Martedì 18 febbraio a Napoli, presso il Palazzo di Giustizia, si è tenuto un molto partecipato convegno sul tema “Il contenzioso e le frodi assicurative, un danno per la collettività: dati, riflessioni e proposte. Un anno dopo”. L’avv. Riccardo Vizzino è stato tra i promotori di quest’evento, che rappresenta il terzo step sulle problematiche afferenti al dilagante fenomeno delle frodi assicurative; l’iniziativa si pone come naturale prosieguo del convegno tenuto presso il Tribunale di Nola lo scorso 19 novembre 2019. Ancor prima si era tenuto il primo incontro sullo stesso argomento, questo spiega il riferimento a “Un anno dopo” contenuto nel tema.
La piaga delle frodi assicurative occupa frequentemente la cronaca giudiziaria, con episodi in cui periti, medici e clienti, confezionano incidenti a tavolino con l’obiettivo di truffare le compagnie assicurative. Quindi, sull’argomento abbiamo intervistato l’avv. Vizzino.
Domanda: Avvocato, dal suo privilegiato punto di osservazione, qual è la portata del fenomeno truffaldino?
Risposta: Oltre alle truffe sulle carte di circolazione, le targhe e i telai «clonati», emerge da una complessa indagine che tanti veicoli, dopo essere stati falsamente rottamati, continuano invece a circolare su tutto il territorio nazionale con targhe e documenti esteri contraffatti o, in alcuni casi, addirittura rubati, targhe di Paesi dell’est Europa, in particolare Bulgaria, Romania, Polonia e Ucraina. Gli oltre 1400 controlli alla circolazione stradale effettuati su strada dai Carabinieri hanno consentito di accertare che tanti veicoli, una volta dichiarati «cessati dalla circolazione per l’esportazione all’estero» o rottamati dai precedenti proprietari di nazionalità italiana, continuavano in realtà a circolare. C’è chi manomette le targhe delle vetture e chi manipola i referti, privi, alla fine, di qualunque valore probatorio, per far intascare ai presunti danneggiati anche centinaia a migliaia di euro, spesso figurando come parte lesa in più incidenti, magari sfruttando fratture e guai fisici rimediati altrove. Talvolta, purtroppo, certi medici si macchiano di condotte illecite finalizzate alla precostituzione della documentazione da produrre alle compagnie assicurative unitamente alle richieste risarcitorie. Alcuni legali, anche all’insaputa di ignari malcapitati a carico dei quali producono false procure speciali e false dichiarazioni testimoniali recanti firme apocrife, incassano direttamente le somme elargite dalle compagnie assicurative a titolo risarcitorio; il tutto magari dichiarando di aver falsamente subito lesioni da un determinato sinistro, ovvero precostituendo dichiarazioni mendaci da rendere innanzi alle Autorità giudiziarie, e ciò spesso senza far visitare il presunto danneggiato dalla compagnia assicurativa. Stesso discorso per i danni ai veicoli: determinati soggetti danneggiavano personalmente le proprie autovetture ovvero sostituivano parti integre con pezzi danneggiati in modo da fare apparire compatibili i danni denunciati durante le perizie alle quali venivano sottoposti; ideavano più sinistri con la medesima autovettura effettuando poi vari passaggi di proprietà ed immatricolazioni – utilizzando nella maggior parte dei casi documentazione contraffatta o alterata – il tutto prima che i veicoli fossero periziati dalle società assicurative.La crescente diffusione delle truffe assicurative perpetrate da cittadini disonesti, sostenuti da periti, consulenti ed organi giurisdizionali compiacenti, ha reso sempre meno agevole la gestione dei sinistri, determinando un conseguente pregiudizio economico, oltre che d’immagine, per l’intera collettività.
D.: Le frodi assicurative non ledono solo gli interessi patrimoniali dell’impresa assicuratrice – considerati l’esorbitante liquidazione del danno, il pagamento degli interessi e delle spese processuali – ma anche quelli del danneggiato onesto, al quale il sinistro non è liquidato tempestivamente, e dell’avvocato, la cui dignità professionale è sempre più denigrata. Di quali aspetti di questo fenomeno si è discusso nel Convegno?
R.: La giornata di studi ha messo in evidenza l’indifferibile esigenza, da una parte, di deflazionare il contenzioso e ridurre i tempi di liquidazione e di durata del processo, dall’altra di contrastare le truffe assicurative perché queste, oltre ad arrecare danno all’assicuratore, incidono sui premi pregiudicando gli interessi degli assicurati/danneggiati.
D.: Come si possono realizzare questi obiettivi?
R.: Innanzitutto è stato evidenziato che il perito interpellato debba essere realmente iscritto nel Ruolo gestito dalla Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici); il che garantisce gli utenti e la collettività e costituisce un valido aiuto per il contenimento del costo del sinistro e per la lotta alle frodi. Altra questione è attinente alla nomina dei CTU (Consulenti tecnici d’ufficio), di cui abbiamo già discusso in altra occasione e sulla quale non ci soffermiamo in questa sede. Oltre all’esame di alcuni istituti giuridici (accertamento negativo del credito ed accertamento tecnico preventivo) idonei a contrastare la diffusione delle frodi, nel convegno si è anche ribadita l’esigenza di elaborare schede con integrazione dei dati puntuali relativi al contenzioso, per migliorare l’attività antifrode. Infatti, è stata sottolineata la necessità di promuovere diverse strategie, quali ad esempio, l’inserimento nelle schede predisposte dall’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) dei sinistri stradali riguardanti le auto non assicurate, così come la redazione di protocolli in cui inserire le zone ove si verificano il maggior numero di sinistri, non solo stradali, ma anche inerenti alle imbarcazioni e ai furti parziali. In definitiva, la costituzione di banche dati, la possibilità di scambio e incrocio di informazioni, il bisogno di panoramiche statistiche rappresentano il fulcro su cui costruire sofisticati strumenti digitali e operativi per contrastare le frodi. Dal quadro emerso si fa sempre più cogente, nell’ambito dell’educazione alla convivenza civile, l’importanza della educazione assicurativa per superare la sottoassicurazione del territorio e ridurre le differenze tariffarie tra le aree geografiche del nostro Paese.