Siamo a meno di una settimana dal voto al Senato che con una risicata maggioranza ha confermato la fiducia al Governo scongiurando sul filo di lana un ritorno alle urne. Il Governo è stato puntellato più che riconfermato, l’operazione di allargamento soft della maggioranza sembra essersi impantanata. Dichiarazioni di voto a volte urlate, pro o contro, ma poco convincenti: tutti hanno invocato un cambiamento ma nessuno è sembrato pronto e disposto ad un confronto elettorale immediato. L’incertezza si conferma come il sostantivo più adatto per descrivere la situazione. Inevitabile sbizzarrirsi a formulare analisi e previsioni ma siamo in una situazione di stallo e ogni ipotesi assume la connotazione di un azzardo.
Il nostro ragionamento riparte da un’affermazione dell’onorevole Bersani: “Conte rappresenta l’unica vera mediazione nel Paese, prima ancora che nel Parlamento”. Ma a quale Paese si riferisce Bersani? Evidentemente la sua affermazione fa riferimento al fatto che i sondaggi indicano che gli italiani, nella stragrande maggioranza, sembrano essere dotati di buonsenso e, in questa particolare e critica situazione, non sono allettati dall’ipotesi di ritornare alle urne, affrontare due mesi di campagna elettorale, e poi tutte le estenuanti procedure per la definizione di un nuovo governo.
Il Governo Conte 2, da quando è iniziata la pandemia, ha cercato di accontentare tutti, dal ricco commerciate all’operaio che ha rischiato di perdere il lavoro, ai disoccupati giovani o “di lunga durata”, allargando la platea degli aventi diritto al reddito di cittadinanza e introducendo il reddito di emergenza. Ha favorito ancora una volta il gruppo industriale FCA (la ex Fiat); è stato attento a imprenditori e professionisti; ha finanziato al 110% le opere di ristrutturazione energetica degli edifici; ha sostenuto le scelte del Ministro Provenzano sul Mezzogiorno; ha gestito il confronto/scontro con i Presidenti delle Regioni nella gestione dell’emergenza sanitaria; ha svolto un’azione incisiva nell’Unione Europea ottenendo una quantità di soldi impensabili solo qualche mese prima e ora è pronto ad affrontare un contenzioso con le case farmaceutiche per la mancata forniture delle dosi di vaccino prenotate.
Gli effetti “benefici” di alcuni di questi provvedimenti sono tutti da verificare, di altri già è noto il fallimento, come quello della regolarizzazione dei lavoratori immigrati sfruttati nella filiera agroalimentare, provvedimento raffazzonato voluto dalla ex Ministra Bellanova, poi dimessasi per ordine del suo capo partito, Renzi.
Il comune sentire lasciato a sé stesso non ha sempre un valore progressivo, anzi il più delle volte è barbarico e tribale. La lettura dell’onorevole Bersani dell’opinione pubblica è un benevolo tentativo di ricomposizione politica. Per una fortunata serie di eventi gli errori del leader della Lega, Salvini, ci sono stati provvidenziali:
Ci viene la pelle d’oca ad immaginare come sarebbe stata affrontata la pandemia con lui al Governo, e per di più al Ministero dell’Interno. Probabilmente ci saremmo trovati o nelle condizioni dei cittadini statunitensi, sprovvisti di ogni protezione istituzionale con la sottovalutazione del rischio contagio, con la programmazione dell’eutanasia per i più anziani o con la polizia nelle case per controllare i nostri comportamenti. Insomma sarebbe stata tutta un’altra storia.
Le possibili critiche all’operato del Governo Conte 2, anche in questo stato di emergenza, sono tante perché si è mosso in piena continuità con quelli precedenti: non si è posto il problema di riparare ai danni provocati dai Governi di Renzi, Gentiloni e quello con Salvini. Non è intervenuto sulla legislazione sociale e del lavoro, non è intervenuto sulla riforma della “cattiva scuola”, ha tardato troppo a riformulare il “decreto sicurezza”, non ha saputo agire nella crisi libica, e non ha cancellato l’indegno accordo promosso da Menniti nonostante le prove di torture e massacri di migranti, non è intervenuto in modo strutturale per rilanciare l’occupazione nel nostro Paese.
Ma come avrebbe potuto essere diverso? Il M5S è più o meno lo stesso di quando governava con Salvini; i parlamentari del PD sono stati scelti da Renzi quando era segretario del PD, e tutto vien di seguito.
Oggi si addebita a Conte l’errore di essere stato incapace di imporre una svolta al Paese. Forse il vero problema di questo Governo è che con il Recovery plan europeo si è scavato la fossa: troppe belve affamate ci sono nel Parlamento e nel Paese. Uno strumento economico e finanziario che sta assumendo il ruolo dell’Unico Anello, quello immaginato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien nella sua famosa trilogia.
Così capita che amici e nemici inizino a scalpitare, chi tira per la giacca, chi fa sgambetti. Allora il dubbio sulla vera natura di questa crisi di governo ritorna, risale come i succhi gastrici a chi soffre di mal di stomaco. Così come tutti i dubbi sulle vere intenzioni di Renzi che abbiamo già conosciuto nella sua scalata al Pd e al Governo del Paese.
Ci sono ancora troppi fatti oscuri e non chiariti nella storia della nostra Repubblica, sono tutti lì irrisolti a ricordarci la nostra fragilità. La nostra preoccupazione, più che fondata, è che se cade questo Governo ciò che ci aspetta è il caos e non c’è regola che può garantirci che dal caos se ne esca meglio, anzi è molto più probabile che ci aspetti il baratro. Ci auspichiamo, per questo, che ciò non accada. Il richiamo di Bersani al buon senso degli italiani è chiaro e condivisibile ma non può essere un alibi per rinunciare a immaginare e praticare la Politica come un luogo non solo di mediazione di interessi contrapposti ma come luogo di progettazione del futuro.
Premesso che di politica non sono esperta, non ci vuole molto per capire che ancora una volta gli interessi di pochi hanno avuto la meglio sul bene comune.
I soldi del ricovery found hanno fatto risvegliare l ‘appetito di quanti credevamo si fossero ecclissati, messi da parte, purtroppo non è stato così. Ancora una volta la casta si è rivelata essere un branco di squali, anzi di sciacalli e avvoltoi, disposti a nutrirsi no di carcasse putride e marcie, ma di una intera nazione, che finalmente con Conte, sembrava avesse acquisito un po’ di credibilità e dignità.
Ancora un volta a farne le spese è il cittadino comune, non libero di scegliere chi possa governare, in piena autonomia e lontano dai giochi di palazzo.
È come il gioco delle tre carte, comunque si scelga alla fine è sempre il mazziere a fare il suo gioco, un gioco sporco e disonesto.
Oltre la siepe il grande poeta Leopardi immaginava silenzi oscuri e spazi sconfinati, forse oltre la siepe c’è solo monnezza.
Mi associo al commento di Pina. Purtroppo è vero che il pesce puzza dalla testa, ma ben parte della coda non è di meno. Sciacalli grandi e i piccoli pesci che si nutrono di tutto lasciando come sempre nemmeno le briciole al popolo, alla sanità, alla cultura, ai trasporti e chi più ne ha più ne metta.