ore abitualmente assennata nei giudizi, ha sostenuto che in fin dei conti, considerata l’età e il declinante potere politico, la magistratura potrebbe anche lasciarlo in pace, aggiungendo che la stessa magistratura non è in questo momento esente da critiche e sospetti. Verrebbe voglia di chiedere alla Palmerini: e l’obbligatorietà dell’azione penale dove la mettiamo? E una magistratura chiacchierata non è più legittimata ad esercitarla? È stata evidentemente un’estate caldissima e bisogna comprenderne gli effetti.
Non è invece dato sapere se il rifiuto della perizia e “l’autorizzazione a procedere” alle ulteriori udienze anche senza di lui rappresentino una rinuncia definitiva o l’estremo tentativo di raggiungere l’obiettivo del suo terzo sogno, sempre che la Corte di Giustizia Europea sancisca in tempo utile l’annullamento della condanna definitiva per frode fiscale che lo rende, allo stato, un pregiudicato. C’è comunque chi glielo fa credere, e non solo Salvini ma anche qualche sondaggio di opinione dove figura tra i papabili, sia pure in ultima posizione. Sembra dunque che nessuno, se non qualche opinionista, lo giudichi incandidabile. Dal canto suo Berlusconi si ritiene ancora detentore di una onorabilità che la richiesta della perizia avrebbe, secondo lui, gravemente offeso. A noi semplici osservatori l’onorabilità di Berlusconi fa pensare alla fedeltà nelle relazioni amorose come la vedeva Lorenzo Da Ponte, geniale autore del libretto del capolavoro mozartiano “Così fan tutte”: “È la fede degli amanti come l’araba fenice: che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa. Se tu sai dov’ha ricetto, dove muore e torna in vita, me l’addita e ti prometto di serbar la fedeltà”.
L’altro evento degno di attenzione è stato una delle tante imprevedibili e irresistibili sortite mediatiche del Pontefice. Bergoglio ha lamentato che ci sono dei negazionisti anche tra i cardinali aggiungendo con un guizzo amabilmente malizioso negli occhi che “Uno di loro è ricoverato per il covid”, quasi a voler dire: “E c’è ancora chi dubita della giustizia divina!”.