Incomprensioni

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Non era stato per niente facile ammetterlo, ma doveva riconoscere che c’era un problema o, a voler essere precisi, lui aveva un problema.

Stando al comune sentire non avrebbe dovuto farne un dramma: erano cose che potevano succedere, specie con l’avanzare dell’età.

Il refrain dell’equazione “anni che passano” uguale “problemi che aumentano” di certo non aveva alcun effetto taumaturgico su di lui, anzi contribuiva ad accrescere la sua insofferenza per l’inclemente trascorrere del tempo.

Pur consapevole di avvicinarsi al punto di non ritorno, non riusciva a decidere cosa fare.

Dalle prime avvisaglie, e sino a quel momento, se l’era più o meno cavata, riuscendo, con piccoli espedienti, a mascherare sapientemente la difficile situazione che stava vivendo.

All’occorrenza assumeva l’aria svagata dell’intellettuale distratto dai suoi pensieri, che presta scarso interesse alle piccole cose che riempiono la vita degli altri.

Se poi la sua attenzione era reclamata a gran voce abbozzava un sorriso, sornione nelle intenzioni ma malinconico negli effetti; dopodiché si girava dall’altro lato, nella speranza di averla fatta franca ancora una volta.

Grazie ai social media riusciva a mantenere rapporti virtuali che gli consentivano di nascondere le defaillance con cui doveva invece confrontarsi nella vita reale.

Motivo per cui andava tutto bene se gli scambi di idee, i confronti, le discussioni o, più banalmente, i cazzeggi avvenivano tramite Facebook, WhatsApp, Twitter o quant’altro.

Diversamente, vis-à-vis, era una tragedia: sembrava essere assente e perdeva lo smalto che caratterizzava l’effervescenza della sua dialettica sui social.

In pratica due facce, che più diverse non potevano essere, di una stessa medaglia: da remoto un brillante oratore, in presenza un impacciato totale.

Poiché la differenza era davvero incomprensibile, qualcuno si era spinto fino a malignare che il raffinato e arguto autore dei post sui vari siti web fosse un’altra persona, rispetto all’imbranato con cui era difficile intavolare anche solo uno straccio di discorso dal vivo.

Col protrarsi del tempo, e in assenza di una qualsivoglia terapia, la situazione era degenerata, fino a tagliarlo fuori anche dalle relazioni sociali basiche.

La svolta, come spesso capita, si ebbe grazie a una donna.

Dopo circa un’ora di dialoghi, resi surreali dalle sue parole completamente fuori contesto rispetto alle avances di un’avvenente signora appena conosciuta, fu il labiale di quel vaffanculo, con cui la donna lo liquidò, a fargli prendere definitivamente coscienza della sua condizione: ormai era diventato sordo e aveva urgentemente bisogno di un apparecchio acustico!

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