Il Napoli vince 1 a 0 contro una Juventus che, per la verità, non è sembrata la migliore vista in questa stagione. Vince, e diciamola tutta, senza aver mai tirato in porta per tutta la durata dell’incontro e, questa sì, è una novità. Se facciamo l’elenco dei titolari che mancano agli azzurri ci accorgiamo che abbiamo una squadra che manca di uomini fondamentali in ruoli chiave e non avremmo nemmeno terminato la narrazione perché dovremmo aggiungere Ospina, fermato a venti minuti dall’inizio per infortunio, e Lozano, speriamo non stirato, a dieci minuti dalla fine.
Eppure vinciamo perché, e l’avevamo già avvertito nelle ultime due, ci sembra di vedere giocatori più motivati e, dopo aver visto come sono tutti corsi ad abbracciare il Mister a fine partita, il motivo sembra evidente. Si sono stretti intorno al loro allenatore e, probabilmente, danno di più di quello che erano abituati ad offrirci. Bene i due centrali con Rrahmani che, a vederlo oggi, avrebbe meritato più spazio anche prima. D’altronde l’ex veronese non è costato pochissimo e veniva da un campionato giocato ad altissimi livelli. Nessuna sfasatura, nessun errato posizionamento, nessuna distrazione. Sembra cresciuto anche l’altro centrale, Maksimovic, nonostante il contratto a scadenza. A riprova, forse, che i due centrali di difesa, in qualunque squadra, danno il meglio di sé quando si integrano e si aiutano fra di loro ma, soprattutto, se si fidano l’uno dell’altro. Diciamo che tutti, chi più chi meno, hanno dato il loro apporto soprattutto quando, alla ripresa, sembrava che la Juve avesse un altro, o meglio, il solito “piglio”. Il ritorno di Osimhen quasi a tempo pieno è servito e come. Niente di trascendentale ma, fin quando è stato in campo, perlomeno sembrava tenere in apprensione la difesa bianconera. Ha lottato su tutti i palloni che gli arrivavano e spesso l’ha spuntata, facendo salire un po’ la squadra. Fin quando è stato sostituito, crediamo per affaticamento, da Petagna che, con il suo ingresso, ci ha chiarito perché il Napoli non può fare lo stesso gioco, con lui, per il quale si era costruito. Bravo Insigne che, da vero campione e leader, non si è tirato indietro quando l’arbitro, richiamato dal VAR, ci ha assegnato un rigore giustissimo, checché ne dica quel burlone di Pirlo che, udite udite, si è lamentato dell’arbitraggio, dichiarando, senza mostrare vergogna, che forse alla Juve quel rigore non l’avrebbero dato. Dovrebbe fare i suoi interventi non già a Sky ma, più opportunamente, a Zelig. Lozano sempre incisivo e pericoloso, Politano utile ma sotto tono, i due terzini senza eccellere ma anche senza clamorose incertezze. A centrocampo Zielinki ancora spaesato e Bakayoko buono nell’interrompere le trame avversarie ma troppo falloso negli appoggi, anche quelli semplici. In ultimo Meret che ha tolto la tuta a dieci minuti dall’inizio e ha salvato la porta in più occasioni, così, senza neanche essere troppo appariscente, con quella semplicità e quella calma che è propria dei portieri forti.
Ora ci tuffiamo in Europa League e torneremo in campionato contro quei bergamaschi che ci hanno eliminato dalla Coppa Italia. Non illudiamoci ma, questo sì, li vogliamo vedere sempre determinanti a dare il meglio di sé. Ci devono credere prima loro e poi, come possiamo, noi.