Finalmente vaccinati. Con l’AstraZeneca, ma vaccinati. E con una perentorietà impressionante. Alle 22,30 mi arriva un sms che mi convoca per l‘indomani mattina alle ore 8,15 al Padiglione 1 della Mostra d’Oltremare di Napoli. Neanche il tempo di fare i bagagli. Dopo una sommaria ed irrequieta dormita, mi avvio in compagnia di mia moglie all’appuntamento. In prossimità dell’ingresso mi giunge il segnale di un nuovo sms. Chi sarà mai? È la Regione Campania. Mi avverte che l’appuntamento è slittato al giorno dopo. E meno male che il tono era quello asettico delle comunicazioni burocratiche. Mi sarebbe molto dispiaciuto che l’sms (ma un giorno non lontano succederà) avesse avuto un tenore del tipo: “Ehi, Signor Mottola, dove crede di andare così spedito? A vaccinarsi? Non corra, tanto l’appuntamento è spostato a domattina alla stessa ora. Un po’ di pazienza, cose che succedono. E non bestemmi, sa: la teniamo d’occhio”.
Proprio mentre mia moglie ed io concludevamo che, data l’affluenza sorprendentemente scarsa, potevo tentare di vaccinarmi ugualmente, è arrivato un secondo sms che invitava mia moglie a presentarsi per la vaccinazione anche lei il giorno dopo alle 8,30 ma a Capodimonte. Anche in questo caso il messaggio era freddo e protocollare, risparmiandoci l’oltraggio di un approccio confidenziale, tipo: “Signora, lei è convocata per vaccinarsi domattina a Capodimonte alle 8,30. Veda un po’ chi può accompagnarla perché, come ben sa, suo marito sarà impegnato alla stessa ora alla Mostra d’Oltremare. Se no, vuol dire che prende un taxi. Buona fortuna.” Alla luce di questo ulteriore invito abbiamo concordato di chiedere se, in via eccezionale, potevano vaccinare l’intera coppia. All’ingresso abbiamo incontrato personale cortese e disponibile che ha immediatamente accolto la nostra richiesta, forse perché il flusso dei convocati era modesto.
Una volta entrati abbiamo avuto modo di apprezzare durante tutto il percorso un’organizzazione molto efficiente, ben educata e collaborativa. Vivamente impressionati da tanta, sorprendente qualità, siamo in breve arrivati al cospetto della dottoressa alla quale ci avevano indirizzati. E qui ci siamo giocate le nostre carte per scansare l’AstraZeneca ed accedere al sospirato Moderna, il vaccino del Presidente. Ma eravamo ben consapevoli della nostra debolezza contrattuale: non siamo né battaglieri né abbastanza ammalati, ma credo non lo fossero nemmeno molti di quelli che vedevamo attendere impazientemente in fila: molti con una o due stampelle, qualche altro con la sedia a rotelle. Alcuni di loro, una volta vaccinati, uscivano dalla cabina con le stampelle sotto il braccio o spingendo la carrozzella gagliardamente. C’era poi, dall’altro lato, la fila di quelli che venivano per la seconda dose: i pochi sopravvissuti alla prima dose? Dopo una pausa di riflessione che la dottoressa ci ha gentilmente concesso per decidere se vaccinarci o rinunciare, abbiamo preso il coraggio a quatto mani e ci siamo sottoposti all’inoculazione dell’AstraZeneca senza fare più storie.
È stato in realtà anche un gesto di ribellione nei confronti di tutti quei soggetti che hanno esercitato sui loro medici pressioni inaudite per essere inclusi nella ambitissima categoria dei fragili. Tra loro ci sono anche alcuni dei nostri conoscenti più ansiosi, quelli per i quali le nostre modeste malattie non sono mai paragonabili alle loro, incommensurabilmente più gravi, anche quando tu te ne inventi qualcuna per tentare almeno un onesto, o meglio un disonesto, pareggio. Abbiamo però imparato come contrastarli, quando capita di incontrarne uno: se ti chiede: “Come stai?” tu, per sventare il tranello che ti sta tendendo, devi rispondere: “Dici prima tu.”
Tirando le somme, possiamo dire che, a ventiquattr’ore di distanza, io mi sento benissimo mentre mia moglie accusa soltanto un’insolita sonnolenza, segno evidente che l’AstraZeneca è meglio tollerato dagli uomini, tra i quali non si conta, come pare, neppure una delle reazioni fatali sin qui riscontrate: forse le autorità sanitarie, visti i tanti rifiuti, farebbero bene a somministrarla soltanto ai maschietti. Restiamo tuttavia un tantino preoccupati e lo saremo per un bel po’: sospettiamo che l’AstraZeneca venga somministrato solo agli over 65 perché le reazioni avverse, che pare potrebbero presentarsi anche anni ed anni dopo, ne troverebbero ancora in vita un’esigua minoranza. Se così fosse, niente da ridire: sarebbe triste ma giusto.
P.S.: Leggiamo che già il giorno successivo alla nostra vaccinazione la situazione alla Mostra d’Oltremare è totalmente cambiata a causa di una moltitudine di falsi invalidi o di postulanti che chiedevano un vaccino alternativo all’AstraZenica. Ce ne scusiamo con i gentili lettori, ma a noi è andata proprio come raccontato.