Nella conferenza stampa del 18 giugno scorso, il Ministro della Salute affermava: «ribadiamo con ogni energia, che la priorità è una priorità di natura generazionale, dobbiamo assolutamente completare la vaccinazione delle categorie più fragili che sono quelle che, incontrando il virus, rischiano di pagare il prezzo più alto.» Giustissimo! Ma ormai, nella prospettiva dell’inizio del prossimo anno scolastico, occorre tener conto di un’altra categoria di “fragili”: i bambini da 3 a 12 anni, chiamati a frequentare le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado (per intenderci, gli asili, le elementari e le medie di una volta). Perché parliamo di fragilità nel caso di questa categoria di fanciulli? Per il fatto che, finora, nessuna autorità regolatoria o comitato tecnico scientifico si è pronunciato sulla possibilità di vaccinarli contro il Covid-19.
Allora, stante l’impossibilità di vaccinare gli alunni di questa fascia d’età, per consentire la riapertura delle scuole in piena sicurezza per loro, è indispensabile che il personale scolastico (dirigenti, docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari) sia vaccinato. Purtroppo, però, ad oggi circa 220.000 persone appartenenti alle categorie menzionate non hanno ancora fatto neanche una dose del vaccino anti Covid; si tratta di circa il 15% dell’intero organico scolastico nazionale, che ammonta a circa un milione e mezzo di persone. Perché costoro non si sono ancora vaccinati? Sono tutti soggetti che, per motivi sanitari, non possono praticare la vaccinazione? Sembra improbabile. Assume quindi particolare valenza il fatto che il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 abbia scritto alle Regioni: «Si rende necessario perseguire la massima copertura del personale scolastico».
Da parte sua, il ministro Bianchi ha precisato: «L’obbligo vaccinale non c’è e non abbiamo intenzione di inserirlo». Tuttavia, è possibile che in presenza di personale scolastico no-vax si possano adottare misure “incentivanti” alla vaccinazione? Per esempio, che dire di prevedere l’esclusione di detto personale riottoso dalla partecipazione alla realizzazione di progetti europei, che rappresenta una non marginale fonte di integrazione dello stipendio?
Sarebbe drammatico assistere nel prossimo autunno ad una inversione nella categoria di vittime più colpite: l’anno scorso furono i più anziani a subire i mortiferi effetti del Covid-19; quest’anno, per effetto dell’immunizzazione, potrebbero essere i più piccoli (da 3 a 12 anni) a subirne i danni peggiori. Quanta parte di responsabilità potrà ricadere sul personale della scuola volontariamente non vaccinato?
Vorrei rivolgere un invito alla riflessione al personale no-vax della scuola: se non ti vaccini, metti a repentaglio la vita di minori non immunizzati; se hai a cuore l’alta missione implicita nella tua professione, ricorda che “la tua libertà finisce dove comincia la loro (degli alunni)”, per parafrasare le parole di Martin Luther King. Parole sagge le sue, ma saranno capaci di colpire il tuo cuore?