L’ultimo impegno letterario di Carmen Scarpelli, La casa sul sasso (ed. Cicorivolta), ci trasporta in un luogo sospeso tra immaginario e realtà, in una casa nobiliare fatiscente, arroccata su un alto sperone dal quale lo sguardo si apre su una distesa di acqua proiettata verso l’orizzonte. Villa Dalia, questo il nome dell’antica dimora. Attraverso lo snodarsi di una serie di eventi, si incontreranno e lì convivranno personaggi estremamente diversi tra loro, tutti alla ricerca del proprio sé a partire dalle protagoniste, Virginia e Marta. Due sorelle che il tempo aveva viste, fin da piccole, sempre pronte a farsi la guerra e poi riappacificarsi come “in un gioco delle parti in cui c’erano la forte e la fragile, la vincente e la perdente, la saggia e la sconsiderata”.
Ma si sa che la vita spesso scompiglia il gioco. Virginia, la maggiore, donna in carriera come affermata psicoterapeuta con un matrimonio alle spalle e senza figli, sarà travolta da un evento personale deflagrante che metterà a dura prova la sua impassibilità. Marta, il suo opposto, vive fin da giovanissima la voglia di indipendenza e conduce una vita scanzonata da artista qual è. L’amore per Ivo, un uomo affascinante quanto strampalato, la renderà madre single. La realtà l’obbligherà a rivedere le sue scelte. La passione per la pittura rimarrà per lungo tempo un sogno, nel mentre continuerà ad insegnare. Luca, il bambino, farà da collante nella vita delle due sorelle; crescerà amato da entrambe, ma con il desiderio a lungo inappagato di conoscere suo padre. Quando Virginia, per un vero e proprio colpo di fortuna, riuscirà a comprare la casa diroccata, le loro vite cambieranno. Entreranno in scena altri personaggi femminili e maschili, giovani e meno giovani, ma ciascuno con il proprio carico esistenziale.
L’autrice con una tessitura narrativa in prevalenza dialogica, efficace e moderna, attraverso i suoi personaggi apre un ventaglio di tematiche che spaziano dai rapporti familiari di sorellanza, a quelli complessi tra genitori e figli, alle violenze domestiche, alle disillusioni di artisti mancati, passando per scelte complicate di identità di genere e tanto altro ancora come incontri di amori passionali.
Non mancano suggestive pagine descrittive a fare da sfondo all’atmosfera accogliente e coinvolgente di Villa Dalia che, da luogo reale, assume la valenza di luogo ideale. Tra le padrone di casa e gli ospiti che si susseguono e si alternano vengono condivise alcune modalità di vita che richiamano alla memoria l’isola di Utopia di Sir Thomas More, dove le cose materiali erano vagliate solo per il loro valore d’uso e non per il loro valore di scambio e dove il rispetto per la spiritualità lasciava liberi di professare la religione che ciascuno riteneva essere la più vicina al proprio sentire. In un mondo e in un tempo dominati dalla frenesia di vivere all’insegna del tutto, subito e ad ogni costo, la lettura del romanzo di Carmen Scarpelli ci induce a riflettere sulle possibilità che, attraverso la ricerca del proprio sé, ciascuno può aprirsi agli altri “sé” in un dialogo di rispettosa reciprocità“sul senso della vita, di ogni vita, che è un perenne viaggio di conoscenza e di stupore, di ricerca e di continue epifanie”, come la stessa autrice ebbe a dire in un’intervista di qualche tempo fa.
Carmen Scarpelli, già docente di materie letterarie, giornalista e scrittrice, ha pubblicato vari libri dedicati ai ragazzi. Per citarne alcuni, Giovani protagonisti (Ellepiesse, 2010), Adolescenti a scuola (Loffredo, 2011), Il bullo innamorato (La Spiga, 2014), Noi e la natura (Ellepiesse, 2015). Per le edizioni Cicorivolta ha pubblicato nel 2015 Eclissi d’amore. In tempi più recenti sono nati altri romanzi, come Tutti per terra (Simone, 2021) e Belli e ribelli (La Spiga, 2023).