Diario di uno che vorrebbe capire: 14 luglio 2023

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NATO Summit di Vilnius, 11-12 luglio 2023 (Fonte: www.nato.int)

L’impressione è che la Meloni cominci ad accusare lo stress dei nove mesi di vita del suo Governo. La foto di gruppo scattata a Vilnius che ce la mostra insolitamente emarginata, non si sa se per scelta o per necessità, potrebbe esserne una prova. Stanca ed esaurita forse perché si è andata via via accorgendo che la sua squadra di governo non era il Dream Team che lei immaginava ma piuttosto un’Armata Brancaleone, una Corte dei Miracoli anzi dei Miracolati, perché ce n’è più di uno. Non passa giorno che qualcuno dei suoi componenti non tiri fuori dal cilindro un grattacapo per la Premier: si sono dati il cambio, sin dall’insediamento del Governo, Piantedosi, Crosetto, Valditara, Musumeci e i recidivi Nordio, Lollobrigida e Sangiuliano tuttora in grande spolvero malgrado la scena sia stata requisita dalla Santanchè e dal sottosegretario Delmastro e dal capotribù La Russa. Fronteggiare e rifiutare le richieste di dimissioni avanzate dalle opposizioni per quasi tutti i summenzionati collaboratori è indubbiamente faticoso e d’altra parte forse sarebbe più corretto che si dimettesse proprio la Meloni, visto che sua è la responsabilità di averli nominati e di aver ad alcuni di loro, come Lollobrigida, Sangiuliano e Nordio, rilasciato, segretamente, la delega a fare le più colossali figur…acce. 

Ma lo stress della Premier nasce anche dal suo personale programma politico troppo ambizioso: non soltanto governare un grande Paese, cosa che per una neofita non è semplice in tempi normali, figurarsi poi con una guerra in atto nel cuore dell’Europa e con un ingente finanziamento comunitario da programmare e gestire. Si aggiunga poi l’ambizione di cambiare la cultura della Nazione e, perché no, l’obbiettivo storico di sottomettere l’Unione Europea al potere delle destre unite, sovranisti ed estremisti compresi. È tanta roba, come si dice oggi ed occorrono spalle larghe, molto larghe, non simulabili con le spalline che irrigidiscono tante giacche e soprabiti della Meloni.

Sarà anche il caldo anomalo a sfibrare il suo temperamento combattivo ma non dimentichiamo che tutto il peso della sua intensa attività è forse eccessivo per una “underdog” dichiarata, per una, cioè, che il Dizionario Treccani definisce “sfavorita” quindi svantaggiata rispetto, ad esempio, alle scafatissime Santanchè e Roccella che sono partite da posizioni quantomeno ordinarie.

Atreju e Falkor, il drago–cane di “La storia infinita” (Fonte: Facebook)

L’espressione “underdog” ci ha spinti a cercare se vi fosse nel vocabolario anglo-americano anche il termine “overdog”, cioè avvantaggiato. Non esiste, ma ne esiste un altro che suona quasi uguale ed è “overdo” che è un verbo, “to overdo”, traducibile nella nostra lingua in “esagerare, eccedere”. Un po’ vi abbiamo ritrovato la nostra Premier cui piace esondare nelle sue repliche e nelle sue esternazioni, oltre che nelle spericolate ambizioni di cui si è detto. La parola “overdog” ha continuato però a perseguitarci ed alla fine abbiamo scoperto perché: letteralmente, se esistesse, overdog si tradurrebbe “sopraccane” o “supercane”, figura che evoca inequivocabilmente il mitico “cagnone” volante del film “La storia infinita” che nel 1984 piacque tanto alla piccola Giorgia da indurla, una volta cresciuta, ad intestare il raduno annuale dei suoi fans ad “Atreju”, il giovane eroe che nel film solca i cieli in groppa al “cagnone” medesimo. È da quella altezza che la Meloni vuole guardare il mondo convinta di poterlo dominare. Al momento non si registrano gravi segnali di cedimento ma qualcuno dovrebbe ricordarle che “Chi troppo in alto sal cade sovente …” con quel che segue.

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