Beh, commentare quest’altra sconfitta appare, anche a chi vi scrive, cosa molto complicata. Se consideriamo i numeri, avremmo dovuto ripetere il 6 a 0 contro la Fiorentina e, invece, abbiamo ripetuto la partita con lo Spezia, anche se con tutte le dovute differenze. 24 tiri in porta, un palo, una traversa, un rigore sacrosanto non dato, un possesso palla del 68%, il 90% di passaggi conclusi, non sono bastati per portare a casa i 3 punti. Il Genoa, con due tiri in porta segna due gol e vince.
Noi non ce la sentiamo di prendercela con Gattuso perché la partita l’abbiamo vista e gli azzurri ci sono sembrati finalmente una squadra volitiva, con forza nelle gambe e decisamente più corta rispetto ad altre prestazioni. Tutti correvano e pressavano tanto da costringere un Genoa, comunque in forma, sulla difensiva per tutta la partita, e in casa loro. Certo, gli errori dei singoli ci hanno danneggiato e vedi Manolas, Maksimovic, Mario Rui, ma la partita meritavamo di vincerla sia pure con i limiti che abbiamo evidenziato. Noi, se proprio dobbiamo trovare il colpevole, ammesso che ce ne fosse solo uno e a parte gli “orrori” in difesa che abbiamo ripetuto, riusciamo a pensare, in questo momento, al responsabile dell’area tecnica, Giuntoli. Questo signore, d’accordo la società (?), è passato per le ultime due campagne acquisti, sapendo di avere problemi sulle fasce, e non ha comprato nessuno che potesse sostituire il solo volenteroso Rui. Avrà puntato ancora su Ghoulam? Sbagliato! Ha portato in scadenza contratto Maksimovic e Hysay e si vede che apporto stanno dando, ha ceduto Milik e LLorente non considerando che giochiamo ogni tre giorni e che siamo sotto attacco della pandemia, ha regalato Malcuit nel mese di gennaio e ci chiediamo ancora perché. Aveva invece comprato Rrahmani come centrale spendendo anche molto ma poi, come direttore tecnico della squadra, ha mai chiesto e/o preteso che l’allenatore valorizzasse il giocatore?
A Gattuso però una cosa la vogliamo dire: ormai, queste partenze e costruzioni dal basso, vuoi per il fatto che qualunque avversario ci viene a pressare in alto, sapendolo pure fare, vuoi perché i piedi buoni i nostri difensori non ce li hanno proprio, magari andrebbero oggi evitate. Eviteremmo svarioni mortificanti. E poi, se una squadra come il Genoa, con tutto il rispetto, non proprio il Liverpool, va in gol (parliamo del secondo) con un’azione fatta di 21 tocchi di fila e conclusasi con la distrazione di Manolas, qualche domanda sulla fase difensiva dovrà pure porsela. Ora ci aspettano Atalanta e Juve e non saranno pratiche semplici da sbrigare. Possiamo crollare definitivamente oppure risorgere e rilanciarci. Non vorremmo essere pessimisti ma la seconda ipotesi ci sembra improbabile. Staremo a vedere.
Sono tanti anni ormai che il “tallone d’Achille” del Napoli è rappresentato dalla mediocrità della difesa. L’esplosione di Kolibaly aveva, per un pò, illuso tutti. La forza dirompente del senegalese era stata sufficiente per coprire le vistose lacune degli altri. Poi, improvvisamente – forse per la mancata cessione all’estero – lo stesso “gigante” è venuto meno, cominciando a mancare più di un colpo a partita. Manolas e Maksimovic sono costati tanto e, più passa il tempo, più dimostrano di rappresentare due pessimi affari. Il secondo, in particolare, non è, a mio parere, all’altezza della serie A. Basta osservarlo quando, in fase di uscita dalla difesa o di appoggio a centrocampo, da l’impressione che la palla gli scotti tra i piedi; se ne libera il prima possibile poggiandola al compagno più vicino. Senza dimenticare gli ormai reiterati svarioni; assolutamente non consentiti nel massimo campionato italiano. Centrocampo e attacco scontano la mediocrità di alcuni, tra questi: Demme e quella specie di calciatore che risponde al nome di Lobotka. Fatti salvi Insigne – che reputo l’unico “super” tra le file del Napoli; pur con qualche esagerato opportunismo – Lozano e Politano, considero Petagna un discreto calciatore per una provinciale di serie B e, dulcis in fundo, l’ormai famigerato Hosimhen un acquisto clamorosamente e doppiamente sbagliato. Le tante assenze di Osimhen hanno, fino ad oggi, rappresentato anche un alibi per Gattuso: giocare senza un calciatore di gran livello, infatti, secondo alcuni, dovrebbe giustificare le cattive prestazioni. Personalmente, sono di tutt’altra idea. Infatti, considero Osimhen un calciatore che non serve assolutamente al gioco che Gattuso fa svolgere al Napoli. La reiterata ed estenuante manovra – che vorrebbe essere, nell’immaginario dell’allenatore – di “aggiramento sulle fasce” non trova, nel giovane attaccante di colore, un interprete adatto. Egli si aggira per il campo come un bimbo che rincorra gli avversari per farsi restituire la palla sottrattagli; completamente avulso dal gioco che porta avanti la squadra nel suo complesso. Forse, grazie alla sua velocità, potrebbe far valere le sue qualità di corsa in una squadra votata al classico contropiede all’italiana, ma dovrebbe giocare altrove, evidentemente, non nel Napoli di Gattuso. Sarebbe, forse, servito in quel Napoli di Mazzarri che aveva la sua forza nelle c.d. “ripartenze”. A questo Napoli, a mio modesto avviso, un giocatore quale Osimhen, non serve! Senza, peraltro, dimenticare che il giovane centravanti mostra evidenti lacune tecniche. Dimentichiamo, per amore di patria, di approfondire i patemi d’animo prodotti dalla fase di costruzione del gioco dal basso. Tecnica che, a parte gli “svarioni” dei difensori, andrebbe anche evitata, in favore di un bel “rilancio lungo” del portiere, almeno in quelle rarissime occasioni che fa la sua apparizione il suddetto Osimher.