C’è del “bonus” in Italia, ma nessuno se ne accorge

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Immagine da Agenzia delle Entrate

L’Italia non è solo un territorio definito dai confini geografici e politici ma l’insieme delle persone che in questo territorio vivono, studiano e lavorano, nascono e muoiono, così come i tanti che in questo Paese ci son nati e poi se ne sono andati per studio, per lavoro e, ci piace pensare, anche per amore. L’Italia è costituita dagli italiani e in particolare da quegli italiani che hanno il diritto di voto, che scelgono i propri rappresentanti al Parlamento, nei Comuni e nelle Regioni. Ma sono anche quelli che votano per i rettori delle università, per segretari dei sindacati dei lavoratori, per eleggere i presidenti delle associazioni di categoria e professionali e gli amministratori di condominio. Insomma l’Italia è un paese democratico dove ampia e diffusa è la possibilità del singolo di esprimersi e di contare, di influenzare con le proprie scelte l’indirizzo di governo sia nazionale che locale ma anche nei tanti altri centri dove si esercita un potere reale.

Questi italiani, nell’ultima tornata elettorale che ha riguardato l’elezione dei Consigli regionali e i Presidenti delle Giunte, hanno deciso sostanzialmente di riconfermare chi aveva governato negli ultimi anni e, in particolare, si sono sentiti adeguatamente garantiti per come costoro hanno gestito l’emergenza epidemiologica. Il giudizio sul Governo è stato contrastante anche se, nelle ultime settimane, pure la stampa più sfacciatamente schierata con l’opposizione ci è sembrata più indulgente, pronta a prospettare nuove aperture anche perché in qualche modo il risultato elettorale li ha liberati dalla ingombrante presenza di Matteo Salvini, leader decisamente in discesa nel gradimento dei lettori/elettori. Ora però, con la ripresa della diffusione del virus, si ritorna a vecchie polemiche e l’esperienza accumulata in questi mesi pare dissolta. In Campania, in particolare, dove De Luca è stato rieletto con una maggioranza d’altri tempi, tutti i nodi della mala sanità ritornano al pettine. La gestione dei tamponi rimane un grande enigma, addirittura anche le dosi dei vaccini per l’influenza stagionale scarseggiano con una distribuzione ai medici di base disordinata. I casi di persone contagiate “abbandonate” nelle proprie abitazioni si moltiplicano e, in generale, non sempre è chiaro a chi e dove rivolgersi in caso di comparsa dei primi sintomi. Anche se non siamo ancora al collasso del sistema sanitario, come è avvenuto nei mesi scorsi con l’annullamento delle visite ambulatoriali per patologie diverse da quelle del Covid, già ora apprendiamo che sono stati sospesi gli interventi chirurgici non di emergenza. Nelle scuole si sono sprecati milioni di euro per sostituire i banchi da due a una postazione, come se fosse quella l’unica emergenza da risolvere, e poco o niente è stato fatto per migliorare, dove esisteva, o per creare, dove era assente, la digitalizzazione del sistema della didattica. I trasporti pubblici non sono stati migliorati, l’affollamento è garantito come il disservizio diffuso e continuativo. Gli impiegati pubblici svolgono il proprio lavoro per almeno due giorni a settimana da casa, ma non è stato stilato nessun regolamento, firmato un qualsiasi accordo con le organizzazioni sindacali, al centro come in periferia, e si chiude o si riapre solo sotto ricatto reciproco delle parti in causa. Nel frattempo i cittadini, che dovrebbero usufruire dei servizi delle pubbliche amministrazioni, impazziscono per cercare anche solo di avere informazioni. Intanto ricompaiono in rete le “citazioni” dello “sceriffo” De Luca, con i suoi modi che, se da un lato esprimono reale preoccupazione, non nascondono intenti moralizzatori da vecchio inquisitore contro i giovani e la loro movida, etichettati come persone che cercano solo di divertirsi tra feste e festicciole. Ma ora gli elettori con chi se la piglieranno visto che lo hanno votato in massa? Per molti la cosa più importante è che De Luca abbia attaccato la Juventus, il resto pare non conti molto.

Tornando all’operato del Governo, tra i tanti decreti emanati nella fase critica ce ne sono alcuni che rappresentano una novità positiva assoluta, il cui valore è stato ignorato dai partiti nella campagna elettorale, dagli imprenditori e dai cittadini. Primo tra tutti i così detti Eco-Bonus e Sisma Bonus. Sono due provvedimenti straordinari: lo Stato finanzia al 110% le ristrutturazioni degli immobili. I cittadini proprietari, gli istituti di case popolari devono semplicemente pianificare, programmare e realizzare le opere per rendere più efficienti gli edifici da un punto di vista energetico e per migliorare la tenuta antisismica. Con il sistema del credito d’imposta non sarà necessario versare anticipi da parte dei proprietari e degli istituti proprietari di immobili, ma saranno le imprese che anticiperanno anzi potranno chiedere anticipazioni alle banche e lo Stato finanzia anche gli oneri derivanti dal prestito (perciò il 110%). Cosa straordinaria, a questo finanziamento possono accedere anche i disoccupati, quelli senza reddito ma con casa di proprietà e gli evasori fiscali che il reddito lo hanno ma non lo dichiarano.

Ci saremmo aspettati che tutte le città italiane, e in particolare Napoli, si sarebbero trasformate in un grande cantiere edilizio, che improvvisamente i ponteggi fosse introvabili così come i lavoratori specializzati dell’edilizia, che i tanti tecnici tra architetti, ingegneri e geometri, che si lamentano di aver poco lavoro o nessun incarico, si sarebbero trovati con gli studi intasati da centinaia di progettazioni e pratiche da espletare. Abbiamo pensato che finalmente sarebbero scomparse dalla cronaca le drammatiche notizie di morti accidentali di persone colpite e uccise, mentre camminavano per strada, dalla caduta rovinosa di parte di intonaci di edifici fatiscenti, e che finalmente case, scuole ed altri edifici pubblici fossero tutti in poco tempo messi in sicurezza antisismica e che i ragazzi nelle scuole non avessero freddo d’inverno e caldo d’estate. La realtà è purtroppo un’altra. Non abbiamo notizia che le regioni, titolari e proprietarie degli Istituti di case popolari, si siano attivate per utilizzare il finanziamento diretto dello Stato. Non ci risulta che i Comuni, proprietari di alloggi e di scuole, abbiano attivato tali procedure, così come, almeno a Napoli, i condomini tardano ad attivare le procedure per il finanziamento. Eppure è tutto a costo zero e addirittura, chi vuole, potrebbe vedersi finanziato anche il cambio degli infissi, di finestre e balconi, oltre che l’adeguamento degli impianti di riscaldamento. Invece no, l’importante è lamentarsi, parlare male del vicino, dire “gli amministratori son tutti ladri”, diffidare di imprese e di tecnici per poi dire e gridare: “Governo ladro!”. Le statistiche ci dicono che più dell’ottanta per cento degli italiani vivono in case di loro proprietà. Comprendere il comportamento dei cittadini proprietari ha quindi una rilevanza significativa da tanti punti di vista. Si è pronti ad alzare le barricate anche al solo paventarsi dell’introduzione di una tassazione sulle prime case ma poi, quando lo Stato chiede e finanzia la loro ristrutturazione, non parte un’ovazione, non si ricostruisce una fiducia tra istituzioni, politici e cittadini.

I provvedimenti eco-bonus e sisma bonus finanziano al 110%, ma richiedono il rispetto delle norme fiscali e urbanistiche. È forse questo che spaventa? I provvedimenti del Governo hanno una finalità generale: ridare fiato all’economia in un settore da sempre trainante in Italia, quello edilizio, e avviare un processo per una riconversione green dell’economia e mettere in sicurezza un territorio ad alto rischio sismico. Ai cittadini proprietari non interessa il fine generale ma solo salvaguardare quell’isola di potere che è il sentirsi proprietari, anche di un vano con servizi. Altro che quell’immagine di italiani disponibili e solidali. Vige il principio elegantemente espresso dal senatore di Forza Italia Antonio Razzi: “Fatti nu poco li ca…i tua”. Ci troviamo ad osservare il diffondersi di un comportamento patologico, una incapacità di vedere ciò che è oggettivamente conveniente perché accecati dal particolarismo, dalla difesa della propria mediocre e miserevole condizione. E così i “bonus” ci sono, ma nessuno se ne accorge.

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