Si chiude un anno terribile: guerre sanguinose infarcite di crimini di guerra, stragi di innocenti ad opera di folli, femminicidi, morti bianche, crisi climatica, attacchi alla democrazia in mezzo mondo. Alla mezzanotte del prossimo 31 dicembre con i soliti fuochi d’artificio mirabolanti aggiungeremo qualche ulteriore vittima. Tutti brinderemo volgendo le spalle a una realtà indigesta che proseguirà intatta, o forse peggiorata, dal primo minuto del 2024: un po’ come quelli che applaudono ai funerali ben sapendo che il defunto rimarrà tale anche dopo la calorosa acclamazione. Più che un brindisi, all’ultimo dell’anno suonerebbe opportuno un requiem laico in cui si salutano le cose buone che nel corso dell’anno abbiamo perduto definitivamente.
La perdita più grave sembra essere la pietà: chi vince infierisce barbaramente sugli sconfitti senza riguardo per i più deboli, i bambini, le donne, gli anziani. Senza pietà sono stati Putin, Hamas, Netanyahu e qui da noi, dove non c’è nessun conflitto armato in atto, Salvini, Meloni e Piantedosi che, nel loro piccolo, innalzano di mese in mese il livello della strategia di ostacolo alla migrazione: l’ultima trovata, probabilmente incostituzionale, è quella di considerare “clandestini” i migranti sedicenni mentre ai ragazzi italiani della stessa età non è riconosciuto neppure il diritto all’elettorato attivo che non farebbe male a nessuno.
Ma forse la perdita più grave è la ragione, la cui scomparsa ha dato grande spazio alla follia in tutte le sue manifestazioni. Follia di chi fraintende il senso della relazione tra uomini e donne. Follia di chi col proprio voto ha consegnato il potere politico a personaggi incompetenti, reazionari, istigatori all’odio in tutte le sue forme. Non bastavano i dittatori di fatto già in attività, il 2023 ha regalato all’umanità distratta il fiammingo Geert Wilders e l’argentino Javier Milei. Il secondo ha promesso agli elettori la libertà assoluta che, se abbiamo ben compreso, vorrà dire libertà per i ricchi di arricchirsi ulteriormente e libertà per i poveri di vendere, per sopravvivere, i propri organi, a partire dagli inutili doppioni, come reni, bulbi oculari, polmoni ed altro ancora (al prezzo fissato dal libero mercato, si intende).
E come definire, se non schizofrenici, quelli che si accingono ad incoronare per la seconda volta Donald Trump? C’è ormai da tempo un processo di identificazione di larghe fasce popolari con i leader più protervi, più bellicosi e più facinorosi. Se non di vera e propria identificazione occorre parlare in molti casi di una più o meno consapevole sudditanza, come in Corea del Nord, in Russia, in Afghanistan, in Cina, in Iran e in tanti altri disgraziatissimi angoli dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica. Poi c’è, dappertutto, la palude di chi rinuncia al voto perché alla politica non crede proprio più, l’esatto contrario dell’identificazione.
L’ultima perdita da segnalare è la competenza, intesa come conoscenza delle regole che disciplinano la gestione del potere da parte di chi occupa le istituzioni, parlamentari, ministri, amministratori locali. Lo spettacolo cui stiamo assistendo da qualche anno è scoraggiante. Non ripetiamo i nomi di chi si sta tuttora distinguendo nel vasto campo del dilettantismo politico per pura pietà, noi che questo sentimento lo coltiviamo ancora.
Alla mezzanotte del 31 dicembre ci sarebbero dunque solo motivi per mandare a quel paese l’anno che se ne va, limitandoci ad un convinto augurio solo al Presidente Mattarella al quale tra l’altro non si può chiedere più di quanto non gli consentano la Costituzione scritta e quella materiale. Un augurio di pronta guarigione va rivolto però anche alla Premier. L’insolita durata del suo stato influenzale ha sollevato qualche dubbio. Non ci eravamo mai accorti che la Meloni avesse una salute cagionevole. Vista però la concomitanza della malattia con l’impegnativa conferenza stampa di fine anno nella quale, com’è tradizione, i cronisti politici scaraventano sul presidente del consiglio di turno la colpa di tutto quanto di negativo si è abbattuto sul Paese nell’anno, i malpensanti potrebbero immaginare che la Premier abbia piuttosto una salute “scagionevole”.