Spagna: l’indulto ai separatisti catalani divide il Paese

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Bandiera catalana (fonte: www.pixabay.com)

Era il 2017, quando in Catalogna ci fu una dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte dei partiti separatisti catalani e iniziarono disordini e scontri che causarono non solo decine di feriti, ma portarono poi all’arresto di nove leader indipendentisti. Dopo quasi quattro anni, il Presidente spagnolo Pedro Sánchez ha concesso l’indulto ai separatisti incarcerati, condannati dai 9 ai 13 anni di prigione. Tra coloro che sono tornati in libertà ci sono Oriol Junqueras, ex vicepresidente del governo catalano, ed altri otto esponenti dell’indipendentismo catalano, tra cui anche l’ex ministra del lavoro della Catalogna, Dolores Bassa, e l’ex responsabile affari esteri Raul Romeva.

L’indulto, che ha ricevuto l’approvazione del re Felipe VI e che poi dovrà passare alla Corte Suprema, ha spaccato il Paese iberico: se da un lato molti hanno visto questa scelta come un tentativo di ricucire una ferita troppo a lungo aperta, che continuava a creare tensioni e instabilità all’interno della Regione, dall’altra, tante sono state le critiche all’esecutivo, non solo da parte dei partiti di opposizione ma anche da molti elettori del Partito Socialista. Pablo Casado ha criticato la scelta di Sanchez, accusandolo di aver ceduto ai separatisti catalani per ottenere il sostegno dei deputati della Catalogna in Parlamento e mantenere una, seppur risicata, maggioranza.

Non sembrano gioire neppure gli indipendentisti, che all’indulto avrebbero preferito un’amnistia totale. C’è da specificare infatti che, mentre l’amnistia viene concessa come attestazione di mancanza di colpa, l’indulto al contrario è un modo di concedere la “grazia” ai condannati, riconoscendone dunque le responsabilità ed il reato; in questo caso, quello di sedizione e alto tradimento alla Costituzione. Ad ogni modo, le misure di indulto hanno già ricevuto un parere non vincolante dalla Corte Suprema spagnola, che ha ritenuto al contrario le pene comminate come adeguate, in quanto gli imputati non hanno mostrato alcun segno di pentimento.

Su questo non ci sono dubbi, considerando che la prima frase pronunciata da Junqueras fuori dal carcere è stata: “¡Viva Cataluña libre!” (Viva la Catalogna libera!”), seguita da un nuovo invito al referendum per l’indipendenza.

Le misure di indulto conterranno una clausola per cui, se i separatisti accusati saranno recidivi nei prossimi tre anni, l’indulto sarà annullato.

Dal suo canto, il Primo ministro spagnolo Sánchez ha dichiarato che quella dell’indulto è “Una misura a favore della concordia e della coesione, una misura che ridurrà la discordia territoriale e politica”, sottolineando che “materialmente portiamo nove persone fuori dalla prigione, ma simbolicamente portiamo milioni e milioni di persone alla coesistenza”. Che la sua sia stata una scelta di conciliazione e democrazia, o piuttosto un’astuta mossa politica per conquistare i voti dei partiti catalani, non ci è dato sapere. É indubbio che il partito di Esquerra Republicana ha avuto grande rilevanza nella creazione della coalizione di governo, formata dal PSOE e Unidas Podemos, poiché con la sua astensione ha permesso di raggiungere il quorum necessario al governo socialista di Sánchez. Sicuramente la sua decisione ha suscitato reazioni controverse ma, anche per le pressioni ricevute dal Consiglio d’Europa e da numerosi attori internazionali, e con un forte desiderio di integrazione europea anche in vista dell’approvazione del Recovery Plan, l’esecutivo spagnolo ha voluto forse dare dimostrazione della capacità di conciliazione e sottolineare dunque l’importanza delle istituzioni democratiche del Paese, invitando al dialogo i partiti indipendentisti catalani, ma sempre nel rispetto della Costituzione spagnola.

Ci piacerebbe anche pensare che forse Sánchez lo abbia fatto per fedeltà ai suoi ideali socialisti, ai valori politici ai quali si ispirano il suo Partito e le misure messe in atto dal suo governo. Forse sarebbe utopico ma soprattutto in questi tempi bui, l’utopia ci può servire, come diceva Eduardo Galeano, per continuare a camminare.

2 commenti su “Spagna: l’indulto ai separatisti catalani divide il Paese”

  1. Concetta Russo

    Brava Rachele. Sempre capace di puntare senza ambiguità sugli eventi: con sufficienti e significativi passaggi informi e fai e riflettere il lettore.
    Tina Russo

    1. rachelerenno

      Grazie Tina! Sono anche gli spunti e i suggerimenti del lettore ad essere utili strumenti di riflessione e scambio. Grazie!

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