Con la Bassa Aunania son partite le prime esercitazioni del nuovo Napoli, ancorché mancante di numerosi titolari, che andranno a comporre una rosa, ancora oggi ammantata di mistero, su quella che poi effettivamente sarà, anche per le parole del nostro presidente, che ha lasciato presagire uno smantellamento dovuto alle difficoltà economiche. Difficile però da credere, visto il rifiuto di proposte più o meno allettanti per alcuni big tipo Koulibaly. Ovviamente, come abbondantemente preannunciato, l’argomento principe resta il rinnovo del capitano, che alimenta tutta una letteratura “inciucesca”, per carità con qualche fondamento, ma che si chiarirà, a nostro avviso, una volta che Lorenzo sarà approdato in ritiro.
Dalle prime immagini, comunque, e dai primi commenti, si può evincere che finalmente si è tornati a quel “lavoro” espressamente di campo che aveva caratterizzato il Napoli sarriano e che era invece venuto meno in primis con Ancelotti (per colpevole scelta di questi) e poi con Gattuso per evidenti difficoltà logistiche. Questo dà senz’altro buone sensazioni. Inoltre, la volontà e l’impegno di Osimhen, alimentano speranze positive.
In merito al calciomercato vanno precisati alcuni punti. Partendo dall’Inter campione di Italia, si possono registrare dichiarazioni di ridimensionamento, o meglio, di riposizionamento del “sistema calcio”. La stessa ha in questa ottica rinunciato volontariamente all’apporto di Conte, che rappresentava sicuramente un plus, oltre che tagliare uno dei migliori interpreti della scorsa stagione (Hakimi) e, per adesso, sembra indebolita. Così come la seconda in classifica, che ha perso gente del calibro di Donnarumma e Chalanoglu, evidentemente, per investire soldi per giocatori già in organico. La sola Atalanta sembra immobile e persegue la strada di quegli investimenti che hanno innescato il ciclo virtuoso che conosciamo. La stessa Juve ha dovuto ricapitalizzare per 400 ml e per adesso appare ancora ferma ai box con il “problema Ronaldo”, giocatore voluto quanto pure no. Le romane, a parte gli allenatori, non sembrano disposte ad investire chissà cosa. Eppure, l’unica squadra disegnata in difficoltà è il Napoli che, per adesso, ha semplicemente dismesso giocatori non titolari scegliendo di non rinnovare. Tra questi quell’Hysaj, a cui noi restiamo affezionati, che riteniamo sottovalutato ma che nei fatti ci è costato la qualificazione Champions. Una digressione va fatta per la vicenda che l’ha coinvolto alla Lazio: a prescindere dalla imbecillità nel destabilizzare un proprio giocatore per aver cantato una canzone, va assolutamente stigmatizzata anche la definizione di quel gruppetto di idioti i quali, molto probabilmente, non sanno nemmeno di cosa parlano.
Per tornare al “nostro Napoli“, sarà difficile dimenticare Napoli-Verona e, ovviamente, non per il risultato in sé. Che dire? Pensiamo e speriamo che ci siano i margini per entusiasmarsi di nuovo.
Aspettiamo quindi domenica per il primo incontro minimamente probante contro la Pro Vercelli, sperando di ritrovare, partita dopo partita, nuovi e antichi “sapori” di un Napoli che ci sappia riconquistare.
FNS