Il secondo e intenso romanzo di Daniela Merola “La giusta via” ci conduce per i sentieri impervi di un’anima inquieta che costruisce sul suo dolore infantile, per la prematura perdita del padre, un sacrario presso il quale rifugiarsi ogni qual volta la vita le chiede di confrontarsi con se stessa: lo spazio bianco, luogo immaginario in cui gli opposti di vita e morte trovano la loro coincidenza.
Madame Margherita Sossio, protagonista della storia, intraprende un affannoso, frastagliato ed estenuante viaggio interiore, al fine di ritrovare il suo sé contraddittorio, smarrito e dimidiato quando è al di fuori di quello spazio bianco.
Sullo sfondo di tre città di storia e di arte, Napoli, Roma e Parigi, si muovono insieme a lei alcuni personaggi dai tratti ben definiti che per motivi differenti ne subiscono il fascino e altri dai contorni sfumati che sembrano vivere in un nebuloso mondo parallelo.
Donna di carattere, colta e in carriera, viaggiatrice instancabile, amante del suo lavoro in qualità di esperta nelle valutazioni d’arte, Margherita sembra che non si lasci facilmente plasmare o irretire da niente e da nessuno.
Augusto, spregiudicato uomo d’affari, è il marito voluto, amato e odiato. Il loro legame costruito su un amore vorace sopravvivrà fino all’inverosimile per ben venticinque anni, all’insegna di una distorta devozione erotica, di dolori indotti e della subalternità ora dell’uno ora dell’altra.
La madre Gemma, signora di stampo inglese, raffinata colta e serafica, rinchiusa su se stessa non riesce ad offrire alla figlia altro che uno spazio affettivo circoscritto.
L’amica dell’adolescenza, Ortensia, è donna in carriera nel mondo della moda, estroversa e senza legami. Condivideranno gioie, preoccupazioni e desolanti disfatte.
Interessante e di spessore è il personaggio del vecchio professore universitario che intuisce le ansie della sua ex allieva, a cui affida un ruolo importante in una ricerca insieme ad altri colleghi di lavoro. Tra loro il giovane Luc, che s’innamora di lei follemente regalandole perfino un quadro di Giovanni Boldini dall’enorme valore. Chissà perché è tanto attratta da quel profilo sensuale e nello stesso tempo etereo, forse vorrebbe somigliare alla donna del dipinto?
A completamento un personaggio femminile inquietante, Aquilina De Scorciatis, una nobile decaduta che con le sue arti esoteriche metterà in crisi la razionalità di Madame Sossio.
L’Autrice, avvalendosi di un lessico moderno, crudo e talvolta urticante, lascia scorrere la narrazione, avvincente e incalzante, senza interruzioni scandendola solo con il ritmo emotivo impresso dalla protagonista; disteso e sereno quando lei “beata” si trova nel suo spazio bianco, al contrario vorticoso e agitato quando lei ne è fuori, “frustrata, annullata, decimata…”. Uno sdoppiamento di personalità? Un gioco della sua mente costellato di presenze e assenze, che s’invertono in un’alternanza continua e ossessiva nel suo artificioso viaggio sospeso tra il reale e il virtuale?
Una sorta dunque di romanzo nel romanzo, in cui poter rintracciare un dialogo con l’“oltre”, al fine di ritrovare quel sé che è stato smarito sulla strada del dolore? Un cammino verso la rinascita?
Tante domande, tante risposte… quanti saranno i lettori.
Daniela Merola è giornalista pubblicista, organizzatrice di eventi culturali, formatrice culturale. Redattrice di Road tv Italia, ha un canale youtube molto seguito. Il suo primo romanzo è “Marta, un soffio di vita” (2018), pubblicato con LFA Publisher. Il libro recensito è disponibile su tutti gli store on-line e ordinabile presso tutte le librerie.