Cile: il referendum che potrà fare la storia

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Foto: Archivio Rachele Renno

Il 25 ottobre 2020 sarà un giorno storico per il popolo cileno. Dopo 30 anni dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet, il Cile voterà in un referendum per cambiare la propria Costituzione risalente al 1980, ancora intrisa del sanguinario regime militare che ha lasciato profonde tracce nella patria di Lúis Sepulveda, Salvador Allende, Pablo Neruda. Non c’è nessun Paese in America Latina che sia passato da una dittatura ad una democrazia senza cambiare la propria Costituzione. Solo il Cile. Scopriamo come è nato questo referendum e in cosa consiste.

La richiesta di una nuova Costituzione è nata, ha acquistato forza ed è stata chiesta a gran voce dalla popolazione. Già nel 2011 scoppiarono gravi rivolte studentesche, principalmente da parte di studenti liceali, per chiedere una riforma del sistema educativo, mercificato dal governo come bene di consumo. Il 18 ottobre 2019 è poi scoppiato il cosiddetto “estallido social“, una grande ondata di proteste sociali, apparentemente iniziate con l’aumento di 30 pesos del biglietto della metropolitana.

In realtà all’interno del Paese sono presenti forti disuguaglianze sociali, che riguardano la sanità, l’istruzione, il sistema pensionistico, i popoli indigeni. Le proteste hanno avuto una rilevanza tale da portare il popolo cileno a richiedere una nuova Costituzione, seppur a costo di gravi violazioni dei diritti umani, violenza e morti. Questo ha portato la Camera dei deputati cilena ad approvare, il 18 dicembre 2019, la riforma costituzionale (con 127 voti a favore, 18 contrari e 5 astensioni).

Il 25 ottobre 2020 si terrà dunque il referendum costituzionale, inizialmente previsto per il 26 aprile 2020 e poi rimandato a causa delle pandemia. Due saranno i quesiti.

Il primo per decidere se modificare o meno la Costituzione cilena. Le ipotesi sono: Apruebo, dunque consenso del cittadino a modificarla o Rechazo, rifiuto.

Il secondo quesito riguarda invece la forma dell’Assemblea Costituente: si potrà scegliere tra una Convención Mixta Constitucional, composta in parti uguali da parlamentari e cittadini eletti, oppure una Convención Constitucional,composta interamente da cittadini eletti attraverso il voto popolare.

Va sottolineato che la partecipazione al referendum del 25 ottobre è volontaria, elemento di grande importanza in quanto proprio l’affluenza alle urne sarà una discriminante per quanto riguarda la grandezza del consenso popolare. Si prevede che saranno circa 14,7 milioni le persone convocate alle urne, corrispondenti a coloro che sono autorizzati a votare, su una popolazione di circa 20 milioni, a cui poi si aggiungono i cileni residenti all’estero.

Nel caso in cui vinca il “Si”, e dunque si confermi la volontà popolare di modificare il testo costituzionale, le elezioni della Costituente si svolgeranno l’11 aprile 2021.

Il 25 ottobre, dunque, rappresenta per il Cile un’opportunità di riscatto, un primo passo per chiudere con il proprio passato, riscrivendo una nuova pagina di storia nata esclusivamente da una forte, fortissima spinta dal basso. Ciò che viene chiesto a gran voce è una maggiore uguaglianza nei diritti fondamentali, dall’istruzione alla sanità, in un Paese che, a dispetto delle apparenze, presenta ancora altissimi elementi di disuguaglianza.

Nei giorni che precedono il referendum la situazione è tornata a farsi molto tesa. Proprio per garantire il plebiscito costituzionale, il Servizio elettorale del Cile (SERVEL) ha rivolto un invito ufficiale a mantenere un clima di pace e garantire le regolari votazioni del 25 ottobre, soprattutto in seguito alle forti repressioni e ad un uso spropositato della violenza, compiuto dai Carabineros cileni. Intanto, il Cile è pronto al 25 ottobre 2020, a liberarsi del proprio passato e a catapultarsi con speranza e forza nel futuro.

“Dalla virtù si fanno i popoli”, diceva Josè Martì. La frase, volgendo lo sguardo al “lungo petalo di mare”, può essere riadattata così: “dalla Dignità si fanno i popoli”. E il 25 ottobre 2020 il popolo cileno scriverà la storia per riappropriarsi di quella dignità tanto calpestata, dimenticata, oppressa. Ma ora, auspicabilmente, vicina.

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