Come titolo del suo secondo e recente romanzo (maggio 2023), Maria Rosaria Selo ha scelto il nome della giovane protagonista, “Vincenzina”, aggiungendovi un assunto, “ora lo sa”, suscitando immediatamente nel lettore un interesse particolare. L’avverbio ora fa pensare che Vincenzina fino a un certo momento della sua esistenza ignorasse fatti, problemi o cos’altro? Entriamo nelle pagine del romanzo e lo scopriremo.
La storia, ambientata nella metà degli anni Settanta del secolo scorso, si snoda in un quartiere dell’area occidentale della periferia di Napoli, Bagnoli. Il territorio è situato nel bel golfo di Pozzuoli, alle pendici della collina di Posillipo e dunque un’area a vocazione turistica per il suo mare e i dintorni dei Campi Flegrei, ricchi di fonti termali? Sicuramente. Ma a Bagnoli all’inizio del Novecento fu assegnato un altro ruolo, quello di grande polo industriale. Alle acciaierie dell’Ilva, successivamente Italsider, Napoli e il Mezzogiorno affidarono il sogno di una rinascita, di un riscatto di fronte al resto del Paese già industrializzato da tempo. Tra alterne vicende sociali e politiche sembrò essere così per molti decenni fino ai primi anni del secondo ‘900. Ed è questo il tempo e lo spazio in cui si incuneano le vicende della famiglia di Ferdinando Ruggiero, emblema di intere generazioni vissute nel cantiere all’ombra delle enormi ciminiere che incombevano sul quartiere emettendo fumi e polveri micidiali.
Eppure ’o cantiere, come lo chiamavano tutti i dipendenti, rappresentò un luogo di forte aggregazione, di condivisione di speranze, di lenta ascesa sociale per i figli ai quali gli operai volevano dare un futuro migliore.
Vincenzina, giovanissima studentessa universitaria, per suo padre Ferdinando rappresenta la svolta e nessun sacrificio è troppo. Lei ne è consapevole e non viene meno ai suoi impegni. Anche sua sorella minore, Giulia, frequenta le scuole superiori, ma è meno incline allo studio e alle regole familiari. Attratta dalla vita agiata di molte sue compagne, il desiderio di raggiungere in fretta uno status così lontano dal suo mondo la indurranno a scelte complicate. La vita in casa Ruggiero scorre nella sua semplice normalità fino al giorno in cui il tempo di Ferdinando scade. Come era accaduto a suo padre e a tanti altri operai i polmoni cedono sotto l’invasione della polvere di ferro e nulla si potrà fare. Sul letto di morte si infrange il sogno di un padre e di una figlia.
Vincenzina ora lo sa… tocca a lei il ruolo di capofamiglia. Promette.
Da questo momento in poi la penna sensibile, ma decisa e autentica di Maria Rosaria Selo ci porta con la protagonista in un’enclave, forse sconosciuta ai più. Seguendo Vincenzina sentiremo con lei l’odore dell’acciaio, respireremo le esalazioni dei potenti macchinari di combustione, sentiremo gli odori malefici, vedremo i volti sfiniti degli operai, quando a fine turno lasciano ‘o cantiere. La vita quotidiana della giovane si dovrà confrontare con le asperità della fabbrica, con la diffidenza di quanti, pur rispettandola perché figlia di uno tra i migliori operai, non ne accettano le intromissioni allorquando, compresi alcuni meccanismi distorti, Vincenzina inizia a farsi largo per difendere a oltranza i diritti degli operai come aveva fatto sempre suo padre. A mano a mano scardina pregiudizi e supera ostacoli. Riesce a costruire non senza fatica una rete di rapporti solidali con le sue colleghe di lavoro e non solo. Si fa strada in lei una coscienza operaia. Si trova nel bel mezzo degli anni delle lotte sindacali, delle prime rivendicazioni femminili, degli scontri duri, delle cariche della polizia. E poi la vita privata. I dissidi con Giulia, una madre che non riesce più ad assolvere il suo compito, un amore che sembra nascere tra mille problemi che rallentano l’incontro con la felicità.
Un carico pesante da trascinare. Troppo. Ma la realtà è quella e Vincenzina non può adagiarsi, ora lo sa che non si può fermare. Cresce troppo in fretta? Forse sì, ma ciò accade quando l’esistenza non fa sconti. Traendo la forza dal ricordo e dall’esempio di vita di suo padre prova a ricalcarne le orme e quella bandiera rossa, custodita da Ferdinando, ritornerà a sventolare nei cortei. Riuscirà a mantenere fede alla promessa fatta all’amato genitore fino in fondo? Scorrendo le pagine fino all’ultima, in un’alternanza di emozioni e di riflessioni, troverete la risposta.
La storia personale di Vincenzina diventa, dunque, paradigmatica e si coniuga con la vita collettiva di un territorio, di un paese intero che trova ancora una volta nella forza delle donne la chiave di volta per entrare nelle pagine della Storia.
Maria Rosaria Selo, napoletana, classe 1961, è scrittrice e sceneggiatrice di cortometraggi e documentari. Ha al suo attivo varie pubblicazioni e la recente raccolta contro il femminicidio Non una di più (Guida Editori).Con i racconti La donna immaginaria ha vinto il premio Anna Maria Ortese. Il suo romanzo L’albero dei mandarini (Rizzoli 2021) ha vinto la XVI edizione del premio Minerva, candidato al premio Strega 2022 e finalista al Premio Cremano Donna 2023.