Lettera alla Redazione dell’avv. Vizzino
In un momento estremante drammatico e critico per il nostro Paese, sotto il profilo sanitario, sociale ed economico, è doveroso lodare l’incessante e coraggioso lavoro del personale medico e paramedico che, nonostante l’insufficienza di mezzi, offre la propria arte e dedizione al paziente che combatte contro un nemico invisibile e assai feroce. Altresì vanno condivise molte delle audaci iniziative delle Istituzioni volte a contenere il contagio da Covid-19 che, se non arginato, potrebbe metterci tutti di fronte a una situazione irreversibile.
Tuttavia, sono giunte al mio Studio legale segnalazioni e richieste di aiuto di cittadini che hanno contratto il coronavirus o che sono ad elevato rischio di contagio, che evidenziano come, in alcuni ambiti, verrebbe contraddetta l’applicazione pratica delle misure disposte per il ricovero dei pazienti le cui risultanze dei tamponi dimostrano la positività all’affezione. Per cui ritengo doveroso, per una più efficace gestione dell’emergenza, proporre un intervento correttivo e migliorativo da parte delle autorità e degli organi di competenza. Pensiamo al dibattito sui tamponi a tappeto: la linea ufficiale pare quella di fare i tamponi solo alle «persone sintomatiche», che hanno avuto contatti «sospetti». Ma in molti, scienziati ed esperti, chiamano in causa altre esperienze a livello internazionale (come la Corea del Sud), che hanno dato buoni risultati, rendendo vincente l’iniziativa di «tamponare» più soggetti possibile. I positivi asintomatici o paucisintomatici (con lievi sintomi) continuano a mantenere alta la circolazione del virus e recenti dati pubblicati dimostrano come la mediana dell’eliminazione virale sia di 21 giorni. Ciò significa che una parte di positivi in Italia circola liberamente perché non sa di essere positiva e un’altra parte esce di casa ancora positiva dopo la quarantena domiciliare di 14 giorni, perché nessuno controlla se il tampone si sia negativizzato. Non è pertanto sufficiente invitare la popolazione a rimanere a casa, ma si rivela di fondamentale importanza che ai contatti stretti di casi positivi sia effettuato il tampone per la ricerca di Covid-19, cosa che finora è avvenuta in un’assoluta minoranza di situazioni. Pertanto, si chiede di voler provvedere a un controllo maggiore e a un utilizzo più esteso dei tamponi.
I cittadini, per la stragrande maggioranza, stanno rispettando le misure di restrizione imposte, rimanendo nelle proprie case ed uscendo solo per necessità. La società civile sta dimostrando senso civico, agendo con coscienza e responsabilità, in ottemperanza alle direttive del Governo e delle Regioni. Nonostante gli sforzi messi in campo però, la diffusione del virus non diminuisce ma, anzi, pare destinata a crescere fino ad arrivare ad un picco, che il Presidente De Luca ha riferito potrà raggiungersi nella metà del mese di aprile in Campania. Ebbene, il problema principale da fronteggiare in quel momento sarà l’ormai nota insufficienza dei posti letto in terapia intensiva. A Roma, a Milano e a Genova si sono già mossi in tal senso, avendo predisposto nuovi ospedali ed allestendo aree ad hoc, come ad esempio la Fiera a Milano. Nella stessa ottica, a Napoli la struttura Loreto Mare è stata adattata ad ospitare 10 posti letto in terapia intensiva a cui si aggiungeranno, per come si apprende, 20 posti in terapia sub intensiva immediatamente riconvertibili in terapia intensiva e altri 40 posti di degenza ad alta intensità di cura. Inoltre, la Regione Campania intende costruire tre ospedali da campo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Ma ci domandiamo: non sarebbe opportuno valorizzare risorse e strutture già a disposizione della Regione, ad oggi inutilizzate o parzialmente utilizzate? Ad esempio, diverse aree del Policlinico “Luigi Vanvitelli” potrebbero essere attrezzate per aumentare la capacità di accoglienza dei pazienti? Nella stessa ottica, a Napoli potrebbe essere utilizzata l’area della Mostra d’Oltremare, che è molto spaziosa e, per questo, idonea ad ospitare un ospedale da campo per pazienti affetti da Covid-19, ove il P.O. Loreto Mare dovesse risultare insufficiente.
I poveri e gli anziani, specialmente nel sud dell’Italia, ormai sono un numero significativo della popolazione (come recitano Istat, Censis, Caritas da qualche anno). Orbene, gli anziani, come più volte ribadito dalle Autorità, sono i più esposti al rischio di contagio, ma anche alla paura di sentirsi le uniche vittime predestinate, spesso in balìa di un martellamento mediatico che spaventa chiunque. Si pensi agli anziani soli, in difficoltà e impauriti che non possono uscire dalla propria abitazione perché soggetti più esposti al contagio. Non parliamo necessariamente di anziani che presentano delle disabilità accertate, ma delle persone ritenute più a rischio perché sole e over 65. Ebbene, per questi cittadini è necessario che vengano previste ed attuate delle sistematiche misure assistenziali ad hoc, onde consentire loro di svolgere quelle attività quotidiane necessarie alla sopravvivenza, (a titolo esemplificativo: fare la spesa, acquistare farmaci etc.), nell’ottica della tutela del loro diritto alla salute ed alla vita.
In questi giorni nelle strade pubbliche assistiamo alle misure di sanificazione messe in campo dalle Autorità. Ebbene, chiediamo non solo che tali attività siano svolte più frequentemente ma anche che tali misure vengano estese nelle strade private e nei condomini. Ogni Amministratore di condominio dovrà, obbligatoriamente, disporre lavori di sanificazione nel condominio di propria competenza. Pensiamo a quanti contagi potrebbero essere evitati se, in maniera preventiva, venissero sanificate tutte le parti comuni che agevolano e veicolano la diffusione del virus (per esempio, gli ascensori).
Da ultimo, ma non per importanza, si segnala lo stato di enorme disagio che stanno vivendo i titolari di partita IVA, non esclusi gli avvocati (che attualmente sono limitati nello svolgimento dell’attività professionale), finora non adeguatamente tutelati, forse perché vengono erroneamente considerati come un universo separato, con una capacità economica tale da poter provvedere da sé almeno in questa prima fase.
Avv.Riccardo Vizzino info@studiolegalevizzino.it