E così, amici del calcio, è stato sorteggiato il calendario del prossimo campionato di Serie A. Un momento atteso con trepidazione da tifosi, giornalisti, opinionisti e perfino dai baristi che, finalmente, hanno qualcosa di cui parlare oltre al meteo e ai rincari del caffè. Ma fermiamoci un attimo e riflettiamo: perché ci affanniamo tanto a commentare qualcosa di cui, alla fine, sappiamo così poco?
Ogni anno, quando il calendario viene rivelato, ci precipitiamo a fare analisi, previsioni e commenti come se fossimo tutti esperti tattici. In realtà, non conosciamo affatto lo stato delle squadre che scenderanno in campo. Non sappiamo come si sono strutturate, chi ha comprato chi, chi ha venduto chi e, soprattutto, come si comporteranno durante la stagione.
Un altro punto divertente delle nostre analisi è che parliamo di “piccole” e “grandi” squadre come se fossimo veggenti. Diamo per scontato che le squadre che hanno lottato per la retrocessione l’anno scorso faranno lo stesso quest’anno, e che le squadre di vertice rimarranno imbattibili. Ma quante volte abbiamo visto squadre neo-promosse fare faville e squadre blasonate affondare nei momenti più cruciali?
Beh, le neo-promosse. Le trattiamo come bambini alle prime armi, pronti a essere sconfitti da chiunque. Eppure, la storia ci insegna che le squadre che salgono dalla Serie B possono essere molto più temibili di quanto ci aspettiamo. Forse è proprio questa incertezza che ci affascina: la possibilità che i nostri pronostici siano smentiti in maniera clamorosa.
La verità è che, in questo periodo dell’anno, siamo disperati. Senza calcio giocato, senza le nostre domeniche passate davanti alla TV o allo stadio, non sappiamo davvero di che parlare. E, quindi, il sorteggio del calendario diventa la nostra ancora di salvezza. Una scusa per dibattere, discutere e, perché no, sognare.
Prendiamo il Napoli, ad esempio. La prima giornata lo vede in trasferta a Verona. Subito, i ricordi ci riportano all’anno dello scudetto del capitano Di Lorenzo, quando la stagione iniziò esattamente allo stesso modo. Ma fu anche così nell’anno in cui Sarri doveva vincere il campionato e non ci riuscì, probabilmente a causa dei noti fatti di Firenze.
E allora eccoci qui, a discutere se l’inizio e la fine del campionato saranno facili per gli azzurri. È tutto relativo. In realtà, non possiamo saperlo. Le variabili in gioco sono troppe e troppo imprevedibili. Ma l’arte di immaginare scenari futuri, anche i più improbabili, è ciò che ci tiene vivi come tifosi.
E quindi, cari amici, dilettiamoci pure a immaginare cosa ci riserverà questo nuovo campionato. Facciamo finta di essere esperti, di sapere tutto e di avere già la risposta a ogni domanda. In fondo, è proprio questa incertezza che rende il calcio così affascinante.
Aspettiamo che la palla torni a rotolare sul campo; ci vuole pazienza, ci vuole passione, e ci vuole anche un po’ di sana ironia. Adda passà ‘a nuttata!