Diario di un “sorvegliato speciale”: 8 novembre

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Vince Biden conquistando con un insperato colpo di reni i voti elettorali che gli mancavano. Il primo discorso da presidente si è concluso con un messaggio di pacificazione: “Sarò il presidente di tutti gli americani escluso soltanto quel tizio col cappottone nero e i capelli arancione”.

Grande soddisfazione per me e mia moglie, che avevamo giustamente contato sullo stato confusionale di Salvini e non ci siamo sbagliati. Lo stato confusionale peraltro continua: dopo aver condiviso le accuse scomposte di brogli avanzate da Trump, ha rapidamente raddrizzato la barra togliendosi la mascherina pro-Trump e recuperando una posizione più decorosa, nei limiti del possibile.

Ed in realtà la sconfitta di Trump può rappresentare una cartina al tornasole per individuare i caratteri distintivi della destra attuale sotto il profilo etico. Appena si prospettava la possibile vittoria di Biden, alcuni senatori hanno preso le distanze dai propositi oltranzisti del presidente uscente (uscente, si fa per dire: sarà un problema e probabilmente bisognerà spostarlo di peso), mentre il resto del partito sembra essergli, al momento, rimasto fedele. Difficile giudicare quale delle due scelte sia moralmente più criticabile: da un lato quelli che lasciano la barca nella quale hanno supinamente bivaccato per quattro anni prima che affondi, dall’altro quelli che invece mostrano di non essere ancora disgustati dai comportamenti che hanno accompagnato la politica e la persona di Trump. Li accomuna la mancanza di dignità.

Un riflesso analogo si registra nella destra italiana. Di Salvini abbiamo già detto, mentre la Meloni che pure, scalzando Salvini, aveva rafforzato il suo rapporto con i repubblicani partecipando lo scorso febbraio al National Prayer Breakfast (incontro annuale dei conservatori americani concluso anche quest’anno dal discorso di Trump), si è immediatamente dissociata dalla sua sconfitta limitandosi ad affermare che “i rapporti con gli States non cambiano”. Certo bisognerà vedere se Biden è d’accordo, visto che i rapporti sono di regola bilaterali. Insomma la destra attuale è impresentabile in tutto il mondo civile e non si vede all’orizzonte il ritorno di una destra liberale, laica e legalitaria. Considerazioni amare che mi hanno indotto a rivelare a mia moglie dove avevo nascosto la carta-forno per scongiurare un esperimento culinario incombente. Se le riesce, festeggiamo la vittoria di Biden.

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