Strane suggestioni

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Sin dall’apertura dei seggi, sabato alle 15.00, si era capito che nel flusso degli elettori alle urne c’era qualcosa di anomalo. Lunghe file fuori ai seggi prima ancora dell’apertura. C’era di tutto: persone di tutte le età, molti malati accompagnati da parenti e amici, in qualche caso giunti al seggio con l’ambulanza. All’inizio si era creduto che il tutto fosse stato determinato dall’annuncio che la giornata di domenica 9 giugno sarebbe stata caratterizzata da un caldo torrido con temperature che avrebbero raggiunto i 40 gradi. Ma poi il fenomeno ha continuato ad intensificarsi anche nella giornata di domenica. Ad insospettire gli osservatori sull’eccezionalità dell’evento anche un altro fatto. Gli italiani, famosi per la loro riservatezza nel dichiarare la scelta elettorale si sono disposti in fila ordinata per essere intervistati dai giovani rilevatori delle società che raccolgono le dichiarazioni di voto da inviare nelle sedi centrali delle diverse società demoscopiche pronte, a chiusura dei seggi a diffondere i loro exit poll.

I primi segni di una possibile protesta dei Presidenti di seggio e degli scrutatori si sono avuti già nella serata di sabato. Da regolamento gli elettori che sono entrati nelle sezioni elettorali prima dell’ora di chiusura ufficiale, le 23.00, hanno diritto di votare. Sabato a quell’ora i seggi erano pieni a dismisura. Questo in tutto il Pese, dal Nord a Sud alle Isole, nelle città come nei piccoli centri. I nostri corrispondenti hanno segnalato che alcuni seggi hanno chiuso le operazioni di voto alle 4 del mattino, tanti erano gli elettori in attesa. Alcuni Presidenti hanno subito segnalato alle Prefetture l’inaspettato flusso di persone che stava determinando un aggravio di lavoro avanzando, perciò, la richiesta di un aumento delle spettanze economiche previste che, ricordiamo essere di 138 euro per i Presidenti e di 110 per gli scrutatori. Lo stesso è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì. Subito si sono attivate chat e sui social sono comparsi diversi gruppi che inneggiavano alla protesta degli addetti ai seggi se il Ministero competente non avesse garantito il pagamento di un congruo compenso aggiuntivo per il lavoro straordinario. Ma si sa che una simile decisione non è né semplice né immediata. Così alla fine tutti con le braccia conserte a presidiare le urne che sono rimaste chiuse e siamo ancora in attesa dei primi risultati dello spoglio. Sono a disposizione solo gli exit poll che, vista la straordinaria disponibilità degli elettori, dovrebbero essere molto vicini al risultato reale. Ancora una notazione di cronaca. Pure i presidenti dei seggi mobili, quelli predisposti per consentire l’esercizio del diritto di voto anche alle persone ricoverate negli ospedali, nelle case di cura e di riposo hanno dovuto affrontare l’inusuale volontà di votare dei pazienti. I direttori sanitari hanno dovuto affrontare tutte le immaginabili difficoltà per far accedere presidenti e scrutatori nelle sale di terapia intensiva e, dove possibile, addirittura nelle sale di rianimazione dove qualche paziente era vigile e presente. La grande partecipazione è stata registrata in quasi tutti i paesi europei, in particolare in quelli governati da maggioranze di destra e antieuropeisti.

Nelle file createsi intorno ai rilevatori delle società demoscopiche abbiamo visto di tutto. Quelli che cercavano di staccare i tappi dalle bottiglie di plastica e quelli che provavano ad insegnargli come fosse semplice bere girando semplicemente il tappo agganciato alla bottiglia. C’erano quelli che erano muniti di forbici e rasoi e cercavano uomini vestiti da donna con lunghe barbe. Sentendoli conversare era evidente il loro disorientamento visto che non avevano capito cosa fare, se tagliare la barba a chi si vestiva da donna o strappargli quei vestiti e costringerli ad indossare i pantaloni. In tutti casi le file erano gioiose. C’erano quelli vestiti a lutto convinti di andare al trigesimo del loro leader defunto la cui foto campeggiava sui manifesti elettorali. Su alcuni manifesti elettorali è stato scritto “Ce lo chiede Alex”, “Ce lo chiede Claudia” e c’erano quelli che li cercavano per dar loro conforto. C’erano quelli che avevano preferito la casacca di Garibaldi, il mantello dei Briganti meridionali, il copricapo di Lenin sfidando il gran caldo. C’erano quelli che avevano la pelle scura che parlavano in un dialetto perfetto della città di residenza che scherzavano con cittadini presentatisi ai seggi in tuta da lavoro. C’erano quelli che indossando abiti di eleganza formale, altri con tute da operaio, altri imbracciando gli attrezzi da lavoro contadino. C’erano quelli che, donne o uomini, abbracciati ad altre persone dello stesso sesso, si scambiavano affettuosità e intensi baci. C’erano quelli che si sono presentati con la famiglia al completo, moglie e marito, bambini in braccio e nonne e nonni pronti a dargli il cambio. E poi quelli che indossavano occhiali neri e vistose croci cristiane al collo e mogli vestite di scuro, che li seguivano silenziose e obbedienti. Quelli che indossavano il tipico copricapo ebraico che scherzavano con famiglie di chiara fede musulmana e con altri vestiti con i colori della bandiera della Palestina. Nei seggi della pianura padana c’erano anche molti Sikh con il loro tipico copricapo. Molti agenti delle forze dell’ordine, guardie carcerarie, magistrati avvocati, tutti in divisa.

Tutti gli italiani hanno votato. Proprio tutti. Abbiamo osservato con attenzione le diverse sequenze fotografiche delle file di elettori. Abbiamo notato che l’ostentazione di simboli politici e religiosi era forte prima che le persone entrassero nel seggio. Appena dentro “depositavano le armi” sulle sedie e sui tavoli riservati agli agenti pronti a intervenire per garantite un ordinato e pacifico esercizio al voto. Una volta votato recuperavano i loro simboli e si disponevano in fila per dichiarare il loro voto. Durante le interviste facevano la stessa cosa riproponendo il ciclo della svestizione e vestizione. Si spogliavano delle loro armature e dichiaravano serenamente la loro scelta elettorale. Questo è il risultato emerso dagli exit poll: tutte le schede dovrebbero essere annullate perché segnate con la scritta “Europa unita per la pace e il disarmo. Salviamo il Pianeta Terra”. Le uniche dichiarazioni contrastanti sono quelle dei parlamentari che hanno votato il loro partito e i candidati che hanno votato per sé stessi. Se è così è crisi politica ed istituzionale! Rimaniamo in attesa delle decisioni del Ministero per l’apertura delle urne.

Un rumore sordo e un movimento brusco mi fanno sobbalzare dalla poltrona: è la “solita” scossa di bradisismo e il mio sogno si interrompe sul più bello!    

1 commento su “Strane suggestioni”

  1. Maddalena Marselli

    Che fantasia! Stamattina in giro per fare la spesa ho avuto la conferma che…anche questa volta la politica non è riuscita a motivare gli elettori. Confido nella rabbia dei giovani e nel loro interesse a migliorare le cose per rimpolpare un poco il numero degli elettori e cambiare registro. Forse anche io sto sognando!

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