Chi semina vento raccoglie tempesta

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Pale eoliche (Immagine tratta da Flickr)

Che si fa? Bisogna trovare una o anche più soluzioni. In tanti, appassionati e cocciuti, sono convinti che non vi sono alternative: solare, fotovoltaico ― quello termico non vale la pena manco nominarlo ― eolico, e poi idroelettrico, geotermico, biomasse, movimenti delle maree… Direi che per serietà dobbiamo limitarci al fotovoltaico e all’eolico come fonti rinnovabili ovviamente discontinue per la produzione di energia elettrica. L’altra fonte rinnovabile, e pulita, da poter prendere in considerazione sarebbe l’idroelettrico, ma in questo campo l’Italia ha fatto già il massimo e lo ha fatto bene.

Parto dall’eolico. Riguardo all’eolico, io personalmente tengo un sacco di perplessità. Perché ha rovinato lo skyline di una moltitudine di dolci colline; perché il microclima è a rischio: tempo fa nella zona del Brunello, uno dei più importanti produttori di quel nobile vino minacciò, quale novello Silla, di inchiodare i promotori di questo scempio, che per fortuna non c’è stato, ai pali che sorreggono le pale eoliche; perché i pali, che dovrebbero realmente preoccupare per lo smaltimento, hanno bisogno di una quantità industriale di cemento armato altrimenti vanno giù. E a questo proposito ― dello skyline, del microclima e delle tonnellate di cemento ― la furbizia di sistema, quale indegna virtù italica, ancora una volta si è evidenziata: mai come nella valutazione di impatto ambientale ognuno fa quello che vuole a seconda del momento, e della convenienza. Una valutazione di impatto ambientale seria, completa e approfondita di questi mostruosi aerogeneratori, ci sarà mai stata? Non ne sono a conoscenza, ma immagino che, se mai ci fosse stata, sarebbe una valutazione del tutto positiva. Il che, a mio giudizio, sarebbe quanto mai dubbio. D’altronde le valutazioni sono valutazioni. Lasciamo stare. Anche perché a questo punto immagino il furore democratico e ineluttabile di tutti i fan della necessità intelligente di cambiare idea, magari spesso, di valutazioni in funzione di nuove argomentazioni e accadute necessità, di sopravvenute sensibilità, e bla bla bla. Non ho la forza di sopportare senza una vendicativa irritazione tutto questo bla bla bla: troppo spesso mi sembra di avere a che fare con una maniata di paraculo tanto il chilo.

Le pale, gli aerogeneratori, ovviamente non producono direttamente energia elettrica ma energia meccanica. Che sarà trasformata in energia elettrica. Esattamente come accadeva per le dinamo delle biciclette, per chi se le ricorda. Ho detto per chi se le ricorda, perché è da tempo che non si vedono in giro bici con il fanalino davanti. Quando c’era la necessità di accendere il fanale perché si era fatto buio o perché la visibilità era comunque scarsa, la dinamo veniva collegata con una piccola ruota dentata alla ruota anteriore della bicicletta. La ruota dentata quindi permetteva alla dinamo di essere rifornita, per così dire, di energia meccanica, quella del movimento della bici, e pertanto di poterla trasformare in energia elettrica a che la luce del fanalino splendesse. Nello specifico, abbiamo un magnete che viene messo in movimento dall’andare della bicicletta, ruotando i poli, nord e sud, varia il flusso del campo magnetico e, pertanto, in obbedienza alla legge di Faraday-Lenz nel circuito si genera una differenza di potenziale in grado di alimentare una lampadina. Questa è l’idea di fondo dell’eolico, far sì che dall’energia meccanica dettata dal vento si possa ottenere energia elettrica. Sarò un inguaribile oppositore delle pale eoliche ma devo dire che, oltre al resto, non mi hanno mai convinto per la loro effettiva potenza e per le potenzialità, sempre in divenire, e non si è mai capito se il piano di ammortamento è congruente o meno con la vita effettiva della pala. E poi, il vento mi sembra così aleatorio nella sua frequenza, durata, forza.

Mi sia permessa un’osservazione in loco. Dalle mie parti, in Lucania, ne hanno messe ultimamente parecchie e di varia grandezza e dimensioni ― alcune sono realmente impressionanti soprattutto quelle sul cucuzzolo delle colline: ho avuto un incontro ravvicinato con queste autentiche “colonne infami” perché avendo sbagliato strada ci siamo ritrovati, io e alcuni miei amici, al loro diretto cospetto; e lì ho capito il povero don Chisciotte ― ma girano così poco che ti viene il sospetto che siano finte. Però è energia pulita, rinnovabile, e pare vada bene così.

Che poi le pale tutte abbiano bisogno di un background di energia da una fonte continua nessuno te lo viene a dire e non si capisce il perché. Una fonte di energia continua, non rinnovabile va da sé. Per non dire delle batterie di accumulo. Che devono sopperire alla continua discontinuità del vento.

Continua …

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