Ei fu!

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Sen. Silvio Berlusconi (Fonte: https://www.senato.it/)

Nemmeno il tempo di sapere che Berlusconi era finito ed immediatamente è scattata la ridda delle interviste e dei confronti. Si sono disordinatamente accavallati in un groviglio inestricabile di lodi dolenti e sperticate alla grandezza del defunto e di prudenti, a volte imbarazzati, distinguo tra la figura umana, quella pubblica e quella politica del Signore di Arcore.

La partenza a razzo delle celebrazioni, se non della beatificazione, dell’illustre personaggio ha già cominciato a stufare. Alla diffusa incredulità dei suoi ormai attempati sostenitori ha fatto seguito l’osannante peana dei suoi collaboratori più stretti (Sgarbi su tutti) mentre, com’è giusto, parenti e amici tacciono in un lutto comprensibile malgrado l’età e le condizioni fisiche del vecchio patriarca non autorizzassero grandi speranze. La voce di chi tra i suoi tradizionali avversari, disseminati tra politici, operatori della libera informazione (c’è ancora), intellettuali e magistrati si è doverosamente fermata, salvo qualche coraggiosa eccezione (De Magistris), all’omaggio dovuto a un personaggio che “ha segnato la storia del nostro Paese”. In che senso l’abbia poi segnata è questione che troverà spazio nel prosieguo di un confronto che si preannuncia lungo, forse eterno come eterna stava per diventare la presenza di Berlusconi sulla scena politica.

Le opinioni al riguardo, come si sa, sono inconciliabili e c’è un’ampia fetta di italiani orientati verso l’elogio condizionato da decenni di disinformazione: c’è chi ne parla come di un benefattore dell’umanità. Gli avversari sono molto più prudenti e restringono questo concetto a singoli e ristretti settori dell’umanità: quello più giovane, sexy e disponibile del mondo femminile, quello delle falangi di avvocati che si sono alternati nei suoi nutriti collegi di difesa, oggi giustamente in lutto per la gravissima perdita e, naturalmente, i suoi eredi cui è destinato un patrimonio di oltre 6 miliardi di euro (seimila milioni, tanto per intenderci) messo a suo tempo al riparo dall’imposta di successione dal prodigo “de cuius”. Gli italiani ereditano ben altro, non ultimo un bel debito pubblico al quale non sapremo mai in quale misura abbiano concorso i costi di anni ed anni di lavoro della polizia giudiziaria e dei magistrati oltre che quello delle indennità alle decine di avvocati mandati in Parlamento per difenderlo in giudizio o per confezionare norme ad personam in favore del loro sponsor.

Ci sarà un funerale di Stato come non si è mai visto nel nostro Paese. Vi parteciperanno capi di Stato provenienti da tutto il mondo, civile e non, con l’eccezione di Putin, se no lo arrestano in quanto accusato di crimini di guerra. Ci sarà una camera ardente affollatissima perché l’evento è unico e irripetibile: morto un Papa se ne fa un altro, ma ci sarà mai un altro “Papi”?

Comunque proseguano le discussioni, i confronti e gli scontri, Berlusconi ne esce ancora una volta vincitore: si è sottratto definitivamente alla persecuzione delle toghe rosse. 

2 commenti su “Ei fu!”

  1. Morto Berlusconi credo non si sia chiusa la pagina oscura den berlusconismo nel nostro paese. L’amato padre della patria, tessera 1861 della Loggia Propaganda 2, è stato tanto istrionico da rimbecillire una nazione intera. Tutta questa beatificazione mediatica mi ricorda il buon Boccaccio e la novella di Ser Ciappelletto del Decameron, speriamo di non ritrovarci, prossimamente nel calendario liturgico San Silvio da Arcore …..

  2. Sergio Pollina

    Hai detto bene: Ne esce ancora una volta vincitore. Lo sconfitto è il paese, un paese che, però, se lo è meritato (con qualche ecczione). Condivido pienamente il commento di Massimo Giannini, il quale ha pertinentemente affermato che la vita di Berlusconi è l’autobiografia del popolo italiano!

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