La sinistra riparta da Papa Francesco

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Il Pontefice ritratto di spalle (Foto di www.unsplash.com)

“Costruiamo la giustizia sociale sulla base del fatto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata” – tuona così Papa Francesco in occasione della Conferenza internazionale dei giudici membri dei Comitati per i diritti sociali di Africa e America. Il Pontefice non perde occasione per schierarsi dalla parte dei più deboli socialmente ed economicamente. Per quanto scontato possa sembrare, non è sempre stato così, nonostante i temi della Chiesa dovrebbero essere sempre a favore dei più bisognosi, si deve riconoscere a Papa Francesco la schiettezza con cui tratta diversi temi, l’empatia che lo contraddistingue dai suoi predecessori. Dalla povertà ai disastri ambientali, dalla disoccupazione dilagante alla proprietà privata, quelle del Papa sono le parole “più a sinistra” che negli ultimi anni abbiamo ascoltato.

Per quanto il nostro titolo possa essere provocatorio, la sinistra in Italia dovrebbe ripartire proprio dai concetti espressi dal Papa. E che a parlare di giustizia sociale sia il Pontefice piuttosto che un partito di sinistra, questo la dice lunga sulle inadempienze della classe politica. Per ritrovare un discorso fatto a Palazzo Chigi in cui qualcuno abbia esclamato: “costruiamo la giustizia sociale”, credo bisogna riavvolgere il nastro a quando c’era Sandro Pertini come Presidente della Repubblica. Il potere istituzionale sembra aver dimenticato certi temi che quasi non vengono inseriti nell’agenda politica del Paese. Oggi qualcuno che rispolvera certe idee c’è, ma la differenza è che risiede in Vaticano. Per Papa Francesco dunque non ci può essere giustizia sociale in una società basata su profonde disuguaglianze; continua ammonendo che: “la cultura dell’indifferenza non può essere un modello”. Insomma il concetto è chiaro: non lasciare indietro nessuno! Temi che apparterrebbero ad una classe politica, che però appare miope nei confronti dei propri cittadini. E se addirittura il Pontefice è più a sinistra di alcuni partiti, questo ci fa riflettere su quanto i politici vivano un Paese diverso dal resto della popolazione.

Non è la prima volta che Bergoglio con le sue orazioni faccia scalpore. Già lo scorso ottobre si è reso portavoce di una battaglia a favore delle unioni civili: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente”. Un vero e proprio suggerimento alla classe politica, una vera spinta che arriva da uno degli uomini più influenti del Pianeta. Il mondo, soprattutto dopo gli ultimi eventi legati alla pandemia, è totalmente cambiato e in Italia nessuno, neanche in un momento di grande bisogno, è riuscito a rispolverare quei concetti di equità e giustizia sociale. Quella sinistra che un tempo si divideva in leninisti, marxisti, stalinisti, maoisti etc. oggi non ha più voce. E sembra una vera offesa ricordare che quello che una volta era il PCI oggi sia riconducibile al PD, che di sinistra ha pressoché nulla. Quella sinistra istituzionale oggi ha abbandonato non solo vecchie parole e desueti concetti quali “lotta di classe” o “classe operaia”, ma anche nel pratico ha abbandonato le periferie, le fabbriche, i collegamenti con i collettivi studenteschi e universitari. Un vero e proprio tradimento che viene percepito dai più come un allineamento verso il centro. Questo ha dato in pasto milioni di lavoratori all’avanzata delle destre e dei partiti “populisti”. Una sinistra insomma che ha tradito il suo popolo, spostando il suo baricentro dal centro, al centro-destra. Una sinistra (non più sinistra) che difende le élite piuttosto che il popolo, incapace oggi di parlare di una patrimoniale se non addirittura di una vera “million tax”, sorda ai problemi legati alla repressione poliziesca, incapace di indirizzare convintamente fondi alle energie rinnovabili e quindi dedita al continuo sfruttamento del Pianeta, una sinistra che negli anni, più che tutelare la stabilità lavorativa, si è impegnata a precarizzare sempre più il lavoro. Dunque che non ci si meravigli che sia proprio il Papa l’uomo più a sinistra del momento.

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