La campagna di persuasione condotta da Berlusconi per tentare la scalata al Colle domina la cronaca. In famiglia ci si interroga, non senza malizia, su cosa l’inquilino di Arcore (e speriamo tutti che rimanga tale, vita natural durante) va promettendo per il tramite telefonico del servizievole critico d’arte, Vittorio Sgarbi, per ottenere il voto dei parlamentari non ancora allineati.
Tutti concordiamo nell’escludere che offra compensi in denaro: gli è andata già bene una volta con la prescrizione della condanna per concussione nel famoso caso del senatore di Italia dei Valori Sergio De Gregorio, reo confesso di aver incassato 2 milioni di euro da Berlusconi per cambiare casacca ed affossare il governo Prodi.
Immaginare che la conversione venga tentata cercando di convincere gli interpellati vantando la statura (di statista) di Berlusconi, a sostegno del paginone celebrativo pubblicato dal Giornale è anche possibile, ma non crediamo che questi parlamentari in cerca d’autore siano così ingenui da lasciarsene convincere. Di conversione ideologica, neppure a parlarne: Berlusconi e il “suo” partito non hanno mai avuto alcuna ideologia, anzi se ne sono tenuti sempre alla larga per avere le mani libere. Ed in effetti hanno sempre propugnato il rifiuto di ogni vincolo, come dimostra l’appropriazione costante e indebita della parola “libertà”: la “Casa della libertà”, il “Polo delle libertà”.
Ci sembra anche difficile pensare che l’aspirante presidente della Repubblica si stia azzardando a promettere beni materiali o altre utilità tangibili, perché facilmente individuabili. Certamente la prima e fondamentale promessa sarà stata, siamo tutti d’accordo, quella di assicurare il prosieguo della legislatura fino al suo termine per garantire ai nuovi adepti l’agognato vitalizio. Promessa, questa, che avranno ricevuto anche da parte delle altre forze politiche.
La cosa più probabile è che Berlusconi lasci intravedere a chi lo aiuterà la prospettiva di una sistemazione politica nelle liste del suo partito, prospettiva che esporrebbe però il “transfuga” all’accusa di essersi venduto, oppure a un’adeguata sistemazione professionale nel suo vasto impero mediatico. Si, questa ci appare l’ipotesi più verosimile anche se, ci siamo detti, sarebbe comunque possibile individuare, a posteriori, i franchi traditori ricostruendone i percorsi a partire dai punti di arrivo e cioè controllando quali ex parlamentari del gruppo misto, dei cinque stelle e, perché no, del PD (Italia Viva potrebbe schierarsi apertamente in blocco con Berlusconi) siano stati poi assunti da Mediaset, dal Giornale o alla Mondadori.
Sarebbe simpatico poter raggiungere in qualche maniera i senatori e i deputati contattati dal fido Sgarbi ed in procinto di attraversare quel che resta del Rubicone per scoraggiarli dicendo loro che prima o poi saranno smascherati e messi alla gogna. Ma sarebbe comunque lavoro sprecato: oggi domina la sfacciataggine e la gogna mediatica, l’unica sopravvissuta, rischia di trasformare un cialtrone in un eroe.