Col varo del calendario è partita la nuova stagione calcistica. Giocando un po’ con le parole e, mostrando un umorismo leggermente macabro, si potrebbe dire che, dopo il campionato del Covid, nasce il campionato del … Qatar.
Come se non bastassero le stranezze che hanno contraddistinto l’ultima stagione, oggettivamente non dovute alle sole scelte dell’uomo, ecco invece il varo di una stagione abbondantemente programmata tempo addietro, che, come ampiamente dimostrato, assoggetta i calendari e la programmazione della stagione ai desiderata, meglio, al profitto di pochi invece che al benessere del movimento intero, che poi dovrebbe essere la prima mission. Ciò non bastasse, viene inferto un altro colpo al cuore della tradizione di questo nobile gioco col varo del calendario asimmetrico che risulta essere, a nostro avviso, uno sforzo di fantasia del tutto sprecato, oltre che forse inutile, se non dannoso.
Il Napoli esordisce con una neopromossa (il Venezia) per poi affrontare via via tutte le altre, come è logico. E intanto i tifosi saranno impegnati a perdersi dietro a sogni di squadre impossibili da costruire e acquisti sempre più improbabili. Ma anche la figura del tifoso, fan, sostenitore che dir si voglia, ultimamente si è trasformata. Mentre, fino a qualche anno fa, questi si impegnavano semplicemente a “sognare” acquisti fantasmagorici, adesso sono diventati loro stessi sempre più commercialisti e finanzieri, interessandosi ai bilanci e alle economie delle squadre. In tal senso si inquadra anche la vicenda del rinnovo di Lorenzo Insigne (sulla quale ci martelleranno i “cosiddetti” praticamente ogni giorno), che presta spunti di analisi altamente contraddittori. Se si guarda all’aspetto tecnico, ovviamente, non c’è discussione e il capitano va confermato mentre, dal punto di vista economico, vanno fatte opportune valutazioni. La nostra posizione in merito è quella di rispettare sempre la scelta della Società, valutarne poi le conseguenze e giudicarla alla fine dell’anno. Riteniamo non si possa fare altro. In un calcio “romantico”, dove esistevano ancora parole come bandiere, valori e sentimenti, crediamo che il dubbio non si ponga e crediamo anche che l’Italia di Mancini, ma un po’ tutta la manifestazione dell’Europeo, abbia dimostrato quanto ancora siano importanti questi valori per ottenere dei risultati anche senza schierare gli uomini migliori. Ai tifosi, quelli veri, non resta che augurare una buona vita al sempre meno “nostro” Napoli, sapendo che al cuor non si comanda e che quindi non potremo far a meno che perdonare di tutto. Persino un … Napoli-Verona, con ancora mille e uno interrogativi irrisolti.
In ogni caso forza Napoli (quindi non solo “il” Napoli) sempre.