Effettuati con successo i richiami della vaccinazione, mia moglie ed io ci andiamo convincendo che forse potremo morire di morte naturale. Per evitare che i trenta, quaranta anni che ci dividono da quel momento diventino una lunga agonia è però necessario tenere alta la guardia, proteggersi da tutte le possibili insidie. Per esempio i climatizzatori. Il nostro rapporto con l’aria condizionata è decisamente conflittuale. Sulla spinta di nostro figlio, che dei condizionatori è un cultore e, sospettiamo, anche un rivenditore occulto, ne facemmo installare uno per ogni stanza. Riuscimmo a sottrarre alla sua furia ibernatrice solo il bagno, col pretesto che, tutto sommato, conveniva tenere la finestra sempre aperta a qualunque costo.
La convivenza con i condizionatori, a una certa età, è complicata. Quando lo metti in funzione in una stanza devi rigorosamente (se no nostro figlio si arrabbia) chiudere porta e finestra. Prima che la temperatura si rinfreschi, c’è un lasso di tempo in cui soffri perché ti senti chiuso in gabbia, senza aria se non quella artificiale erogata dall’aggeggio infernale (in modalità “deumidificatore”, perché se no fa male). Quando la temperatura ti sembra finalmente giusta, dai inizio all’attività cui ti eri proposto di dedicarti. Ma da quel momento la tua attenzione si rivolge altrove: segui con apprensione l’evolversi della temperatura ambientale per capire se devi abbassarla ancora oppure elevarla perché cominci a sentire freddo, o così ti sembra, benché ti sia prudentemente collocato ben al riparo dal flusso refrigerante. Mentre ti agiti nella soluzione di questo rebus esistenziale, il tuo pensiero non sfugge ad un terrificante sospetto: e se nel condizionatore si annidasse il micidiale batterio della legionella? Sarebbe ben triste beccarselo dopo essere scampati al covid-19. Cerchi di ricordarti da quanto tempo non fai igienizzare i condizionatori. E soprattutto: li avranno igienizzati scrupolosamente l’ultima volta? Cominceresti a sudare freddo se la temperatura, che nel frattempo è scesa, te lo consentisse. Legionella a parte, cominci a disperare di trovare la temperatura giusta, quella che tu desidereresti senza doverti cioncare dal freddo e ti sembra un sogno. Meglio forse schiattare dal caldo? Nel momento di massimo sconforto rimpiangi il tuo bravo e ragionevole ventilatore, troppo presto dismesso. Maledici il momento in cui hai deciso per i condizionatori invece che accontentarti di quei ventilatori da soffitto, antiestetici quanto si vuole ma innocui, che, sì, sono un continuo giramento di pale, ma ti fanno star bene di salute e di umore. Ti domandi poi, giusto per placare un tantino il tuo disappunto, cosa ti sarebbe potuto capitare se avessi attivato, magari inavvertitamente, la modalità “cool”, cioè quella che raffredda sul serio. Quando ti accorgi che sono passati dieci minuti e hai soltanto dato inizio alle attività che ti eri proposto di fare nella stanza in cui eri entrato, spegni il condizionatore apri la finestra e torni a vivere.
Non parliamo poi del fattore “sudore” che ti accompagna quasi ininterrottamente per tutte le giornate torride dell’estate. Accendere il condizionatore se sei sudato può costarti una bronchite (e sarebbe molto stupido dopo aver superato indenne il covid-19 e, forse, la legionella). Quindi la prudenza suggerisce di non avviarlo se non sei bello asciutto e cioè se non ti sei tolta la maglietta intrisa di sudore, non ti sei asciugato per benino e non hai indossato una nuova maglietta intatta (sempre che tu non voglia esibire quel che resta del tuo torace). Strettamente parlando dunque le circostanze favorevoli all’uso dei climatizzatori non si verificano quasi mai: se sei fortunato ti scordi di averli e vivi una vita normale sopportando la calura ma godendoti la serenità.