Sotto il cielo di Napoli

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Un momento di un evento del Salone del libro e dell’editoria (fonte: https://www.napolicittalibro.it/)

Metti Palazzo Reale che si apre sulla meravigliosa piazza del Plebiscito, credo senza infingimenti, una tra le più belle d’Europa; lo spicchio di azzurro del mare che dal fondo di via Cesario Console fa l’occhiolino a turisti e napoletani, ordinatamente in fila per entrare, l’odore della carta stampata, i colori delle copertine dei libri, il sorriso, l’entusiasmo, il garbo dei giovani volontari che accolgono i visitatori e… il gioco è fatto. Il cielo di Napoli, dal 1° al 4 luglio, si è vestito a festa per l’evento che ha riaperto i battenti ai lettori, agli scrittori, agli editori, ai grafici e a quanti ruotano intorno al mondo della cultura che viaggia attraverso la “parola” scritta.

Napoli città libro, una quattro giorni di festa, di vocii, di allegria, condita con una calura non indifferente, ma soprattutto animata da tanta voglia di ritrovarsi in un continuo andirivieni tra i cortili e le bellissime sale convegni del Palazzo.

Ora che tutto si è concluso, non indugerò sugli aspetti di cui si è già detto e scritto dovutamente e giustamente attraverso i media campani e nazionali, piuttosto sul magone che resta. Perché? La terza edizione di Napoli Città Libro si sarebbe dovuta aprire con la presenza di un testimonial d’eccezione, Luis Sepulveda. La sua assenza–presenza ci ha ricordato che la strada del Covid è stata lastricata di vittime tutte da ricordare, al di là del nome e del ruolo che hanno rivestito nella società.

Ma la giostra della vita con tutte le sue contraddizioni, i suoi dolori e le sue gioie, si sa, non si ferma, se non per qualche secondo! Poi il giostraio con un nuovo squillo del campanello dà il via e il giro ricomincia.

E allora eccomi a girovagare tra gli stand, dove mi è sembrato di scorgere nello sguardo dei tanti espositori, più di 90 (numero contingentato) provenienti da ogni parte d’Italia, dal Nord alla Sicilia, la ritrovata gioia di essere insieme. È stato emozionante tornare di nuovo a scartabellare, curiosare, comprare e finalmente incontrare di persona gli autori, noti ed esordienti, che si sono alternati nelle prestigiose sale convegni del Palazzo Reale (la Sala teatro di corte, la Sala premio Napoli presso la sede della Fondazione e quella a cielo aperto: la terrazza del Teatro San Carlo).

Come a voler rammentare al pubblico il desiderio di rinascita che anima tutti, gli organizzatori per l’occasione hanno voluto denominare altre tre accoglienti sale come le nostre isole Covid-free: Capri, Ischia, Procida.

La dovuta e giusta risonanza di Napoli Città libro è stata amplificata dalla presenza in loco di due postazioni RAI, Radio Live e il Il leggilibro, rubrica letteraria della TGR Rai Campania che per l’occasione ha trovato un suo spazio, a mo’ di salottino, sotto gli archi di Palazzo Reale.

Al microfono del curatore Claudio Ciccarone, giornalista e scrittore, si sono alternati tantissimi, ma davvero tanti autori, editori e librai raggruppati per affinità culturali e intellettuali e per genere di libro pubblicato. Di grande interesse mi è sembrata l’attenzione del giornalista verso tematiche di grande attualità, relative alla sfera del LGBT+, delle disabilità, della psicologia e della medicina.

Poi si sa, continuando a gironzolare fai incontri belli. Amici di scrittura vecchi e nuovi ai quali pur se mascherati puoi sorridere con gli occhi, o magari, se vai a sorseggiare un caffè con qualcuno, ti concedi anche il lusso di un sorriso a trentadue denti. E capita anche la magia che un amico virtuale si trasformi in reale.

Di certo è stata una sfida non scontata, lanciata da una compagine di editori campani a un nemico invisibile che ha prostrato per molti mesi le migliori forze del mondo della cultura. Bisognava reagire, ci hanno creduto e, sostenuti anche dai grandi gruppi editoriali, lancia in resta sono scesi in campo. Durante la quattro giorni a sostegno dell’iniziativa non sono mancate presenze importanti del mondo del teatro e della musica che ha altrettanto sofferto per i lunghi mesi di chiusura forzata.

A conti fatti, stimando anche le migliaia di presenze, credo che Napoli città libro questa volta più che mai abbia lasciato il segno.

2 commenti su “Sotto il cielo di Napoli”

  1. Bell’articolo scritto con leggerezza ma con dovizia di particolari, e che rende giustizia alla buona qualità dell’evento . Si respira il caldo della giornata estiva e la fresca brezza che spira sotto i portici di Palazzo Reale.

  2. Rita Scarpelli

    Interessante panoramica di un evento che ci ha ricordato che il sole risorge sempre e la cultura è uno dei raggi più belli. Complimenti all’autrice!

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