Siamo alla metà degli anni Cinquanta. Uno stipendio medio si aggira intorno alle 70, 80 mila lire al mese. Un caffè al bar costa 40 lire. Nelle case degli italiani cominciano ad apparire frigoriferi e lavatrici. In giro per le strade si vedono motociclette e automobili, anche se a potersi permettere una Fiat 600 è solo una famiglia su dieci. Nasce la televisione, anche se a comprarla sono soprattutto bar e cinema che fanno il pienone quando viene trasmesso Lascia o raddoppia? con Mike Bongiorno.
Sono anche gli anni in cui abitazione e redazione di Casa Bonelli, che fino a quel momento avevano condiviso i medesimi spazi, si dividono. L’editrice Audace si trasferisce in via Francesco Ferruccio. Qui, nel suo ufficio, Gianluigi dà vita ad un nuovo personaggio, Hondo, uno scout che lascia l’esercito per essere libero di farsi giustizia da civile. Ai pennelli un disegnatore anch’egli destinato a diventare una vera e propria colonna della casa editrice: Franco Bignotti.
Hondo resterà in edicola per poco più di due anni, chiudendo con il numero 117 della serie e cedendo la scena ad altri tre personaggi: Il Piccolo Ranger, Terry e La Pattuglia dei Bufali. Terry è disegnato da Francesco Gamba, già realizzatore delle tavole di Yado e che da qualche anno stava affiancando Galep nella realizzazione degli albi di Tex.
In questo periodo comincia a lavorare per Audace anche il figlio di Gianluigi Bonelli, Sergio, che si occuperà di tradurre e adattare un’altra collana titolata Frontiera.
Non trascorre molto tempo, però, che Sergio, seguendo le orme del genitore, comincia a dar vita a personaggi propri. Il suo esordio avviene con Un ragazzo nel Far West, con i disegni di Bignotti e di Giovanni Ticci. La serie avrà un certo successo e si svilupperà su 136 numeri, tra settembre 1958 e dicembre 1963, ma il più importante riscontro da parte del pubblico lo avrà il Piccolo Ranger che resterà in edicola per ben trent’anni.
Il Piccolo Ranger è caratterizzato da un mix di avventura e umorismo. Il protagonista, Kit Teller,è un adolescente orfano di madre. Suo padre, Moses, è un ranger accusato ingiustamente di tradimento. È questo il periodo in cui gli eroi preferiti dai lettori acquistano nuove caratteristiche. Dopo il periodo dei personaggi “mascherati” è l’epoca in cui a rubare la scena sono personaggi di giovane età, come lo sarà Capitan Miki creato dalla EsseGesse, di cui parleremo in seguito, o lo stesso Kit Willer, figlio di Tex, che nello stesso periodo storico acquisisce un ruolo di rilievo e diventa un personaggio complementare della serie.
Audace cambia nome in Edizioni Araldo e propone due nuove serie: Giubba Rossa, che propone le avventure di un sergente della polizia a cavallo canadese, e Zagor creato proprio da Sergio Bonelli il quale, per non suscitare confusione nei lettori con l’identità di suo padre, si firmerà con lo pseudonimo di Guido Nolitta.
La storia di Patrick Wilding (è questo il vero nome di Zagor) vede il suo inizio agli albori dell’Ottocento, in una casa abitata da una coppia di pacifici pionieri di origine irlandese nei pressi del fiume Clear Water, nel nord-est degli Stati Uniti, vicino alla regione dei Grandi Laghi, a cavallo fra la Pennsylvania, il West Virginia e l’Ohio. La sua è una vita tranquilla, fino al giorno in cui i coniugi Betty e Mike Wilding vengono trucidati da un gruppo di indiani appartenenti alla tribù degli Abenaki, capeggiati da un predicatore bianco, Salomon Kinsky. Prima di morire, i due mettono in salvo il piccolo Patrick gettandolo nel fiume vicino. Sarà soccorso da uno strano vagabondo, Wandering Fitzy, “un po’ poeta, un po’ filosofo, un po’ cacciatore”, come lui stesso amava definirsi. Sulla tomba dei genitori, in una scena straziante, Patrick giura vendetta. Fitzy si prenderà cura del giovane orfano negli anni successivi, girovagando per le foreste del Nord America, fino a quando, un giorno, per un caso fortuito, i due intercettano il luogo in cui vive, con la sua tribù, Salomon Kinsky. Patrick Wilding mette in atto la sua vendetta, massacrando decine di pellerossa. Nello scontro a fuoco con Kinsky, però, perderà la vita lo stesso Fitzy, intervenuto per soccorrere il giovane. Prima di morire, Kinsky rivela al giovane una tremenda verità. Suo padre, Mike Wilding, una volta ufficiale dell’esercito, si era, anni prima, macchiato di un orribile massacro di una tribù di pacifici Abenaki e per questo era stato radiato dall’esercito. Sconvolto dalla terribile rivelazione, con il tremendo senso di colpa per aver provocato la morte di decine di innocenti e del suo stesso padre adottivo, Patrick pensa, in un primo momento, di lasciarsi andare. Poi, però, decide di riscattarsi, mettendo la sua vita al servizio della giustizia, allo scopo di ripagare, in questo modo, tutto il male compiuto. Tempo dopo, nel corso della sua opera pacificatrice, Patrick salva un gruppo di saltimbanchi, i Sullivan, da un attacco indiano. Come riconoscenza, i circensi realizzano un sistema per aiutare il giovane Wilding nella sua opera pacificatrice, creandogli attorno un alone di mistero, corredando la sua immagine con un caratteristico costume e costruendo per i nativi che abitano la regione in cui vive, la fama di essere un inviato di Manito e di incarnare uno spirito immortale dal nome Za-Gor-Te-Nay, che nella lingua Algonkina significa Spirito con la Scure.